Nei panni di un DSA: la storia di due bambini
Nei panni di un DSA. Risuonano le parole di Giacomo Stella, autore del libro “Storie di dislessia” il suo vissuto da dislessico. E’ una tra le tante storie di bambini o adolescenti affetti da DSA, che ogni giorno affrontano a casa e a scuola questa battaglia quotidiana o di adulti che hanno ormai imparato a convivere con il disturbo, senza mai perdere la forza di lottare.
“Quando leggo nel mio cervello si scatena una tempesta emisferica, l’ho imparato guardando la TV. Parlavano di dislessia e dicevano che quelli che hanno questo problema quando leggono non vedono bene quello che c’è scritto perché c’è questa tempesta fra le due parti del cervello. Io ho capito che parlavano del problema che ho io. Quando leggo non riesco a riconoscere bene le parole e così faccio fatica a capire quello che c’è scritto. Io lo so che sono dislessico ma gli altri non ci credono. Gli insegnanti dicono che io non ho voglia ed è vero che io non ne ho più voglia, ma io ho provato a imparare a leggere come gli altri ma non ci sono riuscito e non ci riesco. Non so bene cosa succede nella mia testa, la TV l’ha spiegato, ma io non mi ricordo tutto quello che loro hanno scoperto”.
- Come si ci sente nei panni di un bambino con DSA?
Oggigiorno si parla molto spesso di Dislessia e degli altri Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Tante sono le domande che gli esperti, gli insegnanti, i genitori si pongono relativamente alle origini del disturbo, alle modalità più adatte per gestirlo, alla diagnosi, alla sua risoluzione ma pochi si chiedono come ci si senta nei panni di un DSA, come viva realmente il disturbo.
E forse è proprio tale quesito quello che maggiormente dovrebbe interessare ognuno di noi, perché forse solo riuscendo a comprendere a fondo il significato del disturbo per il bambino, si potrebbero trovare le migliori strategie per fronteggiarlo.
Quali sono i vissuti psicologici dei bambini con DSA:
- Sentimenti di inadeguatezza;
- Frustrazione;
- Ansia;
- Rabbia;
- Immagine di Sé negativa;
- Autostima Bassa;
- Vergogna;
- Paura;
- L’apatia.
- Cosa significa fronteggiare i DSA?
Il Disturbo di Apprendimento, incide pesantemente sulla vita scolastica e relazionale dei bambini. Finché il disturbo non viene adeguatamente riconosciuto e compensato, il bambino, è continuamente posto di fronte ai suoi fallimenti e, nel peggiore dei casi, ai rimproveri. Tuttavia, anche a seguito della diagnosi, la cosa più difficile per molti bambini resta capire, riguardo al loro iter scolastico, cosa dipende da loro e dal loro impegno e quanto e cosa dal disturbo.
Uno dei traguardi più grandi del bambino, è rappresentato dalla piena consapevolezza verso disturbo e la sua accettazione, che presuppone la conoscenza approfondita della condizione vissuta, che se adeguatamente compensata, lascia spazio a sentimenti più positivi che vanno ad affievolire la paura, la vergogna, la tristezza.
Ciò viene meglio compreso leggendo le parole della piccola Melania: “Sono una bambina dislessica. Sapete cosa significa? Quando si è dislessici non si sa leggere e scrivere come gli altri bambini, ma si apprende in maniera diversa perché il tuo cervello va a 200 all’ora come la moto di Valentino Rossi, ma poi ti perdi nelle piccole e semplici cose automatiche come leggere e scrivere. Per esempio quando devo leggere una parola come tavolo, ogni volta che devo leggere e capire i suoni della parola, non riesco a “vederla” e capire subito che quella parola significa tavolo. Sono tanti i bambini dislessici come me. E non bisogna averne paura perché non è una malattia, né una cosa di cui vergognarsi, è come un serpentello che ti va su e giù, nel corpo e nel cervello…” (tratto dal libro “Io, Melania… bambina dislessica” di Melania F.).