PERCHÉ SI COMPIONO I CRIMINI?
I crimini sono soltanto alcuni degli infiniti comportamenti umani possibili. Quali sono i fattori che entrano in gioco nella loro genesi?
Come avviene per ogni altro comportamento umano, la natura dei crimini è complessa e la loro origine è assolutamente multifattoriale, quantomeno bio-psico-sociale.
– Sono fattori sociali e culturali (ambientali) l’anomia, la disorganizzazione sociale, i deficit di socializzazione, i deficit di mezzi per raggiungere le mete sociali, le opportunità differenziali, l’appartenenza a subculture devianti, l’etichettamento.
– Tra i fattori psicologici troviamo invece meccanismi di apprendimento operante, meccanismi di associazione differenziale, meccanismi di apprendimento sociale, la deprivazione relativa, la violentizzazione e meccanismi di elaborazione cognitiva (ad esempio, le strategie di disimpegno morale teorizzate da Albert Bandura).
– Tra i fattori biologici (alcuni dei quali sono propriamente ereditari) ci sono alcune caratteristiche temperamentali quali l’aggressività e la scarsa tolleranza alle frustrazioni, alcuni tratti di personalità, disfunzioni ormonali, alterazioni a carico dei sistemi neurotrasmettitoriali, problemi neurologici e neuroanatomici che possono favorire l’aggressività ed anche l’alcolismo e la tossicodipendenza.
– Disturbi psichici potenzialmente correlati alla condotta criminale rappresentano invece i fattori psicopatologici, anche se va sottolineato con decisione che non esiste alcuna connessione causale fra malattia mentale e crimine (nella stragrande maggioranza dei casi, il delinquente è una persona normale).
Le numerose teorie che si propongono di individuare le cause del crimine rispecchiano la tripartizione accennata: si tratta di ipotesi che, idealmente vicine all’approccio della scuola positiva, rintracciano le cause del reato in condizioni preesistenti e che si possono schematicamente etichettare come biologiche, psicologiche e sociologiche. Tuttavia, qualsiasi interpretazione deterministica solo biologica, solo psicologica o solo sociologica del comportamento umano non può che rivelarsi forzata e fallimentare.
Inoltre, esistono anche altri elementi da tenere in considerazione per comprendere la genesi di un crimine, quali:
– la volontà del reo, ovvero la dimensione decisionale del delitto, messa in risalto dalla scuola classica e, recentemente, dal five steps model proposto dal criminologo Marco Strano;
– l’occasione, intesa come l’opportunità, l’insieme spesso del tutto casuale di circostanze che ha innescato la condotta;
– la vittima, con le sue caratteristiche, i suoi rapporti e la sua interazione con il delinquente ed il suo eventuale ruolo nell’evento;
– variabili storico-biografiche;
– componenti emotive;
– fattori geografici e climatici.
Il criminale è quindi immerso in un sistema composto da un numero quasi illimitato di elementi – che a loro volta si influenzano tra loro – e per comprenderne il comportamento è assolutamente necessario un approccio multidisciplinare e d’ampio respiro, che tenti anche di integrare modelli esplicativi diversi.
Bibliografia
• PONTI G., MERZAGORA BETSOS I., Compendio di criminologia. Quinta edizione, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2008
• STRANO M., Manuale di Criminologia Clinica, Firenze, Società Editrice Europea, 2003
A cura della dott.ssa Ester Belfatto