LEZIONE 10: Lingue dei segni
LINGUE DEI SEGNI O LINGUE
SEGNATE
Lingue umane le cui forme consistono in sequenze di movimenti e
configurazioni delle mani e delle braccia, del volto, e della parte
superiore del torso. Tipicamente, le lingue dei segni sono
percepite attraverso la modalità visiva. Le lingue dei segni
contrastano dunque, ovviamente, con le lingue parlate, le cui
forme consistono in suoni prodotti da sequenze di movimenti e
configurazioni della bocca e del tratto vocale. In termini più
informali, dunque, le lingue dei segni sono lingue visivo-gestuali,
mentre le lingue parlate sono lingue uditivo-vocali.
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La lINGUa DEI SEGNI e’
universale’
La lingua dei segni è usata primariamente dalle persone sorde,
per le quali è un mezzo di comunicazione assai naturale.
Un’idea che circola spesso tra i non addetti ai lavori è che esista
una sola lingua dei segni condivisa da tutti i sordi del mondo.
Non è così: ci sono molte lingue dei segni diverse. Per esempio:
Così come le lingue uditivo-vocali differiscono da un punto di
vista fonologico, lessicale, nei tipi di regole che usano, e nelle
loro relazioni storiche, anche le lingue dei segni differiscono in
questi rispetti.
Alcune differenze lessicali tra
lingue segniche
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In lingue dei segni diverse lo stesso significato può essere
espresso da segni diversi.
Per esempio il segno per albero nella lingua dei segni italiana
(LIS) è diverso dal segno per albero nella lingua dei segni
americana (ASL).
In lingue dei segni diverse lo stesso segno può avere significati
diversi.
Per esempio, il segno per padre nella lingua dei segni cinese
(CSL) è identico al segno per segreto nella lingua dei segni
americana.
Il segno per aiutare nella lingua dei segni cinese è identico al
segno per spingere nella lingua dei segni americana (che è anche
il segno per spingere nella lingua dei segni italiana).
fig.p.6
ASL e BSL
In alcuni casi, aree in cui si usa la stessa lingua parlata hanno
lingue dei segni diverse.
Per esempio, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti si parla la
stessa lingua parlata (o due variet_a della stessa lingua parlata).
Ma la lingua dei segni britannica (BSL) e la lingua dei segni
americana (ASL) non sono reciprocamente intellegibili.
la lingua dei segni _e fatta di gesti
iconici
Nel caso delle lingue uditive non esiste alcuna somiglianza tra le
parole e ci_o che esse denotano (se si escludono i casi di parole
onomatopeiche, in cui il suono evoca certe qualità del referente).
Non esiste alcuna somiglianza tra la parola casa e il tipo di
oggetti che questa parola denota.
Si potrebbe pensare, invece, che per le lingue segnate non sia
così. Si potrebbe pensare che in queste lingue i segni abbiano un
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rapporto non arbitrario con il tipo di oggetti che denotano, che
essi somiglino a questi oggetti.
Più in generale, si potrebbe pensare che comunicare in lingua dei
segni è un processo analogo alla pantomima, cioè alla
comunicazione per mezzo di gesti ed espressioni facciali a cui si
ricorre, per esempio, quando non si conosce la lingua del proprio
interlocutore.
grAmmatica
Benchè alcuni segni della Lingua dei Segni Italiana somiglino in
qualche modo al tipo di oggetti che denotano, questo non è
adatto vero per tutti i segni di questa lingua. Infatti, mentre
esistono segni, come quello per `casa’, che assomigliano al tipo
di oggetto denotato, questo non vale per altri segni, come ad
esempio il segno per `grammatica’.
Per alcuni segni, la somiglianza tra segno e oggetto denotato non
è immediatamente ovvia, ma è possibile ricostruire l’esistenza di
una relazione tra la forma del segno e il tipo di oggetto
denotato. Per esempio, il segno per `vecchio’ sembra richiamare
la barba.
Questo rapporto, tuttavia, è ricostruibile solo a posteriori.
Una persona che vede il segno per la prima volta ha difficoltà ad
indovinare quello che il segno significa dalla sua forma.
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Carattere convenzionale del segno
Non tutti i segni della LIS sono iconici. Il fatto che il segno per
grammatica in LIS denota la grammatica non dipende dalla
somiglianza tra il segno e l’oggetto denotato.
