OLTRE IL CONFLITTO: PROMUOVERE IL BENESSERE EMOTIVO NELLE RELAZIONI FAMILIARI

a cura della dott.ssa Incoronata Ricciardi
La famiglia, da sempre considerata un rifugio di affetto e sicurezza, è il contesto in cui si sviluppano le prime esperienze affettive e relazionali dei suoi membri. Tuttavia, quando le relazioni amorose sono permeate da dinamiche di dominio e potere, questo luogo di protezione può trasformarsi in un terreno fertile per il conflitto. Questo studio si propone di esplorare in profondità tali dinamiche, analizzando come il deterioramento dei legami coniugali possa influenzare il benessere familiare, soprattutto quando ad essere coinvolti sono bambini e adolescenti. Partendo dalle radici affettive della prima infanzia e dalle trasformazioni del concetto di matrimonio nel corso dei secoli, si delinea un quadro complesso delle relazioni di coppia. Attraverso le lenti della psicologia femminile e delle teorie del dominio, si indaga sulle motivazioni e le influenze culturali che alimentano la ricerca di controllo e potere all’interno della coppia.
In questa analisi approfondita, si presta particolare attenzione all’impatto emotivo della separazione sui figli, considerando le diverse fasce d’età e le relative reazioni. Si evidenzia l’importanza cruciale di gestire in modo adeguato le proprie emozioni durante il processo di separazione, al fine di mitigare gli effetti negativi sulla famiglia nel suo complesso. Inoltre, si mette in luce il ruolo fondamentale del sostegno genitoriale nel fornire un ambiente di accoglienza emotiva e di stabilità ai bambini durante questo periodo di transizione. Attraverso un approccio interdisciplinare, il presente studio si propone di fornire un’analisi approfondita delle dinamiche familiari e delle loro implicazioni sul benessere psicologico e relazionale. Si mira a offrire non solo una comprensione approfondita dei fattori che influenzano la salute della famiglia, ma anche a fornire spunti concreti per promuovere relazioni più sane e soddisfacenti all’interno dell’ambiente familiare. Questo approccio multidisciplinare consente di esplorare le complessità delle relazioni familiari da diverse prospettive, In questo modo, si auspica di contribuire al miglioramento del funzionamento familiare e al benessere dei suoi membri attraverso un’analisi esaustiva e orientata all’azione.
INTRODUZIONE
Il conflitto familiare all’interno dell’ordinamento giuridico italiano è un tema complesso e articolato che richiede un’analisi attenta delle dinamiche interne alla famiglia e delle normative che regolano tali situazioni. Nel corso dei secoli, la concezione di famiglia ha subito profonde trasformazioni, passando da una struttura rigidamente gerarchica a una fondata sul consenso e sull’uguaglianza dei coniugi, come sancito dalla Costituzione italiana del 1947. L’evoluzione normativa ha influenzato le relazioni all’interno della famiglia, portando a una maggiore attenzione al sentimento e all’aumento delle aspettative reciproche tra i coniugi. Tuttavia, questa trasformazione ha anche generato nuove sfide, come la difficoltà di mediare tra due soggetti che detengono lo stesso potere all’interno della coppia. La violenza verbale e fisica è una delle forme più distruttive di conflitto familiare, con gravi conseguenze sul benessere delle persone coinvolte, soprattutto sui figli.
La legislazione italiana si è evoluta introducendo norme sull’affidamento condiviso dei figli e sul mantenimento degli ex coniugi e dei minori, ma c’è ancora molto da fare per garantire una gestione efficace dei conflitti familiari e proteggere il benessere delle famiglie. È cruciale promuovere la consapevolezza e la prevenzione dei conflitti familiari, rispettando i diritti di tutte le persone coinvolte.
TRASFORMAZIONI FAMILIARI NEL XX SECOLO
Durante il XX secolo, la famiglia ha subito profonde trasformazioni demografiche e strutturali. Il numero delle famiglie è triplicato nel corso del secolo, mentre la popolazione è raddoppiata. Nonostante questo aumento, il numero medio dei componenti familiari è rimasto costante, con una tendenza alla nuclearizzazione, questo cambiamento è stato favorito dall’industrializzazione e urbanizzazione. Le trasformazioni hanno influenzato i ruoli di genere, con un aumento della partecipazione delle donne al lavoro ma la divisione tradizionale dei compiti domestici è rimasta invariata, con le donne considerate responsabili delle attività domestiche, anche se lavoravano esternamente, mantenendo uno stile di vita familiare con una netta divisione dei ruoli. Anche la percezione e la pratica del matrimonio hanno subito mutamenti, riflettendo i cambiamenti culturali, sociali e individuali della società. Sebbene spesso si creda che nel passato il matrimonio fosse una pratica universale, la sua frequenza e le sue dinamiche hanno conosciuto variazioni sostanziali nel corso del tempo.
