Aumentare di peso in gravidanza è assolutamente normale e fisiologico, ciononostante le discussioni in merito tra le mamme in dolce attesa sembrano essere infinite; la preoccupazione più grande gira sempre intorno alla medesima domanda: “quando tornerò al mio peso originario?”
Iniziamo col fare un po’ di chiarezza partendo da fonti autorevoli.
Nelle più recenti linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità vengono ribadite le buone norme da adottare per favorire lo stato di salute di madre e bambino, con particolare attenzione ad uno stile di vita sano; si raccomanda quindi:
- un’alimentazione adeguata e varia;
- niente fumo, alcol, droghe;
- consumo moderato di caffè (non oltre 3 tazzine al giorno);
- mantenersi fisicamente attive;
- assumere quotidianamente acido folico e ferro.
No all’assunzione di medicinali senza controllo medico, inclusi eventuali integratori alimentari, che vanno inseriti solo quando realmente necessari.
In sostanza, le solite regole dettate dal buonsenso, con una particolare attenzione alla tutela del benessere della mamma e del nascituro.
Ma se l’aumento di peso in gravidanza è normale, quasi sono i limiti di questa normalità?
In linea di massima, una donna dovrebbe aumentare mediamente circa 12 kg nei nove mesi di gestazione, ma questo dato va decisamente preso con le pinze.
Per esempio, se è vero che un aumento di peso troppo esiguo può comportare problemi per la salute del bambino, è altrettanto vero che una donna già in sovrappeso dovrebbe prestare grandissima attenzione e contenere l’aumento di peso nei 9 mesi.
In sintesi:
- donna normopeso al momento del concepimento: aumento medio auspicabile di 12-13 kg nei 9 mesi di gravidanza;
- donna sovrappeso al momento del concepimento: aumento medio auspicabile di 7-11 kg nei 9 mesi di gravidanza;
- donna sottopeso al momento del concepimento: aumento medio auspicabile di 14-16 kg nei 9 mesi di gravidanza
Sono quindi determinanti fattori come:
- il peso della madre prima della gravidanza,
- la sua costituzione fisica,
- il peso del bambino,
- una serie di fattori ereditari.
Ciò significa che un aumento di peso complessivo superiore ai 12 kg o al contrario inferiore ai 9 kg, non è necessariamente indice di una problematicità.
In questo senso, il contributo del ginecologo o dell’ostetrica può essere molto efficace nell’aiutare la donna a capire se l’aumento di peso è fisiologico o se stanno subentrando abitudini alimentari scorrete (o quanto meno poco adeguate).
Ad esempio non è assolutamente vero, come ritenuto un tempo, che una donna incinta debba mangiare per due: raddoppiare tutte le porzioni, inserire spuntini ipercalorici soprattutto a tarda notte, concedersi continui strappi alla regola significa maturare abitudini potenzialmente dannose.
Nulla a che vedere, ovviamente, con il piacere di una porzione più abbondante ogni tanto o con una cena di compleanno particolarmente ricca: è la ripetizione continua degli eccessi che può produrre conseguenze negative.
La gravidanza potrebbe essere invece l’occasione per abbandonare le cattive abitudini (come ad esempio il fumo) e adottare uno stile di vita più sano da estendere a tutta la famiglia e da far adottare poi anche al bambino, che imparerà ad alimentarsi correttamente stando a tavola con mamma e papà.
In sostanza non c’è alcuna necessità di diventare schiave della bilancia ne’ tanto meno di immaginarsi a mangiare insalate scondite per 9 mesi! Basterà mangiare con buonsenso, fare un po’ di attività fisica (adeguata al proprio stato) e stare pur certe che dopo il parto, con un po’ di pazienza, si potrà serenamente tornare ad indossare i jeans di sempre.
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