Ma, anche per i segni iconici, è plausibile sostenere questo: il
fatto che il segno denota un certo tipo di oggetto non dipende
dalla somiglianza tra segno e oggetto, ma è una convenzione della
lingua.
Il segno della LIS per albero richiama la forma dell’albero. Ma
non ogni segno che richiama la forma dell’albero è un segno per
albero in LIS. Infatti, il segno per albero in ASL richiama la
forma dell’albero, eppure questo segno non denota albero in
LIS. Dunque, il fatto che un certo segno della LIS sta per albero
è una convenzione della LIS, non dipende dal fatto che il segno
assomiglia all’oggetto.
Come per le lingue uditive il rapporto tra le parole della lingua e i
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loro denotata è parte delle convenzioni della lingua, così nelle
lingue segniche il rapporto tra i segni e i loro denotata è
convenzionale.
Segno e gesto
Ritorniamo ora all’affermazione che comunicare in lingua dei
segni è un processo analogo alla pantomima, cioè all’attività di
chi si fa intendere mimando.
Nel caso dei gesti della pantomima la relazione tra il gesto e il
referente è spesso non convenzionale: la relazione tra questi
gesti e l’oggetto a cui si riferiscono dipende spesso dal fatto
che i gesti rappresentano visivamente certe qualità dell’oggetto
a cui si riferiscono.
Invece, come abbiamo appena visto, la relazione tra i segni delle
lingue segniche e i loro denotata è sempre convenzionale, così
come nel caso delle parole delle altre lingue naturali.
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Spazio segnico e spazio gestuale
Esistono anche altre differenze tra lingue segniche e
pantomima.
Lo spazio in cui vengono eseguiti i segni delle lingue segniche si
estende da sotto alla vita fino alla cima del capo. Il resto del
corpo non viene mai coinvolto.
I gesti della pantomima possono invece coinvolgere ogni parte
del corpo.
Organizzazione grammaticale
Le frasi delle lingue segniche, a differenza delle sequenze di
gesti nella pantomima, hanno una struttura sintattica complessa
governata da regole.
Nella pantomima non ha importanza l’ordine in cui vengono
eseguiti i gesti: qualsiasi ordine dei gesti è appropriato purchè
assolva la funzione di trasmettere il messaggio che l’agente
intende trasmettere.
Nelle lingue dei segni esistono regole sintattiche che
determinano l’ordine dei segni nella frase. (Vedremo un esempio
di queste regole più avanti).
Lingue segniche e
organizzazione del
cervello
Esiste in fine un altro tipo di evidenza che dimostra come le
lingue segniche differiscano da modi di espressione gestuale
come la pantomima.
Questa evidenza ha a che fare con il modo in cui il nostro
cervello è organizzato.
Localizzazione delle funzioni
cognitive
Da più di un secolo, si va accumulando evidenza che le funzioni
cognitive sono localizzate in aree diverse del cervello.
A quanto sappiamo, le funzioni linguistiche tendono ad essere
localizzate nell’emisfero sinistro del cervello, mentre il
riconoscimento facciale e, più in generale, le funzioni visive e
spaziali tendono a essere localizzate nell’emisfero destro.
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La localizzazione cerebrale delle funzioni cognitive viene oggi
investigata con tecniche come la PET (tomografia ad emissione
di positroni), che rivela quali aree del cervello sono più attive
mentre si è impegnati a svolgere determinati compiti.
Lo studio della localizzazione cerebrale delle funzioni cognitive,
tuttavia, era già iniziato nel secolo scorso.
Il chirurgo francese Paul Broca nel 1864 aveva mostrato che i
pazienti affetti da un certo tipo di afasia, sottoposti ad
autopsia, rivelavano un danno cerebrale ad una certa area del
lobo frontale sinistro del cervello, mentre i pazienti con un
danno cerebrale nell’area corrispondente dell’emisfero destro
non erano afasici.
L’afasia di Broca
L’afasia di Broca, o agrammatismo, è determinata da lesioni
all’area di Broca, situata nel lobo frontale sinistro del cervello.
Gli afasici di Broca capiscono, generalmente, quello che gli viene
detto, ma sono poco fluenti, fanno fatica a mettere insieme le
parole per formare delle espressioni complesse e delle frasi.
