Tesi Online: Input e Strategie per un Approccio Olistico alla Consulenza Pedagogica in una Prospettiva Montessoriana
A cura della Dott.ssa Daniela Maresca
Un estratto della tesi:
INTRODUZIONE
La prospettiva montessoriana: storia di una trasformazione
Questo lavoro è il frutto dei miei studi e delle mie esperienze umane e professionali nei contesti educativi, sociali, formativi e riabilitativi, dove ho avuto la possibilità di prendermi cura di bambini, adolescenti e genitori e dove ho potuto confrontarmi con insegnanti, educatori e terapisti.
Il mio percorso formativo comincia con lo studio delle lingue e il desiderio di confrontarmi con altre culture. Dopo il Liceo mi sono iscritta alla Facoltà di Psicologia, poiché ero profondamente attratta dallo studio della mente umana e dalle misteriose dinamiche che legano l’uomo alla conoscenza e all’universo.
A seguito di un grave lutto familiare, demotivata e profondamente turbata, ho dovuto lasciare gli studi e la mia città natale per far fronte alle conseguenti difficoltà economiche, con l’unico obbiettivo di lasciarmi alle spalle le esperienze negative cercando di migliorare la qualità della mia vita.
Trasferitami a Roma e trovata un’occupazione riprendo gli studi, questa volta iscrivendomi al corso di laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Facoltà di Scienze Umanistiche della Sapienza.
Ho studiato cinema, frequentato diversi laboratori teatrali e preso lezioni di canto.
–
Comincio finalmente a viaggiare, trascorro un anno a Berlino, tornando in Italia per sostenere gli esami. Grazie all’università mi reco in India nel West Bengala, per partecipare al workshop residenziale La ricerca delle sorgenti ispirato al teatro delle Sorgenti di J. Grotowski, un lavoro su corpo, mente, voce, silenzio e natura. Approfondisco per due mesi le loro arti sacre, musica, canto, danza e arti marziali, praticando Yoga e Meditazione e studiando la filosofia induista.
Incontro la musica e la poesia del filosofo e poeta, premio Nobel per la pace, Rabindranath Tagore, fondatore a Shantinikethan della Visva-Bharati University, una scuola di arte e di vita ispirata, come scoprirò in seguito, alla pedagogia di Maria Montessori e nata dal loro incontro in india.
Viaggio per due mesi attraversando il nord dell’India, iniziando un percorso di autoconoscenza cercando le ragioni profonde che animavano ogni mia aspirazione.
Tornata in Italia, nel 2007 inizio a lavorare con i bambini quasi per caso. Un’amica vide nelle mie attitudini una predisposizione all’educazione e mi offrì l’opportunità di lavorare nella sua scuola privata, affiancando una maestra esperta.
Mi sono lasciata guidare dall’intuito, seguendo un percorso invisibile che mi ha portato a lasciare l’Università a pochi esami dalla Laurea. Ero stanca di ritrovarmi in ambiti artistici che si rivelavano spesso sterili e fini a sé stessi, l’educazione mi appariva come qualcosa di più affine alla mia vocazione più profonda.
Dopo quella prima esperienza formativa di due anni con i bambini dai 0 ai 12 anni, mi propongo come educatrice in un asilo nido privato vicino casa. Ormai decisa a farne la mia professione conseguo il diploma di Operatore dei Servizi Sociali, abilitante al nido. Sentivo però che qualcosa ancora mancava, non riconoscevo nel mio lavoro quel fine educativo che cercavo.
Grazie alla linea pedagogica proposta dalla nuova coordinatrice avveniva l’incontro, per me illuminante, con Maria Montessori, una scintilla che sembrava chiudere in un cerchio il mio percorso professionale. Leggendo i suoi libri riconoscevo un linguaggio familiare, un filo comune di visioni umane e filosofiche: l’uomo-bambino al centro dell’universo, ciò da cui ero partita.
Dedicarmi alla sua educazione è diventata la mia principale aspirazione. Approfondendo la psicopedagogia Montessori ho avuto la possibilità di rivalutare in una chiave più efficace e concreta l’educazione del bambino come seme di una umanità libera, pacifica e consapevole.
Grazie al lavoro fatto in quegli anni in collaborazione con la coordinatrice pedagogica abbiamo coinvolto tutto il personale dello staff, dalle educatrici alle responsabili, e l’asilo ha iniziato una vera e propria trasformazione.
Nel 2012 mi iscrivo al Corso di Specializzazione per Educatori della prima infanzia presso l’Opera Nazionale Montessori; piena di rinnovato entusiasmo per il mio lavoro comincio a sperimentare l’efficacia di questo metodo rivoluzionario. Tutto ciò che apprendevo lo mettevo in pratica con i bambini all’asilo, filmando e documentando ogni sorprendente risultato. Ho assistito all’effetto normalizzante della concentrazione sui comportamenti capricciosi e disorganizzati dei bambini.
Il capriccio, l’aggressività e il disordine, aspetti che qualunque educatore o genitore deve affrontare, si rivelavano come una difesa del bambino verso un’educazione preconfezionata e imposta dall’adulto. La collaborazione con il bambino attraverso una relazione di reciproca fiducia apriva la via della “normalizzazione” e mi permetteva di osservare la principale risorsa del bambino: il potere della concentrazione attraverso l’uso delle mani, definito da Maria Montessori: organo psichico dell’intelligenza. L’utilizzo preciso e coordinato della mano aiuta il bambino ad auto-costruire la sua intelligenza.
Ho potuto osservare, ad esempio, nella mia sezione di piccoli a malapena deambulanti, un bambino di 18 mesi dotato di una certa esuberanza fisica, che invitato da me a sedersi ha incanalato la sua energia nell’utilizzo fine delle sue carnose manine per impilare con estrema precisione e concentrazione una serie di solidi di legno, costruendo una torre ben più alta di quanto il suo stesso sguardo e il suo braccino riuscissero a fare.
Nascevano così davanti ai miei occhi piccoli laboriosi operai che di fronte a scopine, panni per spolverare e secchi d’acqua da trasportare proprio non riuscivano a contenersi. Apparecchiare la tavola, versarsi l’acqua e servirsi da soli, spogliarsi e vestirsi a vicenda gli faceva brillare gli occhi come di fronte alla più grande conquista.
Queste alcune delle grandi trasformazioni avvenute sotto i miei occhi: vedere bambini serviti e accuditi, trattati quasi come impotenti, divenire protagonisti attivi della loro giornata al nido, costruttori della loro intelligenza, operai del loro agire, in un clima di serenità e soddisfazione…