L’inclusione scolastica degli studenti con disturbo dello spettro autistico: sfide e opportunità

A cura di Marialuisa Primi

L’inclusione scolastica degli studenti con disturbo dello spettro autistico (dall’inglese Autism Spectrum Disorders, ASD) rappresenta al contempo sia una sfida cruciale che un’opportunità significativa per il sistema educativo contemporaneo. Con una presenza stimata in Italia dall’Osservatorio Nazionale Autismo di 1 bambino su 77 (trai i 7-9 anni) e una incidenza maggiore nei maschi, che sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine, l’ASD è un disturbo del neuro-sviluppo caratterizzato da difficoltà nella comunicazione e nell’interazione sociale, insieme a comportamenti ripetitivi e interessi ristretti (APA, 2013).

Quella dell’autismo è una condizione neurobiologica che si manifesta nei primi anni di vita e che perdura per tutta la vita (ICI-11, 2019) è dunque fondamentale arrivare a fare diagnosi precoci e soprattutto che istituzioni come la scuola siano pronte ad accogliere questi bambini e ad offrire loro una formazione efficace ed inclusiva.

Questo articolo esplora le pratiche educative, i modelli teorici e gli interventi volti a favorire la partecipazione attiva degli studenti con ASD all’interno del contesto scolastico, evidenziandone aspetti sfidanti e opportunità comuni e prospettive di perfezionamento dei modelli educativi.

1. Inclusione scolastica: definizione e normativa

L’inclusione scolastica è un concetto centrale nella pedagogia moderna, considerato come un processo dinamico e in continua evoluzione. Un approccio che mira a garantire il diritto di tutti gli alunni ad apprendere e partecipare pienamente alla vita scolastica, indipendentemente dalle loro diversità. 

Negli ultimi anni, l’attenzione all’inclusione scolastica degli studenti con ASD è cresciuta notevolmente. Un passo importante è stata La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (2006) che sancisce infatti il diritto all’istruzione inclusiva per tutti gli studenti, con o senza disabilità. In Italia sono nello specifico la legge 104/92 e la successiva legge 170/2010 che garantiscono il diritto all’istruzione degli studenti con ASD, promuovendo l’inclusione scolastica come modello preferenziale. 

Superando dunque il concetto di integrazione, l’inclusione pone al centro la valorizzazione delle differenze individuali di ogni studente, creando un ambiente di apprendimento flessibile e adattabile che sia in grado di rispondere alle singole esigenze specifiche. In questo modo, la scuola si trasforma da luogo di omologazione a spazio di arricchimento reciproco, dove le diversità diventano punti di forza per l’intera comunità scolastica (Demo, 2015).

1.1 Disabilità e scuola: la situazione in Italia

A fotografare la situazione in Italia sul tema è l’annuale report Istat (2023) sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità che evidenzia che sono quasi 338 mila gli alunni disabili che frequentano le scuole italiane (pari al 4,1% degli iscritti), quasi 21mila in più rispetto all’anno precedente, registrando una crescita del 7%. Il 32% di questi studenti è affetto da disturbi dello sviluppo psicologico in cui rientrano anche i casi di ASD. 

Si tratta di numeri statisticamente importanti che segnano ed evidenziano non solo l’aumento dei casi diagnosticati di autismo e di altri disturbi dello sviluppo psicologico, ma quanto il ruolo della scuola e la scelta di una didattica realmente inclusiva diventino centrali nel percorso di crescita, di formazione ed inserimento sociale di questi bambini e adolescenti.

