L’evoluzione della struttura familiare: cambiamenti storici e prospettive attuali

a cura della dott.ssa Incoronata Ricciardi
La famiglia rappresenta un pilastro fondamentale della struttura sociale poiché è la principale agenzia di socializzazione. Fin dalla nascita, i membri della famiglia sono immersi in un ambiente ricco di valori, norme, e tradizioni che contribuiscono alla loro formazione come individui e membri della società. La famiglia funge da primo contesto in cui vengono apprese le regole sociali, i comportamenti accettabili, e le abilità relazionali. Attraverso l’interazione quotidiana con genitori, fratelli, e altri parenti, i bambini e gli adolescenti assimilano modelli di comportamento, sviluppano una comprensione dei ruoli di genere, e interiorizzano principi etici e morali. In tal modo, la famiglia agisce da tramite fondamentale tra l’individuo e la società, preparandolo per il suo ruolo e le sue responsabilità nel contesto più ampio. La famiglia, plasmata da una molteplicità di fattori sociali, culturali ed economici nel corso dei secoli, ha subito profondi mutamenti.
Questo articolo si propone di esaminare tali cambiamenti e di individuarne le radici che le hanno alimentate, offrendo una panoramica completa sul concetto stesso di famiglia e sulle sue diverse manifestazioni nel corso della storia umana. Partendo da un’analisi storica e giuridica, il testo traccia un percorso che ripercorre le tappe cruciali dell’evoluzione dell’istituzione familiare, dall’affermarsi della famiglia nucleare nel XIV-XV secolo fino alla crisi dell’ideale tradizionale di famiglia avvenuta nei primi anni ’70. Questo momento di svolta, agevolato da cambiamenti legislativi quali le nuove leggi sull’aborto e sul divorzio, ha portato a una ridefinizione dei ruoli di genere e del concetto stesso di matrimonio. L’avvento delle donne nel mondo del lavoro ha ulteriormente contribuito a ridefinire le dinamiche familiari, favorendo la formazione di nuclei familiari più piccoli e di strutture familiari più flessibili, in netta discontinuità con il modello patriarcale del passato. Il testo si propone, inoltre, di esaminare le forme emergenti di strutture familiari, quali le famiglie di fatto, unipersonali, monogenitoriali e ricostituite. Particolare attenzione verrà dedicata alla complessità delle dinamiche genitoriali all’interno delle famiglie ricostituite, dove la presenza di genitori biologici e sociali può generare sfide e nuove prospettive.
INTRODUZIONE
L’istituzione della famiglia ha rappresentato un cardine della società umana fin dagli albori della civiltà, una struttura essenziale che ha plasmato e riflesso i valori e le norme culturali delle diverse epoche storiche. Le interazioni familiari quotidiane trasmettono valori, norme e comportamenti sociali, facilitando l’integrazione dei bambini nella società. In un ambiente familiare sicuro, i bambini sviluppano competenze sociali e ricevono una solida base culturale e identitaria, garantendo continuità con le generazioni precedenti. Come rifletteva Lévi-Strauss (1969), la famiglia è un’invenzione sociale, un prodotto culturale in costante mutamento e adattamento alle dinamiche dei contesti sociali. Questo concetto è riflesso nelle parole di Durkheim, il quale sottolineava che la famiglia si trasforma insieme alla società, poiché entrambe sono interconnesse e riflettono i modelli culturali dominanti, infatti, nel 1888, scrisse: <<Non esiste un modo di essere e di vivere che sia il migliore di tutti. […] La famiglia di oggi non è né più né meno perfetta di quella di una volta: è diversa, perché le circostanze sono diverse>>. E ancora nel 1892 affermava: <<Noi siamo attaccati alla nostra famiglia perché siamo attaccati alla persona di nostro padre, di nostra madre, di nostra moglie, dei nostri figli. Un tempo era totalmente diverso: i legami che derivavano dalle cose primeggiavano su quelli che derivavano dalle persone, lo scopo primario di tutta l’organizzazione familiare era quello di mantenere la famiglia, i beni domestici e, rispetto a questi, ogni considerazione personale appariva secondaria>>. La prospettiva moderna vede la famiglia come un’unione di affetti, in continua evoluzione per rispondere alle dinamiche della società contemporanea. Questa evoluzione è evidente nelle molteplici forme familiari che emergono, che vanno oltre il modello tradizionale della famiglia nucleare. La complessità delle relazioni familiari contemporanee riflette i cambiamenti storici, sociali e tecnologici rapidi ed esponenziali che caratterizzano il mondo moderno. Tali cambiamenti hanno portato a una ridefinizione dei ruoli genitoriali e a una ristrutturazione dei modelli familiari, che a loro volta hanno creato sfide e incertezze nel quadro educativo e relazionale. In questo scenario complesso e in continua evoluzione, diventa sempre più importante riflettere criticamente sulle attuali configurazioni familiari e sul ruolo dei genitori nella società contemporanea.
