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Lo sviluppo del corpo nel bambino

lo sviluppo del corpo nel bambino

La prima fondamentale scoperta che il bambino fa è proprio quella del corpo, una scoperta che avviene attraverso una scrupolosa investigazione delle varie parti di cui esso è composto. Il primo oggetto che il bambino percepisce è il proprio corpo: esso è il mezzo dell’azione, della conoscenza e della relazione. E’ il mezzo dell’azione poiché gli permette di agire con il mondo intorno a lui, di conoscerlo, di conoscere se stesso, ma anche l’ambiente intorno e di relazionarsi con le persone che ne fanno parte.

Come si costruisce lo schema corporeo? La costruzione dello schema corporeo, ossia l’organizzazione delle sensazioni relativa al proprio corpo, esercita una funzione fondamentale per lo sviluppo e la maturazione nervosa. La conoscenza delle varie parti del corpo e della loro percezione determina il controllo di sé. La sua rappresentazione ha un ruolo fondamentale fra l’Io e il mondo esterno, quindi la percezione la conoscenza e la rappresentazione determinano la costruzione dello schema corporeo, cioè la persona. Possiamo definire lo schema corporeo come la rappresentazione mentale del proprio corpo sulla base della quale costruiamo una sorta di mappa del mondo esterno entro cui possiamo muoverci al massimo delle nostre potenzialità, organizzando il movimento in uno spazio e in un tempo. Con lo sviluppo e con la conoscenza che il bambino fa del proprio corpo egli è in grado di costruirsi una sorta di rappresentazione mentale del corpo stesso, e quindi una mappa del mondo esterno in cui si può muovere.

Questa immagine mentale si costruisce in varie fasi:

  • La prima fase è quella che viene definita corpo vissuto, è una fase che va dalla nascita fino ai tre anni, in cui il bambino inizia a percepire il corpo globalmente sempre più come entità, ma ancor più con un’identità propria distinta da quella della figura di riferimento. Inizialmente il bambino dipende molto dalla figura di riferimento, anche a livello motorio, mentre con la crescita inizia a capire che lui ha un proprio corpo e una propria identità distinta da quella delle persone intorno a lui.
  • La seconda fase è quella del corpo percepito: è una fase che va dai 3 ai 6 anni ,quindi che raggiunge la sua massima espressione all’ingresso della scuola primaria ,ed è una fase in cui il corpo inizia ad essere rappresentato come un tutto costituito da più parti interdipendenti fra loro. La rappresentazione di sé è ambientata nel tempo e nello spazio. La terza fase è quella del corpo rappresentato: è una tappa che va dai 6 anni fino ai 12 / 13 anni e che culmina con la capacità di decentramento in cui il bambino è in grado di uscire da una visione egocentrica e di proiettare i concetti di sinistra e destra nonché i rapporti spaziali in riferimento ad un oggetto esterno.

Da queste fasi vediamo come cambia lo sviluppo del corpo: inizialmente è un corpo che il bambino vive come mezzo attraverso il quale egli è in grado di agire, di fare delle cose, di sviluppare delle abilità. Diventa poi un corpo percepito, quindi un’idea che il bambino inizia a farsi del proprio corpo, un corpo che si muove all’interno di un tempo e di uno spazio fino a diventare un corpo rappresentato. Il bambino inizia ad essere meno egocentrico, più decentrato da sé e inizia anche a rapportarsi con un oggetto esterno.

Esistono diversi autori e diverse teorie sullo sviluppo dello schema corporeo. Ne vediamo di seguito un paio. Le Boulch, fondatore della psicocinetica e della motricità funzionale, sostiene che l’immagine del corpo si costruisce secondo tappe dello sviluppo che si adattano alla fase precedente; quindi ogni fase successiva è un’evoluzione della precedente ed incorpora in sé le abilità tipiche di quella fase.