1.2 I pilastri dell’inclusione scolastica

I principi cardine dell’inclusione scolastica si possono sintetizzare in cinque punti chiave:

  1. La centralità dello studente. Ogni alunno è un individuo unico con i propri talenti, bisogni e stili di apprendimento. La scuola inclusiva deve mettere al centro lo studente, adattando il processo di insegnamento e apprendimento alle sue caratteristiche peculiari (Tomlinson, 2017).
  2. Rimozione delle barriere. L’ambiente scolastico deve essere libero da barriere, sia fisiche che didattiche, che possano ostacolare la partecipazione e l’apprendimento di qualsiasi studente. È necessario un impegno concreto per l’eliminazione delle barriere architettoniche e per la dotazione di strumenti didattici e tecnologici adeguati alle diverse esigenze degli studenti (Booth & Ainscow, 2016). La creazione di un ambiente accessibile e accogliente è essenziale per garantire la piena inclusione.
  3. Collaborazione e lavoro di rete. L’inclusione richiede un impegno collaborativo da parte di tutti gli attori coinvolti: docenti, educatori, famiglie, professionisti e servizi socio-sanitari. La costruzione di reti di supporto è cruciale per assicurare una presa in carico globale dello studente e favorire il suo percorso formativo. La collaborazione tra le diverse figure professionali e la comunità scolastica è fondamentale per creare un ambiente educativo inclusivo e di supporto (Villa, Thousand, Stainback, & Stainback, 1992).
  4. Valorizzazione delle diversità. Le differenze individuali non sono un ostacolo, ma un’opportunità di arricchimento per l’intera classe (Florian & Black-Hawkins, 2011). 

La scuola inclusiva promuove il rispetto e la valorizzazione delle diversità, creando un clima di accoglienza e di reciproca comprensione.

  1. Un approccio flessibile e adattabile. Con la didattica inclusiva si diversifica le strategie di insegnamento e di apprendimento per rispondere ai bisogni di tutti gli alunni (Booth & Ainscow, 2011). Essa prevede l’utilizzo di metodologie didattiche innovative, tecnologie assistive e strumenti di valutazione personalizzati.

Questi aspetti sinergicamente sono fondamentali per costruire un sistema educativo che valorizzi la diversità e promuova l’equità e l’inclusione di tutti gli studenti, in particolare quelli con ASD che nel percorso scolastico si trovano ad affrontare particolari sfide relative alla loro condizione di salute.

2. Le principali sfide degli studenti autistici a scuola

Gli studenti con ASD affrontano numerose difficoltà nel contesto scolastico, tra cui problemi comunicativi e di socializzazione dati dalla loro condizione di salute, che possono limitare la loro partecipazione attiva in classe. In particolare le problematiche nell’interazione sociale possono ostacolare la capacità degli studenti con ASD di formare relazioni significative con i coetanei, influenzando negativamente la loro esperienza scolastica (Fleury et al. ,2014). 

Inoltre, caratteristiche comportamentali tipiche dei soggetti autistici come la resistenza al cambiamento e i comportamenti ripetitivi possono complicare l’integrazione ed eventuali modifiche all’interno delle routine scolastiche (Keen et al., 2015).

Le barriere strutturali e culturali (come infrastrutture, risorse o conoscenze limitate e non idonee) rappresentano ulteriori eventuali ostacoli all’inclusione di questi studenti. soprattutto nei casi in cui l’ASD è in comorbilità con altri disturbi e patologie. Questo aspetto è stimato attorno al 70% dei casi di autismo, un dato che ne fa emergere l’elevata frequenza e che sottolinea ulteriormente la necessità di un approccio che sia attento, mirato e consapevole all’interno del contesto scolastico.

Relativamente a questo aspetto recenti statistiche hanno evidenziato come gli stessi insegnanti spesso manchino di una formazione specifica nei casi di disabilità. In Italia gli insegnanti di sostegno sono 228mila circa, con un rapporto di un insegnante per 1,6 alunni, ma ben 67mila non hanno una formazione specialistica (ISTAT, 2023). Questa carenza rende ulteriormente difficile l’adattamento delle pratiche educative alle particolari esigenze di questi studenti. La mancanza di risorse adeguate e di supporto specialistico può portare di conseguenza ad esperienze educative che risultano frammentarie e inefficaci (Symes & Humphrey, 2011).