1. Origini ed evoluzione del diritto di famiglia
Il Codice Civile italiano del 1865 segnò un importante punto di svolta nella disciplina del diritto di famiglia, ispirandosi al Code Civil francese del 1804 e introducendo norme fondamentali per l’organizzazione e la gestione delle famiglie nell’Italia dell’epoca. Questo codice istituì per la prima volta una disciplina unitaria ed omogenea del diritto di famiglia, basata su una concezione istituzionalistica della famiglia come portatrice di un superiore interesse sociale. Una delle principali innovazioni fu l’istituzione del matrimonio civile, conferendo rilevanza legale a questo atto e riducendo l’importanza delle nozze contratte con riti religiosi. Tuttavia, non venne introdotto l’istituto del divorzio, poiché si riteneva che potesse compromettere la coesione familiare, considerata di interesse primario per la società. Il marito fu riconosciuto come capo della famiglia, con l’introduzione dell’autorizzazione maritale e l’attribuzione della patria potestà al padre, con il limite del raggiungimento della maggiore età. Il codice stabilì anche un nuovo sistema patrimoniale che prevedeva la separazione dei beni tra i coniugi. La disciplina della filiazione fu rigida, con il mancato riconoscimento dei figli adulterini o incestuosi e il divieto di ricerca della paternità per i figli riconoscibili. Tuttavia, venne introdotto l’istituto dell’adozione, sebbene con il divieto di adottare minorenni. Questa impostazione rimase sostanzialmente invariata per molti anni, subendo le prime riforme nel 1919 e nel 1929, che portarono all’abrogazione dell’autorizzazione maritale e all’attribuzione di effetti civili al matrimonio canonico e ai matrimoni celebrati da ministri dei culti ammessi nello stato. Nel 1939, vi fu una “riscrittura” del codice che, pur rimanendo fedele al modello del 1865, introdusse alcune innovazioni, come la possibilità di riconoscere i figli adulterini e la modifica della normativa sull’adozione e sull’età per contrarre matrimonio.
1.1 La stagione delle riforme
Il Novecento è un secolo contraddittorio, caratterizzato sia da grandi ideali e rivolgimenti positivi che da eventi infausti, come i due conflitti mondiali e i trattati di pace che non riuscirono a prevenire ulteriori conflitti. In questo contesto, la sfera privata emerge come un rifugio, un luogo di riposo dove ci si può abbandonare senza difese, circondati dal calore familiare. La famiglia, all’interno di questa sfera privata, ha subito una serie di trasformazioni. In particolare, dal punto di vista storico-demografico, si sono evidenziati tre fenomeni interdipendenti, come osserva la sociologa Chiara Saraceno (1988):
- Il numero delle famiglie è triplicato mentre la popolazione è raddoppiata.
- Il numero medio dei componenti delle famiglie è rimasto pressoché costante, con un aumento delle famiglie nucleari e una riduzione delle famiglie estese e multiple.
