Le tappe dello sviluppo del gioco

A cura di: Angelica Venanzetti

INTRODUZIONE

Durante le fasi dello sviluppo nei bambini insorgono capacità sempre più complesse, infatti i processi di sviluppo cognitivo risultano essere connessi ad altre competenze dello sviluppo, come lo sviluppo fisico, motorio, linguistico, percettivo, emotivo e dell’identità (Santrock, 2021). Durante le traiettorie evolutive i bambini riusciranno ad imparare ad utilizzare in maniera diversa i giochi, in una fase iniziale potranno attuare delle imitazioni dei comportamenti degli adulti, successivamente i bambini potranno realizzare delle azioni combinate non appropriate, soprattutto rispetto alla funzionalità degli oggetti; tali comportamenti inappropriati man mano diverranno appropriati rispetto alla corretta funzione dell’oggetto. Nel corso dello sviluppo il gioco acquisisce simbolicità mediante l’utilizzo dell’imitazione, inizialmente il gioco che si approssima alla simbolizzazione si contraddistingue per essere rivolto a sé stessi oppure agli altri, ma in una fase successiva può acquisire i tratti della simbolicità e tali attività di simbolizzazione vengono proposte in sequenza e, con l’incremento della capacità di rappresentazione mentale, il bambino potrà attuare una sostituzione simbolica degli oggetti utilizzati (Baumgartner, 2010).

Intorno ai due anni i bambini acquisiscono una capacità rappresentativa, ovvero i bambini imparano ad utilizzare i simboli, le immagini, le parole e le azioni che non sono connesse ad una realtà percepita in un determinato momento (Santrock, 2021). L’acquisizione della capacità rappresentativa favorisce nei bambini la possibilità di sviluppare una nuova modalità di interazione e di gioco diversa. Nel periodo precedente ai due anni Piaget ha evidenziato l’esistenza di sei sottostadi durante i quali si può osservare un incremento delle competenze cognitive, pertanto al raggiungimento del sesto stadio, il bambino riesce ad utilizzare le capacità cognitive acquisite e trasferirle all’interno di un contesto ludico, ad esempio può utilizzare degli oggetti atipici rispetto all’azione che il bambino intende svolgere, pertanto gli oggetti risultano inadeguati ma il bambino li applica al contesto ludico che vuole realizzare (Santrock, 2021).

Lo sviluppo dei bambini procede attraverso delle tappe che tengono in considerazione differenti traiettorie evolutive, dunque le aree linguistiche, motorie, percettive, emotive, fisiche, cognitive e dell’identità non devono essere considerate come separate o isolate, bensì sono tra loro interconnesse (Santrock, 2019).

La psicologia dello sviluppo, nel corso degli anni, ha indagato alcuni aspetti fondamenti delle tappe di sviluppo per approfondire i seguenti quesiti (Macchi Cassia et al., 2012):

  1. Che cosa si modifica nel corso dello sviluppo e come avvengono i cambiamenti?” (Macchi Cassia et al., 2012), infatti le tematiche approfondite dagli studiosi della psicologia dello sviluppo hanno riguardato, non solo la componente descrittiva delle tappe evolutive, ma anche come poter interpretare ciò che si sviluppa (Macchi Cassia et al., 2012).
  2. Lo sviluppo cognitivo è DOMINIO-GENERALE o DOMINIO-SPECIFICO?”. Quando si definisce lo sviluppo come “dominio – generale” si intende uno sviluppo in cui le varie aree interferiscono tra di loro e sono connesse, mentre quando lo sviluppo è considerato “dominio – specifico” si ritiene che ciascuna area evolutiva prosegua secondo delle traiettorie evolutive senza influenzarsi reciprocamente con le altre aree (Macchi Cassia et al., 2012).
  3. Qual è il rapporto tra i fattori biologici e l’esperienza nel determinare i cambiamenti che avvengono nel corso dello sviluppo?”.  A proposito di tale domanda, nel corso dello sviluppo, gli autori si sono soffermati sull’ipotesi che lo sviluppo derivasse completamente da una base biologica / genetica, come l’ipotesi innatista di Chomsky per il linguaggio, mentre l’altra ipotesi è che i cambiamenti che avvengono, siano dovuti completamente alle esperienze vissute. Ad oggi l’ipotesi più plausibile è che ci sia un’interazione tra la componente genetica – biologica e quella ambientale, dunque sono molteplici i fattori che determinano le traiettorie evolutive (Waddingotn, 1975).
  4. Lo sviluppo è continuo o discontinuo?” Quando lo sviluppo viene considerato un processo “continuo” ci si riferisce allo sviluppo inteso come quantitativo, mentre un processo di sviluppo “discontinuo” riguarda dei cambiamenti di tipo qualitativo (Macchi Cassia et al., 2012).