2.1 Pratiche educative e modelli teorici per l’inclusione

L’inclusione scolastica degli studenti con ASD rappresenta una sfida complessa ma necessaria per garantire a tutti gli alunni il diritto a un’istruzione di qualità. Negli ultimi anni, la ricerca in questo campo ha portato all’elaborazione di diverse pratiche educative e di modelli che possono aiutare a promuovere l’apprendimento e la partecipazione attiva degli studenti autistici all’interno della scuola.

In maniera particolare i Piani Educativi Individualizzati (PEI) sono strumenti fondamentali per personalizzare l’istruzione e fornire supporti specifici agli studenti con ASD. Heward (2013) descrive i PEI come documenti che includono obiettivi educativi adeguati, strategie di insegnamento individualizzate con accomodamenti specifici a seconda dei casi. Per una l’implementazione efficace dei PEI, come sottolineato da Kurth e Mastergeorge (2010), è cruciale che vi sia una reale collaborazione e sinergia tra insegnanti, specialisti e famiglie.

Altrettanto importante è l’adozione del supporto comportamentale positivo (PBS), un approccio proattivo che mira a prevenire comportamenti problematici attraverso la modifica dell’ambiente e l’insegnamento di comportamenti alternativi. Sugai e Horner (2009) spiegano che il PBS si basa su una valutazione funzionale del comportamento e sull’implementazione di interventi basati sull’evidenza, adattati alle esigenze individuali degli studenti con ASD. Lo scopo di questo modello è ottenere risultati comportamentali significativi e duraturi, lavorando sulla gestione e sostituzione di comportamenti oppositivi tipici dell’autismo con abilità prosociali. Alcuni studi, come quello di Carr et al. (2002) hanno dimostrato l’efficacia concreta del PBS nel migliorare i comportamenti e le abilità sociali degli studenti con ASD, aspetto che lascia auspicare ulteriori indagini e implementazioni di questo modello a supporto della inclusione scolastica.

Un elemento che negli anni sta diventando preponderante e decisivo nel percorso verso una didattica sempre più inclusiva è l’uso della tecnologia. In particolare tecnologie assistive, come dispositivi di comunicazione aumentativa e alternativa (CAA), software educativi e applicazioni digitali, possono migliorare significativamente l’accesso all’istruzione per gli studenti con ASD. Alzrayer et al. (2014) hanno condotto una meta-analisi che dimostra come l’uso di iPad e altri dispositivi simili possa facilitare la comunicazione e l’apprendimento per gli studenti con ASD. Questi strumenti possono aiutare in maniera particolare gli studenti non verbali a esprimersi e comunicare con gli altri più facilmente, mentre software educativi interattivi possono rendere l’apprendimento più coinvolgente e adattato ai loro bisogni specifici (Goldsmith & LeBlanc, 2004). Queste tecnologie si rivelano dunque essenziali per promuovere l’indipendenza degli studenti autistici e il loro coinvolgimento attivo in classe. (Lorah et al.,2015)

2.2 Benefici dell’inclusione scolastica

La ricerca empirica ha dimostrato che l’inclusione scolastica può avere numerosi benefici per gli studenti con ASD. Kurth e Mastergeorge (2010) hanno rilevato miglioramenti significativi nelle abilità sociali e nelle competenze accademiche degli studenti inclusi in contesti scolastici ordinari e comuni.

Progettare una scuola inclusiva favorisce realmente un ambiente scolastico più tollerante e comprensivo, a beneficio di tutti gli studenti e dell’intera comunità scolastica, non solo degli studenti disabili (Katz & Mirenda, 2002). Una scelta dunque che porta alla creazione di un circolo virtuoso e offre l’opportunità concreta di una collaborazione collettiva (ibidem) con potenziali ripercussioni positive anche per la crescita e il futuro di bambini e ragazzi autistici in previsione del raggiungimento dell’età adulta.

