Trauma da incidente stradale: I processi dissociativi come scudo invisibile
I processi dissociativi che possono manifestarsi in seguito a un trauma da incidente stradale sono eventi di grande importanza che richiedono attenzione. Questi processi influenzano le caratteristiche innate e acquisite dell’individuo, lasciando cicatrici indelebili nell’anima che possono compromettere la nostra funzionalità quotidiana.
Coloro che hanno vissuto un incidente stradale spesso esprimono un’intensa emotività che si traduce spesso nella frase “Non ricordo niente“. A volte, le emozioni intense portano a un racconto dettagliato, mentre altre volte innescano inconsciamente processi dissociativi. Le vittime di incidenti stradali si distanziano dalle emozioni provate, comportandosi come se nulla fosse accaduto, sopraffatte da un dolore troppo intenso.
La soggettività dell’esperienza traumatica
Considerando la complessità dello stress post-traumatico e riconoscendo la temporanea disfunzione bio-psico-sociale, non è l’evento in sé a determinare l’esperienza traumatica. Ogni individuo è intrecciato nella propria complessa rete di relazioni, e l’evento traumatico viene integrato e attribuito significato all’interno della mappa cognitivo-affettiva personale, sviluppata nel proprio sistema di appartenenza.
È all’interno di questa cornice che gli eventi trovano coerenza, in quanto possono essere ordinati in base a:
- La costruzione personale del mondo;
- Il modo soggettivo di percepire, conoscere e riconoscere.
I processi dissociativi: meccanismi di difesa
La sensazione di irrealtà sperimentata durante un trauma da incidente stradale può modificare la percezione del tempo della vittima, che potrebbe avere la sensazione di vivere un incubo o di essere parte di un film al rallentatore, in cui i sensi sembrano acuiti.
Se da un lato l’uso dei processi dissociativi può aiutare a proteggersi da un’esperienza dolorosa e inaccettabile, la loro rigidità impedisce di attribuire un significato diverso all’esperienza traumatica vissuta.
La depersonalizzazione
La depersonalizzazione è piuttosto comune nelle vittime di incidenti stradali ed è caratterizzata come un “buco nero“, un vuoto mentale spaventoso caratterizzato da un forte senso di irrealtà e distacco dalla propria persona. Si manifesta con la sensazione di:
- Essere distaccati dal proprio corpo;
- Provarsi come passivamente estranei;
- Perdere la consapevolezza delle proprie azioni e il controllo su di esse.
Come in un sogno, i pazienti vivono contemporaneamente in prima e terza persona. È come se, distanziandosi da sé stessi, le vittime di incidenti stradali pensassero: “Non sono io che sto vivendo questa brutta esperienza. Non sta accadendo veramente a me, ma al mio corpo, mentre la mia mente è altrove“.
La derealizzazione La derealizzazione comporta una sensazione di distacco dall’ambiente circostante e la percezione del mondo esterno come se fosse visto attraverso uno schermo di vetro: “Le cose intorno a me sembrano strane e irreali, le persone sembrano essere artificiali o macchine“.
Nel momento immediatamente successivo a un incidente stradale, spesso ci si comporta come se venisse attivato il “pilota automatico“, e la realtà può essere percepita in modo distaccato e meccanico. Tuttavia, questa fuga da sé stessi e dal mondo non fa altro che ingannare la persona e isolarsi come in una gabbia.
Oltre il trauma
Dopo un trauma, l’individuo potrebbe costruirsi un mondo parallelo immaginario che diventa un rifugio ideale, permettendo di mettersi in secondo piano nella propria vita. Diventare così spettatore anziché protagonista di una realtà che col tempo non si sente più propria.
Aiutare il paziente vittima di un incidente stradale a ottenere una nuova prospettiva significa dargli la possibilità di ridare significato a ciò che è accaduto, guardando oltre il trauma.
L’obiettivo terapeutico è accompagnarli a fare “quel passo in più” che permette loro di assaporare la libertà che fino ad allora hanno solo osservato da lontano, protetti dalla rigidità dei processi dissociativi che hanno messo in atto.