Nell’Ottocento, ad esempio, le coorti di nascita mostravano un’alta percentuale di celibi e nubili, con una riduzione del nubilato solo a partire dagli anni ’30 e ’40. Il “marriage boom” degli anni ’40 ha portato a una corsa alle nozze. Tuttavia, le coorti successive hanno mostrato una diminuzione dei tassi di nuzialità e un innalzamento dell’età delle prime nozze, culminando in una tendenza alla riduzione complessiva dei matrimoni celebrati. Queste variazioni non sono uniformi su tutto il territorio italiano, né tra le diverse fasce di istruzione e status sociale. Ad esempio, nel Sud Italia ci sono stati matrimoni più precoci rispetto al Centro e al Nord, mentre le donne laureate mostravano una minore propensione al matrimonio o un’età più avanzata al momento delle nozze. Il matrimonio stesso ha subito una trasformazione concettuale. Da strumento di controllo sociale e patrimoniale, si è evoluto verso una scelta personale basata sull’amore e sull’intimità. L’etica della scelta, enfatizzata da studiosi come Margaret Mead (1962) e Ulrich Beck (2000), ha posto l’accento sull’importanza della libera decisione individuale nella costruzione della propria vita. Questo cambio di prospettiva ha portato a una ridefinizione dei ruoli di genere e delle dinamiche familiari.
La coppia moderna si basa sempre più sull’uguaglianza e sulla condivisione dei compiti e delle responsabilità, piuttosto che sulla complementarità tradizionale. La famiglia, dunque, è diventata un’unità più autonoma e auto-determinata, in cui le decisioni sono prese principalmente dalla coppia stessa, anziché dalla comunità o dalla famiglia allargata. Tuttavia, questa nuova concezione del matrimonio non è priva di sfide e complessità. L’individuazione e la valorizzazione dell’autonomia individuale hanno reso il matrimonio più raro e tardivo, con un aumento delle forme di convivenza alternative e delle separazioni coniugali. Questi cambiamenti pongono nuove sfide e interrogativi sulla natura stessa del legame matrimoniale e sulle dinamiche relazionali all’interno della coppia e della famiglia.
FORMAZIONE DEL SÉ E RELAZIONI DI COPPIA: TEORIE E DINAMICHE
Le relazioni di coppia sono complesse e influenzate da una varietà di fattori che vanno oltre l’attrazione fisica. Biologia, psicologia ed esperienze personali si intrecciano per plasmare il modo in cui le persone si connettono tra loro. Questo processo è radicato negli istinti biologici dell’essere umano, che lo spingono a cercare il contatto con gli altri per soddisfare bisogni di sicurezza e affetto. Secondo la teoria dell’attaccamento di Bowlby (1958), successivamente sviluppata da Ainsworth (1978), il legame emotivo precoce con la figura di attaccamento primaria influisce sulla formazione del sé e sulla capacità di instaurare relazioni future basate sulla fiducia e sulla reciprocità.
Jessica Benjamin, con la sua teoria del “riconoscimento reciproco” (2015), aggiunge un altro strato di comprensione. Questo concetto sottolinea l’importanza di vedere e rispettare l’alterità per instaurare relazioni basate sull’uguaglianza. Quando manca questo riconoscimento, si possono verificare dinamiche di dominio, dove uno o più individui cercano di imporre la propria volontà sull’altro: “Il dominio e la sottomissione sono il risultato del venir meno della tensione necessaria tra l’affermazione del Sé e il riconoscimento reciproco che permette al Sé e all’altro di incontrarsi su un piano di assoluta parità” (Benjamin, 2015). Questo può danneggiare la formazione del sé e portare a relazioni disfunzionali.
Entrambe le teorie convergono nell’importanza delle prime relazioni, in particolare quella madre-bambino/a, nel plasmare il modo in cui affrontiamo le relazioni. Se durante queste prime esperienze manca il riconoscimento reciproco, possono verificarsi distorsioni nella formazione del sé, con conseguenze negative sulle dinamiche relazionali future. La teoria di Benjamin, focalizzandosi sulle dinamiche di potere nelle relazioni di coppia, identifica l’amore come un mostro tirannico, spesso con le donne come principali soggetti delle sue crudeltà. Questo mostro amoroso è visto come un gioco di potere pervasivo, che riduce l’amore a una dinamica servo-padrone. Secondo la sua prospettiva, le donne possono sviluppare atteggiamenti masochistici come risultato di dinamiche relazionali complesse, con radici profonde nell’infanzia. Uno degli elementi chiave della teoria è l’idea dell'”invidia del fallo” di Freud, che si riferisce al senso di mancanza e di inferiorità che le donne potrebbero provare a causa della loro presunta mancanza di un pene. Questo concetto viene utilizzato da Benjamin per spiegare come le donne possano cercare di compensare questa presunta mancanza attraverso comportamenti masochistici, cercando inconsciamente di affermare un desiderio negato. Un’altra componente importante della teoria è il ruolo del padre come figura esterna di riferimento per le bambine durante il processo di formazione della loro identità e dei loro rapporti interpersonali. La mancanza di identificazione con il padre può verificarsi per diverse ragioni, ad esempio a causa di un’assenza fisica o emotiva del padre stesso, o a causa di dinamiche familiari disfunzionali. Se una bambina non è in grado di stabilire un legame significativo con suo padre durante l’infanzia, potrebbe sviluppare un senso di vuoto o di mancanza in relazione alla figura paterna, che da adulte potrebbero cercare inconsciamente di compensare attraverso relazioni con uomini che esprimono un senso di potere e onnipotenza.