- Si è osservata una progressiva nuclearizzazione della famiglia, con una riduzione delle famiglie agricole e un aumento delle famiglie con piccoli nuclei coniugali.
Nelle prime fasi del processo di nuclearizzazione, la realtà italiana presentava una varietà di strutture familiari, dalle famiglie patriarcali estese a quelle mononucleari di braccianti, influenzate dalla distribuzione della proprietà terriera e dalle condizioni sociali delle singole famiglie. Tuttavia, con il passare del tempo, si assistette a una tendenza verso famiglie nucleari più piccole e autonome. Un esempio di questa mentalità tradizionale è evidenziato da scrittori come Giovanni Verga nel suo romanzo “I Malavoglia”, che condannava il tentativo di abbandonare la famiglia patriarcale come fonte di sventura e sfortuna. Questo dimostra quanto profondamente radicati fossero i valori tradizionali legati alla famiglia e quanto lentamente si siano evoluti nel corso del tempo, riflettendo le specificità storiche e sociali dell’Italia.
L’industrializzazione e l’urbanizzazione hanno favorito la riduzione delle famiglie agricole e l’emergere delle famiglie nucleari, la diversificazione del mercato del lavoro ha contribuito alla fuoriuscita dei figli dai nuclei familiari di origine. Il fenomeno della riduzione delle famiglie agricole è stato accompagnato da un calo dell’occupazione femminile tra gli anni ’40 e i primi anni ’60. Durante questo periodo, un numero crescente di donne abbracciava il ruolo di casalinga a tempo pieno, un modello diffuso soprattutto tra la piccola e media borghesia urbana. Questo concetto di donna adulta come custode del nucleo familiare si diffuse gradualmente in tutte le classi sociali, diventando il nuovo modello di normalità dalla seconda metà degli anni ’50. Tuttavia, fu di breve durata, poiché a metà degli anni ’60 l’occupazione femminile tornò a crescere, coinvolgendo anche le donne sposate con figli. Nonostante la partecipazione delle donne al lavoro al di fuori della casa, la responsabilità del lavoro domestico continuò a essere considerata principalmente femminile, mantenendo un approccio tradizionale ai ruoli di genere.
Questo scenario contribuì a consolidare uno stile di vita per la famiglia nucleare caratterizzato dall’indissolubilità del matrimonio e da una rigida divisione dei ruoli basata sulla disuguaglianza tra i sessi.
La situazione sociale e legislativa in Italia dagli anni ’50 agli anni ’70 era caratterizzata da una forte conservazione dei valori tradizionali, con la famiglia patriarcale e cattolica al centro della società. Le relazioni coniugali erano regolate principalmente dal vincolo sacro del matrimonio, mentre i ruoli di genere erano rigidamente definiti, con le donne responsabili principalmente delle faccende domestiche, indipendentemente dalla loro partecipazione al lavoro esterno.
L’Italia era indietro rispetto ad altri paesi europei. Alla fine degli anni ’50, ad esempio, un marito poteva proibire alla moglie di uscire di casa da sola, e non era considerato reato maltrattarla in caso di disobbedienza. La violenza domestica era diffusa in tutti gli strati sociali, e le donne che subivano maltrattamenti iniziavano a richiedere la separazione legale.
Anche il sistema penale rifletteva la mentalità patriarcale dell’epoca. L’adulterio era considerato un reato punibile con la reclusione, ma con differenti misure per uomini e donne. Inoltre, esisteva il cosiddetto “delitto d’onore”, che permetteva la reclusione ridotta per chi commetteva omicidio nell’ira provocata da un affronto all’onore familiare.
