Mindful eating: come costruire un rapporto sano con il cibo
Il mindful eating è un approccio più sano all’alimentazione, con cui è possibile accompagnare a una delle attività fondamentali e quotidiane della nostra vita un senso di maggiore consapevolezza e serenità.
La pratica del mindful eating, infatti, consente di guardare il rapporto con il cibo da un nuovo punto di vista, liberandoci dai condizionamenti culturali e ponendo l’attenzione sul nostro corpo, le sue sensazioni e i suoi bisogni.
Cos’è il mindful eating
Le scelte alimentari che facciamo ogni giorno non sono sempre consapevoli e vengono spesso influenzate da stimoli ambientali, culturali ed emotivi.
L’acquisto di un determinato prodotto piuttosto che un altro può essere determinato dall’esposizione a ingombranti campagne di marketing, dalla presenza di etichette che rispecchiano valori che perseguiamo o in cui ci riconosciamo (ad esempio, i prodotti marcati come “light” o “bio”) o dallo stato emotivo in cui ci troviamo nel momento in cui entra in atto il nostro processo decisionale. Ne è un esempio la “fame nervosa” (o emotional eating), ovvero la tendenza ad usare il cibo come meccanismo adattivo per far fronte a situazioni di forte stress o malessere.
La pratica dell’alimentazione consapevole nasce proprio da questa constatazione, con l’obiettivo di ridurre al minimo i fattori esterni che condizionano il rapporto delle persone con il cibo.
Nello specifico, con mindful eating si intende l’applicazione dell’approccio della mindfulness all’atto del mangiare. Durante il consumo di cibo, al mindful eater è richiesto di prestare attenzione a ciò che sta ingerendo, concentrandosi sul suo aspetto, il suo odore, il suo sapore e le sensazioni fisiche ed emotive che genera all’interno dell’organismo. L’obiettivo del mindful eating è, quindi, quello di coltivare una maggiore sensibilità rispetto all’intera esperienza alimentare, in modo da aumentare la propria capacità di percezione dei segnali fisiologici di fame e di sazietà.
Come si pratica il mindful eating
Il mindful eating è una pratica che parte dal bisogno di riprendere il controllo sulle proprie scelte alimentari e, per questo motivo, non si limita all’osservazione delle sensazioni che si provano durante il consumo, ma anche a quelle che intervengono sulle decisioni di acquisto e durante la preparazione del cibo.
Innanzitutto, infatti, è importante imparare a scegliere e cucinare cibi sani e nutrienti, in grado di apportare la giusta dose di energia e la giusta sensazione di sazietà. In questa fase, può essere utile consultare un nutrizionista o cercare informazioni sulle proprietà nutritive e organolettiche dei propri alimenti preferiti, in modo da selezionare e pianificare le ricette da preparare per mantenere una dieta equilibrata.
Una volta terminata la fase di preparazione, è tempo di mettere in pratica il mindful eating durante l’atto del mangiare. Per assaporare il pasto con consapevolezza, bisogna entrare in sintonia con i colori, gli odori, i sapori, i suoni, la temperatura e la consistenza del cibo.
Per questo motivo, è consigliabile mangiare lentamente e limitare il più possibile le distrazioni esterne, in modo da prestare attenzione con maggior facilità ai segnali del corpo che segnalano quando è il momento di smettere di mangiare.
I benefici del mindful eating
Il principale beneficio del mindful eating è che supera e combatte la tradizionale concezione della dieta alimentare come un’esperienza restrittiva e punitiva. “Stare a dieta”, soprattutto quando questa viene intesa come un’iniziativa personale -non seguita da un dietologo o un nutrizionista- di limitare i cibi grassi o considerati poco sani, può portare a una disconnessione dal proprio corpo e inibire le proprie capacità di percepire correttamente le sensazioni fisiologiche legate all’assunzione di cibo.
Inoltre, questo approccio tende ad associare un valore morale al cibo (“i grassi fanno male”, “le proteine sono buone”, “la sera non si mangiano carboidrati”) e, di conseguenza, può generare forti sensi di colpa che, nei casi più gravi, possono condizionare l’emergere di disturbi alimentari.
Praticare il mindful eating, al contrario, permette di coltivare l’astensione da posizioni giudicanti rispetto alle scelte, ai comportamenti e alle sensazioni legate al consumo di cibo e, in questo modo, favorisce un approccio più sano, consapevole e soddisfacente all’alimentazione. Inoltre, trattandosi di una pratica quotidiana e non di una dieta “temporanea”, il mindful eating può diventare un vero e proprio stile di vita per una persona, espandendo l’approccio della mindfulness anche ad altri aspetti della sua esistenza.
Il mindful eating può rappresentare un valido alleato anche per contrastare il binge eating, un disturbo alimentare caratterizzato da abbuffate ricorrenti e incontrollate, legate ad emozioni negative di stress o depressione. Durante il periodo delle festività, la tendenza al binge eating può essere un indicatore della presenza di altri disturbi di natura emotiva e psicologica, come ad esempio la depressione stagionale o la cosiddetta “ansia da Natale”.
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