Le tecniche psicofisiche per migliorare la performance sportiva
Nella pratica sportiva, è possibile raggiungere la performance massimale, solo se vi è coordinazione tra mente e corpo.
Ogni sportivo per poter migliorare la propria prestazione, deve incrementare le sue capacità di:
- Gestire le emozioni;
- Autocontrollo;
- Concentrazione;
- Attenzione selettiva;
- Tolleranza della frustrazione;
- Gestione dell’ansia;
- Accettare le sconfitte;
- Fronteggiare i possibili infortuni;
- Fronteggiare le fatiche degli allenamenti.
Attraverso diverse tecniche di allenamento mentale, è possibile per l’atleta conoscere meglio Sé stesso, le sue risorse personali, i suoi limiti, le proprie modalità di pensiero abituali e le emozioni ad esse collegate.
Per accrescere le risorse mentali dell’atleta, si rivelano molto utili le tecniche di rilassamento, gestione dell’attivazione psicofisiologica e di visualizzazione.
A cosa servono le tecniche di rilassamento?
Tra le principali tecniche di rilassamento utilizzate, molto utile è quella del Training Autogeno.
La capacità di raggiungere lo stato di rilassamento è fondamentale nella preparazione di ogni sportivo.
Il rilassamento coincide con uno stato di normalizzazione delle funzioni vitali e quindi ad un loro migliore utilizzo.
Il Training Autogeno è in grado di aumentare gli effetti positivi nella pratica sportiva.
La tecnica consente infatti di: ottimizzare il controllo del tono muscolare, il recupero delle energie, il controllo dell’emotività e dell’ansia pre-agonistica, padroneggiare e dosare lo sforzo atletico.
A cosa servono le tecniche di visualizzazione?
Le tecniche di visualizzazione, si basano sul potere dell’immaginazione.
Attraverso il ricorso all’immaginazione, è possibile raggiungere una condizione di rilassamento, sia prima della gara che durante la gara stessa.
La visualizzazione è molto utile inoltre, per focalizzare l’obiettivo che si intende raggiungere, per definirlo, comprendere con maggiore chiarezza il processo per raggiungerlo e riuscire a gestire gli imprevisti derivanti, in quanto già parzialmente analizzati mentalmente.
A cosa servono le tecniche di controllo dell’attivazione psicofisiologica?
Il controllo dell’attivazione psicofisiologica, comprende tutti i processi caratteristici dello stato di arousal: aumento della vigilanza e dell’attenzione, attivazione dei muscoli, del cuore, dei polmoni. E’ di fondamentale importanza che l’atleta, impari ad allenarsi per mantenere il livello ottimale di attivazione psicofisiologica richiesto dalla performance, per evitare quindi un inutile dispendio energetico.
Il ricorso a queste e molte altre tecniche, rappresenta per l’atleta, un vero e proprio programma di allenamento mentale o mental training, che se adeguatamente insegnate ed apprese, rappresenta una componente essenziale dell’allenamento sportivo, volta a potenziare le sue capacità, nell’assoluto rispetto dell’integrità psicofisica.
Vedi anche: Psicologia dello sport: ecco perché le gare si vincono “con la testa”