La situazione delle donne era particolarmente difficile, con molte giovani vittime di violenza sessuale che venivano spesso accusate di comportamento immorale. Il matrimonio era spesso visto come l’unica via per evitare il disonore, e l’aborto non era regolamentato e considerato un delitto contro l’integrità della stirpe. Tuttavia, a partire dalla seconda metà degli anni ’60, iniziò a emergere una maggiore consapevolezza sociale con la diffusione di idee femministe, come quelle di Betty Friedan e Kate Millet, portò alla nascita di movimenti femministi anche in Italia che promuovevano la libertà sessuale, la lotta contro le violenze sessuali e la richiesta di pari opportunità tra uomini e donne. La battaglia per il divorzio divenne sempre più rilevante all’interno di questa nuova coscienza sociale. Nel 1965, il deputato socialista Loris Fortuna presentò un progetto di legge sul divorzio, seguito da altri tentativi negli anni successivi, nel 1974, un referendum sull’abrogazione della legge sul divorzio confermò la sua validità, segnando una vittoria per il pluralismo e i diritti civili in Italia, nel corso del tempo, la legge ha subito ulteriori aggiornamenti, come il divorzio breve, ciò ha portato un mutamento nella concezione del matrimonio come istituzione sacra e alla sua preservazione come atto istitutivo della famiglia.
Successivamente, altre leggi hanno ampliato i diritti individuali, come la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza del 1978 e la legge sulla procreazione medicalmente assistita del 2004.
Un cambiamento significativo è stato anche l’introduzione dell’unione civile nel panorama normativo italiano, che ha ampliato i modelli di convivenza riconosciuti legalmente al di là del tradizionale matrimonio eterosessuale.
Inoltre, la legge del 2012 ha sancito l’unicità dello status di figlio, eliminando la distinzione tra figli nati dentro e fuori dal matrimonio. Questo ha posto al centro l’interesse del minore e ha contribuito a una maggiore parificazione formale e terminologica nel diritto di famiglia. I cambiamenti sociali e culturali hanno reso necessario l’adattamento del quadro normativo alle nuove realtà familiari. A questo proposito l’articolo 29 della Costituzione italiana che definisce la famiglia come una “società naturale” e attribuisce i “diritti della famiglia”, ha generato un forte dibattito sulla sua interpretazione, con alcune correnti che vedono il matrimonio come fondamento della famiglia legittima, mentre altre sostengono l’apertura verso forme di convivenza non matrimoniale, come le unioni civili.
2. Nuove forme familiari nell’Italia contemporanea: tra cambiamenti sociali e legislativi
La società contemporanea è caratterizzata da una serie di cambiamenti significativi rispetto al passato, che hanno portato alla nascita di nuove tipologie di famiglie. Questi cambiamenti includono l’emergere di valori e norme sociali innovative (uguaglianza di genere, autonomia individuale e la libertà di scelta), nuove fasi nel corso della vita individuale e fenomeni come l’instabilità coniugale e l’invecchiamento della popolazione.
- Famiglia monogenitoriale: aumento in Europa dovuto a vedovanza, procreazione al di fuori del matrimonio e separazioni coniugali. In Italia, l’ordinamento cerca di bilanciare gli interessi dei figli a mantenere rapporti con entrambi i genitori. La frequenza degli incontri dipende dal conflitto coniugale, potenzialmente causando “pendolarismo familiare” con sfide relazionali, economiche e organizzative.
- Famiglia ricostituita: Si forma quando uno dei partner ha avuto precedenti relazioni. Maggiore complessità se entrambi i partner hanno figli da relazioni precedenti, con sfide relazionali e identitarie per i figli.
- Famiglia unipersonale: In crescita in Europa, dovute all’aumento delle aspettative di vita e all’instabilità coniugale. Più comuni tra gli uomini in Italia, spesso a causa di abitudini culturali o divisione dei figli in caso di separazione.
- Convivenza More Uxorio (Famiglia di Fatto): Scelta di vivere insieme senza matrimonio. Le motivazioni sono varie: prova del rapporto, impossibilità di sposarsi, negoziare ruoli e responsabilità familiari, rifiuto ideologico del matrimonio. Legalmente riconosciute, ma offrono meno tutele rispetto ai matrimoni, nonostante la legge Cirinnà del 2016, che ha introdotto regole per unioni civili e convivenze more uxorio, consentendo ai conviventi di stipulare contratti per disciplinare rapporti patrimoniali. Include disposizioni su diritti di visita, assistenza in caso di malattia e diritti successori per i conviventi.