1. Lo sviluppo cognitivo e le tappe di sviluppo del gioco

Il gioco è uno dei principali strumenti che i bambini possono utilizzare sin dalla nascita a scopo comunicativo e interazionale, in particolare è importante tenere in considerazione come le tappe dello sviluppo del gioco siano strettamente collegate alle traiettorie evolutive della componente cognitiva (Santrock, 2021).

Piaget ha proposto una suddivisione stadiale per spiegare lo sviluppo cognitivo (Santrock, 2021):

  • Il primo stadio è denominato “senso – motorio”, e riguarda l’età che va dalla nascita ai 2 anni. In questo periodo i bambini vivono una fase in cui i loro processi sono incentrati sulla componente sensoriale e motoria, pertanto inizialmente i bambini agiranno mediante la pratica di riflessi. I loro comportamenti saranno rivolti a loro stessi attraverso quelle che vengono considerate le “reazioni circolarie primarie”; successivamente saranno rivolte al contesto esterno, quindi alle altre persone, e sono denominate “reazioni circolarie secondarie”. Successivamente tali riflessi non saranno più considerati casuali, bensì i bambini acquisiscono una maggiore coordinazione tra competenze visive e tattili, quindi ci sarà una maggiore intenzionalità. I bambini intraprendono ad esplorare l’ambiente circostante, questo sottostadio è denominato “reazioni circolarie terziarie”. Al raggiungimento dei 2 anni i bambini acquisiscono la “permanenza dell’oggetto”, ovvero la consapevolezza che gli oggetti possono esistere anche se scompaiono dalla loro vista (Santrock, 2021).
  • Il secondo stadio è quello “preoperatorio”, durante il quale tra 2 e 7 anni i bambini aumentano l’uso delle parole, delle immagini, del disegno e dei giochi, infatti iniziano a svilupparsi le prime forme di ragionamento (Santrock, 2021).
  • Il terzo stadio, tra 7 e 11 anni, è lo “stadio operatorio – concreto”, in questo stadio i bambini attuano delle operazioni mentali, come la capacità di conservazione della costanza; inoltre possono svolgere delle classificazioni, delle operazioni logiche e porre in serie (Santrock, 2021).
  • Il quarto ed ultimo stadio è quello delle “operazioni formali”, tra 11 e 15 anni, durante il quale si osserva uno sviluppo caratterizzato da maggiore astrazione e sviluppo del ragionamento ipotetico – deduttivo (Santrock, 2021).

In relazione al gioco è opportuno considerare soprattutto lo stadio preoperatorio, tra i 2 e i 6 anni, poiché i bambini incrementano l’uso dei simboli, delle immagini, degli oggetti e delle azioni. Lo sviluppo delle competenze simboliche è strettamente connesso all’imitazione e al gioco, i bambini migliorano la capacità di discriminare il simbolo dall’oggetto.

Secondo la teoria di Piaget, alla base dei processi di sviluppo è da considerare i processi di assimilazione e accomodamento. L’assimilazione consiste nell’acquisire nuove informazioni provenienti dal mondo esterno, che non erano ancora parte degli schemi costruiti dal bambino (Macchi Cassia et al., 2012). L’accomodamento si caratterizza per l’integrazione di questi aspetti innovativi derivanti dal mondo esterno così da modificare gli schemi esistenti (Macchi Cassia et al., 2012).

Nei processi di imitazione, dunque si ha un accomodamento degli schemi, mentre nel gioco si ha l’assimilazione, infatti la realtà circostante al bambino è uno strumento utile per manifestare gli interessi del bambino.

Come espresso in precedenza, durante la prima fase di vita i bambini attuano dei riflessi, pertanto questo non viene definito come un processo di imitazione. Successivamente i bambini aumentano le loro interazioni e attuano dei processi di imitazione degli adulti. Durante questi processi, i bambini divengono sempre più intenzionali durante i loro comportamenti di imitazione. In età prescolare i bambini mettono in atto un’imitazione differita, ovvero riescono a praticare un’imitazione di qualcosa o qualcuno non presente in quello specifico momento, che è scomparso dalla vista del bambino da almeno alcune ore (Santrock, 2021).