Inoltre, gli studi di Holahan e Costenbader (2000) hanno evidenziato che gli studenti con disabilità che partecipano a classi inclusive mostrano miglioramenti nello sviluppo sociale e accademico rispetto a quelli che frequentano in classi separate. Dati che avvallano ulteriormente l’importanza dell’integrazione e di un lavoro sinergico di tutte le parti coinvolte nel processo di inclusione scolastica.

3. Progettare modelli efficaci di inclusione scolastica

Alla luce di quanto emerso dalla ricerche sono dunque le istituzioni che per prime dovrebbero promuovere e sostenere attivamente una cultura scolastica che valorizzi la diversità e promuova l’equità, attraverso campagne di sensibilizzazione e politiche inclusive. L’inclusione infatti non riguarda solo l’accesso all’istruzione, ma anche la piena partecipazione alla vita scolastica e dunque tutti gli aspetti sociali ed esperienziali ad essa connessi (Booth & Ainscow, 2016).

Due elementi imprescindibili per rendere concreta ed efficace l’inclusione scolastica sono infatti:

  • Investire in Risorse: Assicurare che le scuole dispongano delle risorse necessarie per fornire supporti adeguati (strutture adeguate, ambienti consoni, strumenti tecnologici ecc…);
  • Formazione Continua: Offrire formazione continua e specializzata agli insegnanti e al personale scolastico per aumentare la consapevolezza e le competenze sull’ASD.

3.1 Il ruolo degli insegnanti, dei compagni di classe e delle famiglie nel processo di inclusione

Le risorse e le competenze sono dunque fondamentali ma ad essere determinante nel porre in essere il progetto di inclusione per gli studenti autistici è la collaborazione efficace tra gli attori protagonisti di questo progetto: insegnanti, famiglie, professionisti e compagni di classe.

Gli insegnanti in particolare svolgono un ruolo cruciale nell’inclusione scolastica degli studenti con ASD. Devono essere formati non solo sulle caratteristiche del disturbo, ma anche sulle strategie educative efficaci e sulle tecniche di gestione del comportamento. La collaborazione con specialisti, come psicologi scolastici, medici e terapisti, è essenziale per sviluppare e implementare piani educativi individualizzati (PEI) che rispondano ai bisogni specifici degli studenti (Simpson et al., 2003).

Anche I compagni di classe possono avere un impatto significativo sull’esperienza scolastica degli studenti con DSA. Promuovere un clima di accettazione e rispetto è fondamentale per prevenire l’isolamento e il bullismo. Programmi di sensibilizzazione e formazione, come quelli basati sul modello peer-mediated, possono aiutare i compagni di classe a conoscere e comprendere meglio le dinamiche e le problematiche dell’autismo e a supportare attivamente i loro coetanei (Kamps et al., 1994).

Le famiglie infine sono partner essenziali nel processo educativo degli studenti con ASD. La collaborazione tra scuola e famiglia è fondamentale per garantire una continuità educativa e per affrontare le sfide che possono emergere. Le famiglie forniscono informazioni preziose sui punti di forza e sulle difficoltà dei loro figli, contribuendo allo sviluppo di interventi personalizzati e efficaci (Turnbull et al., 2004).

Conclusioni

L’inclusione scolastica degli studenti con ASD presenta sfide significative, ma offre anche opportunità per migliorare il sistema educativo. È essenziale adottare pratiche educative inclusive, supportate da modelli teorici solidi e interventi basati sull’evidenza. La formazione continua del personale scolastico e il coinvolgimento attivo delle famiglie sono fondamentali per il successo dell’inclusione.

La necessità di ulteriori ricerche per sviluppare e ottimizzare approcci e strategie per l’inclusione degli studenti con ASD è evidente. Le politiche educative devono riflettere un impegno verso l’inclusione, assicurando risorse adeguate e supporti specifici per soddisfare le esigenze di tutti gli studenti. Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo sarà possibile garantire che gli studenti con ASD possano prosperare in un ambiente scolastico che sia pienamente inclusivo.

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