2.1 Sfide e opportunità nelle famiglie ricostituite: gestire le complessità delle nuove relazioni
Le famiglie ricostituite si formano quando due partner si uniscono in convivenza o matrimonio dopo aver avuto precedenti relazioni. Queste nuove famiglie non includono solo i due partner, ma spesso coinvolgono anche:
- I figli biologici del precedente matrimonio: Questi sono i figli che uno o entrambi i partner hanno avuto da relazioni precedenti. Possono essere bambini o adolescenti.
- I figli della precedente relazione dell’attuale partner: Questi sono i figli del partner attuale che possono provenire da una relazione precedente. Anche loro possono essere bambini o adolescenti.
- I figli che potrebbero nascere dalla loro nuova unione: Se la coppia decide di avere figli insieme, questi figli saranno parte integrante della famiglia ricostituita.
Questo tipo di famiglia presenta molte sfide e complessità nelle dinamiche relazionali. Alcune delle principali sfide includono:
- Elaborazione della divisione e della perdita del precedente nucleo familiare: Entrambi i partner e i figli devono elaborare il senso di perdita e di fallimento associato alle precedenti relazioni. La gestione della separazione influenzerà la qualità delle nuove relazioni familiari.
- Ridefinizione dei ruoli genitoriali: I genitori devono riconciliare la funzione genitoriale non solo con i loro figli biologici, ma anche con i figli del partner. È importante evitare conflitti di lealtà e favorire una collaborazione positiva tra i genitori e i figli acquisiti.
- Creazione di un senso di appartenenza e di identità nella nuova famiglia: Tutti i membri della famiglia devono ridefinire un senso di identità familiare, che può includere nuove relazioni, tradizioni, regole ed educazione. È fondamentale trovare un equilibrio tra vecchie e nuove esperienze familiari.
- Il rapporto tra fratelli acquisiti: Le relazioni tra i figli di ciascun partner possono essere fonte di tensioni, gelosie e sensi di colpa. È importante favorire un clima di ascolto e accoglienza per gestire eventuali conflitti.
- Pazienza e flessibilità: Creare una nuova identità familiare richiede tempo e pazienza. La capacità di adattarsi ai cambiamenti e di gestire le sfide familiari è essenziale per il benessere della famiglia ricostituita.
Tuttavia, nonostante queste sfide, le famiglie ricostituite se gestite con una comunicazione aperta e rispetto da parte di tutti i membri possono rappresentare una preziosa fonte di crescita, felicità e benessere, favorendo lo sviluppo di nuove relazioni e legami affettivi significativi, offrendo l’opportunità di esplorare nuove prospettive e esperienze di vita, rafforzando i legami familiari e promuovendo l’apprendimento e l’adattamento ai cambiamenti.
CONCLUSIONI
In conclusione, l’evoluzione della struttura familiare nel corso della storia ha evidenziato cambiamenti significativi, influenzati da fattori sociali, culturali ed economici. Dalle famiglie patriarcali estese alle famiglie nucleari moderne, la famiglia ha subito una trasformazione radicale, riflettendo i valori e le norme delle diverse epoche storiche. Questi cambiamenti hanno portato alla nascita di nuove tipologie di famiglie, tra cui le famiglie ricostituite, che presentano sfide e opportunità uniche. Nonostante le complessità nelle dinamiche relazionali, queste famiglie offrono l’opportunità di sviluppare legami affettivi significativi, esplorare nuove prospettive di vita e promuovere il benessere familiare. Attraverso una comunicazione aperta, il rispetto reciproco e la flessibilità, le famiglie ricostituite hanno il potenziale per contribuire alla costruzione di una società più inclusiva e solidale, in cui ogni membro può trovare appartenenza, sostegno e felicità.
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