Ogni tappa ha un concetto diverso di schema corporeo:

  • La prima tappa egli la chiama Corpo subito, una tappa che va da zero a tre mesi, in cui la motricità è riflessa e dipende totalmente dalla madre.
  • La seconda fase è quella del corpo vissuto, una fase che va dai 3 mesi ai 3 anni: in questa fase avviene l’esplorazione del proprio corpo e di quello della madre per cui si ha l’inizio del processo di differenziazione fra sé e l’altro. La percezione del corpo è molto legata al movimento, all’esplorazione e alla conoscenza del mondo. Il bambino passa dalla posizione supina, prona, seduta, carponi, in ginocchio e in piedi: avviene un’evoluzione della motricità e delle azioni che il bambino è in grado di compiere attraverso il proprio corpo. In questa fase si iniziano a distinguere anche le principali parti del corpo. Il bambino è in grado di distinguere la testa, gli occhi, il naso, la bocca, i capelli, le braccia, le gambe, e c’è un’evoluzione intorno ai 3 anni, età in cui il bambino inizia a disegnare le varie parti del corpo. Normalmente inizia disegnando le parti principali come testa, gambe, braccia e occhi, inizia però proprio a vivere il corpo e quindi ad essere anche in grado di rappresentarlo nel disegno.
  • La terza fase è quella che Le Boulch chiama corpo percepito: è una fase che va dai 4 ai 6 anni ed è una fase in cui il bambino è più interessato a sé stesso ,quindi abbiamo ancora una fase egocentrica, e la percezione si rivolge verso il proprio corpo sulle singole parti. A livello motorio emerge però un maggior controllo del proprio corpo.
  • La quarta fase è quella definita corpo rappresentato verso i 7 -12 anni in cui si ha la percezione tridimensionale del corpo, della successione di gesti movimenti e spostamenti e i movimenti diventano proprio più coordinati e più fini. Questi concetti e queste fasi, naturalmente, dipendono dalla maturazione e anche dall’esperienza relazionale.

Secondo autori come Pick e Vayer per la costruzione della personalità è necessaria la rappresentazione che si ha del proprio corpo, una rappresentazione che viene definita schema corporeo (come il bambino rappresenta il proprio corpo). Lo schema corporeo è l’organizzazione delle sensazioni relative al proprio corpo in rapporto con i dati del mondo esterno. La percezione, e quindi la conoscenza, determinano il controllo e la padronanza del proprio corpo ed hanno un ruolo importante nella relazione tra l’io e il mondo esterno. Il bambino inizia a percepire il proprio corpo, ma anche a conoscerlo, e questa conoscenza gli permette di avere un controllo e una padronanza che lo rendono in grado di interagire in modo adeguato con il mondo esterno. Attraverso la funzione tonica e motoria il bambino è in grado di avere scambi interrelazioni con il mondo degli altri. Vediamo come si inizia a passare da una fase in cui il bambino è più concentrato su di sé, in cui deve conoscere e capire come è fatto il proprio corpo e cosa il proprio corpo gli permette di fare, per poi proiettarsi al mondo esterno uscendo da una fase più egocentrica e rapportarsi con il mondo degli altri.

Nella prima infanzia fino ai tre anni del bambino prevalgono le dimensioni relazionali di affetto e contatto fisico tra il bambino stesso e i genitori. In questo caso l’adulto di riferimento assume un ruolo protettivo, mentre il corpo diventa uno strumento di comunicazione sociale per entrare in relazione con altre persone. Come si evolve lo sviluppo del corpo nelle varie fasi di sviluppo? Inizialmente è un corpo che permette al bambino di mettere in atto delle azioni come abbracciare l’altro, gattonare, camminare, un corpo che gli permette di sviluppare delle attività che lo rendono man mano non più dipendente dall’adulto di riferimento come quando è neonato, ma più autonomo, più indipendente, più libero anche di agire con il mondo intorno a lui. Si passa proprio da una fase in cui il bambino dipende fisicamente dall’adulto di riferimento ad una in cui invece comincia a sviluppare delle abilità che lo rendono assolutamente autonomo rispetto a questo. Man mano che il bambino cresce si scopre bambino o bambina, maschio o femmina: apprende, cioè, quali sono le differenze e le somiglianze anche attraverso la scoperta del corpo e degli organi genitali. Inizialmente abbiamo un corpo che permette al bambino delle azioni e gli permette di interagire con il mondo esterno intorno a lui. Ma è anche una scoperta del corpo e degli organi genitali che danno al bambino quell’idea di identità di genere che si andrà formando.

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