Durante le fasi di sviluppo dei bambini, è importante ricordare la fase di attenzione diadica e di attenzione triadica: l’attenzione diadica si ha quando c’è un’interazione tra bambino e adulto, dunque vivono un’attenzione reciproca; mentre l’attenzione triadica si caratterizza per l’attenzione dell’adulto e del bambino rivolta a qualcosa o qualcuno di esterno a loro (Santrock, 2021). Anche nel gioco l’interazione è un aspetto importante.

2. Le tappe di sviluppo del gioco

Il gioco può essere considerato come un’attività ludica, disinteressata, adattata alla realtà interna o esterna. Le tappe di sviluppo del gioco possono essere suddivise in alcuni sottostadi.

  • 1° e 2° stadio: in questo stadio è un gioco di esercizio, in cui vengono svolte delle attività con il piacere di farle, spesso infatti l’oggetto del gioco è il proprio corpo, quindi frequentemente si evidenziano attività di prensione, movimento e fonazione (Baumgartner, 2010).
  • 3° stadio: così come nel sottostadio senso – motorio i bambini rivolgono i loro comportamenti al mondo esterno, anche nelle attività di gioco, in questo periodo, dall’essere rivolte al proprio corpo, divengono rivolte al mondo esterno, un esempio è attraverso la manipolazione degli oggetti (Baumgartner, 2010).
  • 4° stadio: in questo contesto i bambini possono adattare facilmente il loro gioco ad oggetti e situazioni nuove, come accade nello sviluppo cognitivo (Baumgartner, 2010).
  • 5° stadio: i bambini possono coordinare più schemi, come espresso in precedenza nella descrizione dello stadio senso – motorio, pertanto ad esempio svolgono dei comportamenti in sequenza ripetuti nel tempo (Baumgartner, 2010).
  • 6° stadio: in questo stadio si introduce il gioco simbolico, ovvero l’utilizzo di oggetti inadeguati per scopi diversi rispetto a quelli per i quali sono di solito utilizzati (Baumgartner, 2010).

Le prime attività dei bambini sono caratterizzate per essere funzionali, ovvero la loro azione produce un effetto su un singolo oggetto, quindi i bambini apprendono questi comportamenti attraverso l’imitazione o attraverso comportamenti per tentativi ed errori.

Un’altra tipologia di gioco è la presenza di “attività combinatorie inappropriate”, ovvero l’utilizzo e la combinazione di due o più oggetti, in cui il bambino è intenzionato ad associare due azioni ma quest’associazione non è corretta rispetto alla funzione per la quale sono stati progettati i giochi (Baumgartner, 2010). In una fase successiva queste attività possono divenire delle combinazioni appropriate, quindi due oggetti vengono sovrapposti nella maniera corretta rispetto alla loro funzionalità.

Un’ulteriore tipologia di gioco è il gioco transizionale, il quale si presenta in concomitanza alle prime forme di simbolizzazione, ovvero i gesti messi in atto riguardano alcuni comportamenti similari a quelli di imitazioni degli adulti, il gioco inizia sempre più ad acquisire un significato (Baumgartner, 2010). Le prime forme di simbolizzazione dei bambini sono auto – dirette, quindi  sono rivolte a sé, successivamente divengono rivolte agli altri (adulti o oggetti). I bambini incrementano tali simbolizzazioni proponendo anche delle sequenze, da ciò si evince che il bambino ha acquisito il simbolo, quindi può agire mediante astrazione e tale fenomeno è connesso ai processi di sviluppo intellettivo, infatti per giungere a delle competenze di realizzazione di sequenze di simbolizzazione, è opportuno aver raggiunto la capacità di rappresentazione mentale (Baumgartner, 2010).

In una fase successiva i bambini acquisiscono un’ulteriore attività di simbolizzazione, in questo caso il bambino mette in atto dei comportamenti di finzione e di “far finta di”; dunque, un oggetto può assolvere ad una funzione diversa rispetto a quella per cui viene solitamente utilizzato, in questo caso si può osservare ancora di più la plasticità mentale che i bambini hanno (Baumgartner, 2010).

3. Modelli teorici

Nelle tappe di sviluppo dei bambini ci sono alcune componenti importanti che è opportuno considerare, precedentemente sono stati citati gli aspetti cognitivi, in generale quindi i processi di attenzione condivisa, intersoggettività diadica e triadica sono dei fenomeni importanti nel corso delle traiettorie evolutive dei bambini e sono fondamentali ai fini delle abilità di gioco.

Uno dei riferimenti che possiamo tenere in considerazione è l’idea dell’ “embodied cognition”, infatti questa teoria afferma che il modo di pensare, comprendere ed interagire di ciascun essere umano sia connesso alla componente corporea, in particolare all’esperienza corporea. Nello specifico, l’esperienza motoria sembra essere collegata alle competenze linguistiche e viceversa, dunque tra azioni e pensieri si ha una reciproca influenza (Alcock & Krawczyk, 2010).