Ecco un esempio riportato da H. Goodglass del modo di parlare di
un afasico di Broca americano a cui è stato chiesto perchè era
tornato in ospedale:
Yes{ah{Monday ah{Dad{and Dad{ah{Hospital{and
ah{Wednesday{Wednesday{nine o’clock and ah Thursday{ten
o’clock ah doctors{two{two{ah doctors and{ah{teeth{yah. And
a doctor{ah girl{and gums, and I.
\Si{ah{Luned__ ah{Babbo{e Babbo{ah{ospedale{e
ah{mercoled__{mercoled__{nove in punto e ah gioved__{dieci in
punto ah dottori{due{due{ah dottori and{ah{denti{si. E un
dottore{ah ragazza{gengive, e io.”
L’afasia di Wernicke
Karl Wernicke nel 1874 scoprì che alcuni pazienti affetti da
lesioni in un’altra area del lobo sinistro, detta da allora area di
Wernicke, mostravano un tipo di afasia diverso.
Gli afasici di Wernicke capiscono assai poco di quello che gli
viene detto, parlano fluentemente, ma dicono spesso cose senza
senso.
Ecco un esempio del modo di parlare di un afasico di Wernicke
americano a cui è stato chiesto come stava di salute:
I felt worse because I can no longer keep in mind from the mind
of the minds to keep me from mind and up to the ear which can
be to _nd among ourselves.
\Mi sentivo peggio perchè non posso più tenere a mente dalla
mente delle menti per tenermi da mente e nell’orecchio il quale
può essere per trovare tra noi stessi”.
fig.p.19
Una domanda naturale
Nelle lingue dei segni, le funzioni linguistiche sono espresse
manipolando delle relazioni spaziali.
Viene dunque naturale chiedersi in che parte del cervello la
lingua dei segni è localizzata:
_ Nell’emisfero sinistro, in cui tendono ad essere localizzate le
funzioni linguistiche?
_ O nell’emisfero destro in cui tendono ad essere localizzate le
funzioni visive e spaziali?
_ Oppure in tutti e due gli emisferi?
Queste sono le domande a cui ha cercato di rispondere il gruppo
di Ursula Bellugi del Salk Institute a partire dagli anni ottanta.
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Afasia in ASL
Bellugi e i suoi collaboratori, investigando casi di segnanti di ASL
con lesioni cerebrali, hanno scoperto questo:
Lesioni in aree dell’emisfero sinistro che provocano forme
diafasia nei parlanti delle lingue uditivo-vocali provocano forme
analoghe di afasia in relazione all’ASL: i segnanti con una lesione
all’area di Broca hanno difficoltà a produrre frasi complete in
lingua dei segni, mentre generalmente capiscono ciò che gli
viene segnato; i segnanti con una lesione all’area di Wernicke
sono molto fluenti in lingua dei segni, ma hanno
difficoltà di comprensione e spesso segnano cose senza senso.
I segnanti afasici, tuttavia, non sono menomati per quanto
riguarda altre capacità visivo-spaziali. In particolare, questi
segnanti sono in grado di produrre e comprendere gesti di tipo
pantomimico (fare spallucce, fare ciao, alzare il pugno in segno di
minaccia, ecc.).
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Lesioni dell’emisfero destro e
left neglect
Inoltre, si è scoperto che:
• i segnanti con lesioni all’emisfero destro possono essere
severamente menomati per quanto riguarda le loro capacità
visivo-spaziali (incapacit_a di percepire l’orientamento
spaziale o di comprendere la relazione spaziale tra oggetti)
ed essere tuttavia in grado di segnare normalmente;
• I segnanti affetti da left neglect, un’incapacità di
percepire stimoli nella metà sinistra del campo visivo
causata da lesioni all’emisfero destro, continuano ad usare
il lato sinistro dello spazio che hanno di fronte per segnare.
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Espressioni facciali emotive e
grammaticali
Evidenza ulteriore che la capacità di segnare è localizzata nella
parte sinistra del cervello adibita alle funzioni linguistiche
proviene dall’uso delle espressioni facciali. Vediamo perchè.
Spesso, certe emozioni vengono manifestate attraverso certe
espressioni facciali. Per esempio, quando siamo contenti,
possiamo manifestare questo stato sorridendo, ecc.
Nelle lingue segnate, certe espressioni facciali non hanno la
funzione di esprimere emozioni, ma hanno invece una funzione grammaticale.
Vediamo un esempio tratto dalla LIS.