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Operatore di Stimolazione Cognitiva della persona con demenza

Stimolazione Cognitiva: come progettare un intervento

In questa unità parleremo di come progettare un intervento di Stimolazione Cognitiva. Generalmente la pianificazione del programma di intervento si articola in più ambiti e viene rivolto principalmente verso tre direzioni. Come vediamo nel disegno la direzione è diretta verso il paziente, l’ambiente di vita e il caregiver o di tutte le persone che si occupano della persona con demenza. Le fasi principali del progetto di intervento di stimolazione cognitiva sono principalmente tre:

  • La prima fase è la valutazione cognitiva preliminare.
  • La seconda fase è l’intervento di stimolazione cognitiva.
  • La terza fase è la rivalutazione cognitiva, quindi utilizzando lo stesso protocollo del pre-intervento che possiamo diciamo effettuare dopo 1 massimo 3 mesi dalla fine della stimolazione cognitiva dell’attività diciamo formale.

L’idea dell’intervento può essere in qualche modo formalizzata mettendo per iscritto un progetto di stimolazione cognitiva. Il progetto di stimolazione cognitiva è uno strumento operativo dell’intervento appunto che si intende fare che sappiamo essere non farmacologico in fase lieve e moderata della persona affetta da demenza ed è sicuramente uno strumento utile per condividere le modalità e gli obiettivi sia con i familiari sia con i vari operatori coinvolti nell’attività di intervento.

Andiamo a definire il significato di progettare. Progettare significa:

  • definire gli obiettivi e le attività previste per il raggiungimento degli obiettivi posti;
  • definire quali sono le persone coinvolte;
  • la metodologia adottata;
  • i materiali e gli spazi necessari;
  • i tempi previsti;
  • i metodi di verifica e di valutazione.

Andiamo a vederli nello schema diciamo che propongo nella seguente slide. Partiamo dalla valutazione cognitiva che abbiamo visto essere la prima e la terza fase del progetto di stimolazione cognitiva. Oltre alla valutazione cognitiva occorre diciamo far svolgere un’intervista ad un familiare di riferimento per conoscere la storia di vita personale e familiare della persona target che è il destinatario nel nostro intervento stimolazione cognitiva e quindi andare a sapere la composizione famigliare attuale e di origine; le abitudini di vita; gli interessi culturali e la presenza di eventuali eventi significativi avvenuti. La valutazione cognitiva quindi è solo un aspetto che andremo a vedere all’interno di una valutazione che definiamo multidimensionale perché andremo a vedere anche l’aspetto non cognitivo e quindi psico-comportamentale e l’aspetto diciamo funzionale di autonomia di vita quotidiana.

La valutazione cognitiva quindi dovrà indicare che cosa:

  • quali sono le capacità compromesse e quindi i punti di debolezza;
  • quali sono invece i punti di forza le abilità residue utili proprio per la stimolazione cognitiva;
  • gli eventuali quindi sintomi diciamo psico-comportamentali;
  • eventuali deficit sensoriali cioè se la persona quindi sente bene vede bene ed eventualmente (utilizzando quel questionario che è indicato nell’unità precedente);
  • anche la misurazione della riserva cognitiva qualora dovessimo fare un intervento individuale.

La valutazione cognitiva è utile proprio per la selezione delle persone che parteciperanno al gruppo diciamo di stimolazione o anche per, in qualche modo, avere un punto di partenza o un profilo della singola persona o del singolo paziente. La stessa valutazione, come dicevo, dovrà essere ripetuta dopo l’intervento di stimolazione cognitiva e sarebbe utile che chi valuta sia diverso dall’operatore e da chi svolge e conduce le sessioni di stimolazione cognitiva. Ma mi rendo conto che non è sempre possibile questo aspetto. In base ai risultati ottenuti dalla valutazione preliminare e quindi in base al profilo diciamo multidimensionale (ottenuto in considerazione anche al contesto di vita della persona quindi ben diversa se questa persona con demenza vive ancora a casa oppure è all’interno di una struttura) scegliamo il tipo di intervento. L’intervento quindi può essere mirato oppure globale. L’intervento può essere diciamo individuale quindi con un singolo paziente o gruppo con piccoli gruppi di pazienti.

Per concludere questa diciamo unità vi propongo uno schema di un progetto quindi indicando le voci. Quindi le voci del progetto sono relative agli obiettivi:

  • obiettivi generali e specifici;
  • al tipo di attività prevista;
  • agli ospiti da coinvolgere nella nell’attività nell’intervento di stimolazione. Quindi sia i destinatari ma anche gli operatori coinvolti nell’attività;
  • ai materiali che occorre utilizzare;
  • al luogo dell’attività cioè dove si farà;
  • ai tempi previsti cioè come durata e frequenza;
  • ai risultati che ci attendiamo quindi che potrebbe anche come dicevo prima essere anche la stabilizzazione del quadro cognitivo;
  • la verifica e la valutazione e quindi l’utilizzo di eventuali griglie teste e scale proprio per raccogliere sistematicamente quanto emerge nelle singole diciamo sessioni.

Quindi tutte queste voci devono essere riportate all’interno di un progetto proprio per sistematizzare e formalizzare l’idea dell’intervento di stimolazione cognitiva. Una cosa sicuramente importante è che non tutto va bene per tutti e i progetti vanno fatti per i pazienti e non per gli operatori.

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