VIOLENZA DOMESTICA: FORME E IMPATTI
Il termine “violenza domestica” si riferisce alla violenza perpetrata da una persona intima della vittima, che può avvenire sia all’interno che all’esterno della casa. Il concetto di “domestica” riguarda la relazione tra il maltrattante e il maltrattato, piuttosto che il luogo in cui avviene l’abuso. Questa forma di violenza può manifestarsi in vari modi, inclusi abusi fisici, psicologici, sessuali ed economici, e può essere sia visibile che invisibile. È importante comprendere che il comportamento violento non consiste in atti isolati, ma rappresenta un processo continuo volto a esercitare e mantenere il potere e il controllo sulla vittima. La violenza domestica non si limita alla violenza fisica; include anche forme di abuso psicologico:
- Il controllo consiste nel monitoraggio costante dei comportamenti del partner e nell’imposizione delle proprie modalità di gestire le situazioni, creando così una condizione di dominio.
- La critica distruttiva danneggia l’autostima e l’identità della vittima, minando le sue basi emotive.
- La gelosia patologica porta il maltrattante a pretendere il completo possesso del partner, creando una presenza ossessiva e privando la vittima della propria libertà.
- L’indifferenza alle richieste di affetto si manifesta nel rifiuto di interessarsi alle esigenze emotive del partner.
- Le intimidazioni sono comportamenti volti a mettere paura alla vittima,
- L’isolamento consiste nel cercare di separare il partner dagli amici e dalla famiglia, limitando così la sua vita sociale e lavorativa.
- Le minacce possono essere estremamente gravi e includere la minaccia di fare del male al partner o ai propri figli.
- Le umiliazioni possono essere sia pubbliche che private e hanno lo scopo di rendere la vittima fragile, vulnerabile e farle provare vergogna di se stessa.
- Lo stalking comporta comportamenti ripetuti e invasivi di sorveglianza e controllo, inclusi tentativi di contatto non graditi con la vittima. Può verificarsi sia in forma fisica che virtuale, attraverso mezzi come le e-mail, le chat e gli SMS. La vittima dello stalking percepisce queste azioni come intrusive e minacciose, causandole angoscia e paura.
Il ciclo della violenza coniugale, come descritto da Lenore E. Walker, si articola in quattro fasi che mostrano un crescente pericolo per la vittima (1979):
- Fase di tensione: Inizia con segnali di ostilità e tensione nella relazione. Il partner violento diventa irritabile e la vittima cerca di placare la situazione senza successo.
- Fase di attacco: Il partner perde il controllo e si verificano aggressioni verbali o fisiche. Il maltrattante può distruggere oggetti o ferire la vittima.
- Fase di pentimento: Dopo l’attacco, il partner mostra pentimento, si scusa e cerca di minimizzare quanto fatto, attribuendo parzialmente la responsabilità alla vittima.
- Fase della “luna di miele”: Il partner mostra affetto e gentilezza, cercando di riconquistare la vittima. Offre regali e dimostrazioni d’amore per convincerla a rimanere nella relazione.
Questo ciclo può ripetersi nel tempo, mettendo a rischio la vita e la salute emotiva della vittima.
La violenza domestica non solo colpisce direttamente le vittime, ma ha anche un impatto devastante sui bambini e gli adolescenti che ne sono testimoni e che si trovano immersi in una realtà psicologicamente tumultuosa e complessa, che può influenzare profondamente il loro sviluppo emotivo, cognitivo e relazionale se non trattata precocemente. Vivere in uno stato di costante terrore e incertezza, con il timore di ciò che potrebbe accadere da un momento all’altro, genera sentimenti di solitudine, dolore, confusione, rabbia e impotenza. Tuttavia, tali emozioni spesso rimangono intrappolate all’interno del giovane, poiché la paura e la vergogna impediscono loro di condividerle con gli altri, inclusi i genitori coinvolti nella violenza e il mondo esterno. La violenza domestica può anche manifestarsi attraverso forme di maltrattamento economico, per cui i figli sono privati di opportunità e risorse necessarie per il loro sviluppo. Questo può causare sensazioni di trascuratezza emotiva da parte dei genitori. Gli effetti della violenza possono persistere nel lungo termine, influenzando la salute mentale di chi vi assiste sviluppando sintomi di depressione, ansia, disturbi del sonno, comportamenti aggressivi o autolesionisti e possono avere difficoltà nelle relazioni interpersonali.