Un ulteriore aspetto importante delle traiettorie evolutive è stato il rapporto tra l’esplorazione del mondo esterno e le abilità linguistiche, Thelen ha sviluppato la teoria dei sistemi dinamici (Thelen & Smith, 2013), in cui i bambini mettono in atto dei comportamenti con l’obiettivo di percepire ed esplorare l’ambiente, questo favorisce in loro dei processi di sviluppo cognitivo, parallelamente, mentre incrementano le loro traiettorie evolutive dei processi cognitivi, acquisiscono una maggiore capacità di esplorare l’ambiente ed aumentano i loro movimenti; dunque tali aspetti potrebbero essere considerati anche riguardanti il gioco. Durante le attività di gioco, i bambini possono incrementare le loro abilità fino motorie e grosso motorie, e, in contemporanea, sviluppare delle competenze cognitive che favoriscono nei bambini degli adeguati processi di sviluppo in maniera globale (Santrock, 2021).

CONCLUSIONI

Le tappe evolutive dei bambini non devono essere considerate in maniera isolata, infatti nel corso degli anni gli studiosi hanno affrontato tali questioni domandandosi se le aree di sviluppo dei bambini sono dominio specifiche, ovvero ciascuna competenza segue delle traiettorie evolutive specifiche, senza alcuna interferenza con le altre, oppure se sono da considerarsi dominio generali, quindi le aree di sviluppo si influenzano reciprocamente; si può considerare una forte influenza tra lo sviluppo delle varie competenze (Macchi Cassia et al., 2012).

Se analizziamo le tappe dello sviluppo del gioco, delle competenze cognitive e dello sviluppo motorio, è possibile riflettere su come queste abilità interagiscono tra loro. Così come affermato dalla Thelen nella teoria dei sistemi dinamici (Thelen & Smith, 2013), lo sviluppo motorio è strettamente connesso alla percezione dell’ambiente circostante e allo sviluppo percettivo, pertanto si ha un’esplorazione dell’ambiente che favorisce lo sviluppo di nuove competenze motorie, così come queste competenze motorie, a loro volta, aumentano le possibilità di esplorazione dell’ambiente circostante. In contemporanea allo sviluppo dei processi motori, durante le attività di gioco è possibile osservare sia abilità fino motorie che grosso motorie; inoltre sono coinvolte anche le competenze cognitive e linguistiche, infatti si verificano dei processi di attenzione condivisa, con intersoggettività inizialmente diadica, che poi diviene triadica.

La competenza cognitiva è presente anche nella differenziazione delle modalità di gioco, a partire da delle azioni combinate non appropriate, riguardo la funzionalità degli oggetti, successivamente questi comportamenti diverranno appropriati rispetto alla corretta funzione dell’oggetto. Nel corso dello sviluppo il gioco acquisisce maggiore simbolicità, inizialmente è rivolto a sé stessi poi agli altri, in una fase successiva il gioco può acquisire i tratti della simbolicità e la simbolizzazione avviene in sequenza, con il raggiungimento di una sostituzione simbolica degli oggetti utilizzati (Baumgartner, 2010).

Se si considerano i sottostadi di Piaget, il pensiero simbolico è uno dei processi cognitivi più importanti riguardo la possibilità di utilizzare il gioco simbolico (Santrock, 2021).

BIBLIOGRAFIA

  1. Alcock, K. J., & Krawczyk, K. (2010). Individual differences in language development: relationship with motor skill at 21 months. Developmental science, 13(5), 677-691.
  2. Ambrosini, C., & Pellegatta, S. (2013). Il gioco nello sviluppo e nella terapia psicomotoria. Edizioni Centro Studi Erickson.
  3. Baumgartner, E. (2010). Il gioco dei bambini. In Il gioco dei bambini (nuova edizione). Carocci Editore.
  4. Macchi Cassia, V., Valenza, E., & Simion, F. (2012). Lo sviluppo della mente umana. Dalle teorie classiche ai nuovi orientamenti. il Mulino.
  5. Santrock, J. (2021). Psicologia dello sviluppo, IV edizione. McGraw Hill education.
  6. Thelen & Smith (2013) in “Psicologia dello sviluppo” a cura di Santrock.
  7. Waddingotn, (1975) in “Lo sviluppo della mente umana. Dalle teorie classiche ai nuovi orientamenti.”, a cura di Macchi Cassia et al.