AFFRONTARE LA SEPARAZIONE
Una difficoltà complessa ed emotivamente carica che le famiglie possono trovarsi ad affrontare è la separazione o il divorzio, entrambi i coniugi affrontano una vasta gamma di emozioni. Dall’euforia iniziale della liberazione, all’ansia per il futuro incerto, dalla paura della solitudine alla colpa per il fallimento del matrimonio. Ma non sono solo i coniugi a essere coinvolti in questo processo: i figli, se presenti, possono essere profondamente colpiti dalla separazione dei genitori e sperimentare una serie di emozioni complesse, tra cui tristezza, rabbia, confusione e senso di perdita. È quindi essenziale che i genitori mantengano una comunicazione aperta e offrano sostegno emotivo ai loro figli durante questo periodo difficile, mostrando sensibilità verso le loro esigenze e un impegno a fornire loro il sostegno di cui hanno bisogno per adattarsi alla nuova realtà familiare. I bambini reagiscono in modo diverso a seconda della loro età e del loro stadio di sviluppo. I bambini più piccoli tendono a manifestare regressione e confusione. Essi possono cercare comfort nel ritorno a comportamenti infantili, come il pianto o la richiesta di essere imboccato. Questo potrebbe riflettere il loro bisogno di rassicurazione e sicurezza, mentre cercano di comprendere i cambiamenti familiari che stanno vivendo. Al contrario, i bambini più grandi possono sperimentare sensi di colpa, vergogna e rabbia. Queste emozioni possono essere manifestate attraverso disturbi comportamentali o alimentari, poiché cercano di elaborare i loro sentimenti di fronte alla separazione dei genitori. È interessante notare come lo stadio di sviluppo influenzi il modo in cui i bambini affrontano la separazione. I più piccoli si concentrano sull’instaurare un senso di sicurezza e fiducia, mentre i più grandi affrontano questioni legate all’identità personale e al rapporto con gli altri. L’importanza del supporto e della comprensione da parte dei genitori emerge come un elemento fondamentale durante questo periodo. Il sostegno emotivo e la presenza attenta dei genitori possono aiutare i bambini a superare l’instabilità familiare e ad affrontare in modo sano e costruttivo la separazione. L’adolescenza è un periodo di transizione complesso, in cui i ragazzi affrontano una serie di conflitti interni ed esterni mentre cercano di navigare il confine tra infanzia e età adulta. Quando i genitori si separano, gli adolescenti possono trovarsi in una posizione emotivamente ambigua, divisi tra due mondi e spesso sperimentando sentimenti di colpa, confusione e responsabilità. La dinamica familiare cambia drasticamente, e i ragazzi devono muoversi tra le tensioni, le aspettative contrastanti e la necessità di ridefinire il proprio senso di appartenenza e identità. La separazione dei genitori può influenzare profondamente la percezione degli adolescenti riguardo alle relazioni interpersonali e alla stabilità emotiva, possono emergere sentimenti di abbandono, rabbia, tristezza e persino disillusione nei confronti dell’amore e della fiducia. Inoltre, possono trovarsi a dover affrontare le difficoltà pratiche e logistiche legate alla divisione del tempo tra i genitori, alle nuove dinamiche familiari e, in alcuni casi, alla comparsa di nuovi membri nella famiglia allargata. È fondamentale per i genitori fornire un sostegno emotivo costante durante questo periodo di transizione. La comunicazione aperta, l’ascolto attivo e la sensibilità alle esigenze degli adolescenti possono contribuire a mitigare l’impatto emotivo della separazione o del divorzio. Inoltre, è essenziale che i genitori mantengano un ambiente familiare stabile e di supporto, incoraggiando una sana espressione delle emozioni e una ricerca di relazioni significative al di fuori del nucleo familiare.
CONCLUSIONE
In conclusione, comprendere le dinamiche familiari e il loro impatto sul benessere emotivo è cruciale per promuovere relazioni sane e soddisfacenti. I conflitti familiari possono avere conseguenze gravi sulle emozioni, soprattutto per i bambini e gli adolescenti. Durante questi periodi di transizione, è essenziale fornire sostegno emotivo e creare un ambiente stabile. Investire nella prevenzione e nell’intervento precoce è fondamentale per assicurare un futuro sereno per le famiglie e per le generazioni future.
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