La settimana lavorativa di quattro giorni: un nuovo paradigma nel mondo del lavoro (Parte 1)

A cura di Giulia Dal Prà

La settimana lavorativa di quattro giorni è diventata un argomento di grande interesse sia per i
lavoratori che per i datori di lavoro. La proposta offre ai dipendenti un giorno in più di riposo,
incidendo su il work-life balance dei dipendenti in maniera significativa, mentre le aziende possono
beneficiare di lavoratori meno stressati e più produttivi.


Uno studio condotto in Gran Bretagna da 4 Day Week Global, in collaborazione con la società di
ricerca Autonomy e Università di Cambridge, Università di Oxford, Boston College e campagna 4
Day Week UK, ha analizzato gli effetti di questa riduzione dell’orario di lavoro su 61 aziende e circa
2.900 lavoratori, che si basa sul cosiddetto modello 100:80. Continuando a ricevere il 100% dello
stipendio, lavoratori e lavoratrici resteranno in servizio per l’80% delle ore previste,
impegnandosi a mantenere il 100% della produttività.


Lo studio britannico rappresenta una delle più ampie analisi sulla settimana lavorativa di quattro
giorni
e ha coinvolto diversi gruppi di ricerca, tra cui University College Dublin, Salford University,
Libera Università di Bruxelles e Boston College. Questo progetto pilota ha incluso una fase di
preparazione con incontri e workshop per aiutare le aziende a implementare la settimana lavorativa
più corta in modo efficace. La maggior parte delle imprese ha infatti optato per il “venerdì libero”,
creando un fine settimana lungo di tre giorni.


Tra giugno e dicembre 2022, i partecipanti hanno lavorato una media di 34 ore settimanali,
mantenendo lo stesso stipendio che percepivano con una settimana lavorativa tradizionale. Le
aziende coinvolte provenivano da una vasta gamma di settori, inclusi finanza, tecnologia e persino
una piccola attività di fish and chips a Wells-next-the-Sea, un paese con soli 2.451 abitanti nella
contea del Norfolk.


I risultati del progetto pilota sono stati positivi: 56 delle 61 aziende coinvolte (circa il 92%) hanno
deciso di continuare con la settimana lavorativa di quattro giorni, e 18 di queste hanno optato per
rendere permanente questa politica. Questi dati suggeriscono che la riduzione dell’orario di lavoro,
senza riduzione degli stipendi, può portare a miglioramenti rilevanti in termini di equilibrio tra
lavoro e vita privata, e riduzione del turn-over. Si può affermare quindi che il modello della
settimana lavorativa ridotta potrebbe rappresentare un’opportunità concreta per migliorare la qualità
della vita dei dipendenti senza compromettere l’efficienza e la redditività delle aziende.


Il problema della conciliazione tra vita privata e vita lavorativa rappresenta una sfida significativa
nella società moderna. Trovare il giusto equilibrio tra responsabilità personali e familiari e impegni
lavorativi è spesso difficile a causa di una serie di fattori.

Tra i principali, ci sono orari di lavoro prolungati, pressione eccessiva sul lavoro, carenza di supporto organizzativo e ruoli di genere stereotipati.

Questa situazione può portare a problemi di salute mentale, burnout e una riduzione
della produttività, influenzando negativamente la vita familiare e le prospettive di carriera.
Gli orari di lavoro prolungati sono uno dei principali ostacoli alla conciliazione tra vita privata e
lavoro. In molti settori, le persone lavorano per lunghe ore, turni notturni o fine settimana, limitando
il tempo per le attività personali e familiari. La pressione eccessiva sul lavoro, alimentata da una
cultura della competitività e dell’essere sempre connessi, contribuisce a questa difficoltà, con
aspettative di disponibilità costante anche al di fuori dell’orario lavorativo. Inoltre, alcune
organizzazioni non offrono politiche di supporto, come orari flessibili, lavoro da remoto o permessi
familiari retribuiti, aggravando il problema.


I ruoli di genere e gli stereotipi giocano un ruolo significativo nella difficoltà di conciliare vita
privata e lavoro. In molte società, le donne sono spesso incaricate di compiti domestici e cura dei
figli, creando una disparità che le pone in una posizione svantaggiata rispetto agli uomini nel mondo
del lavoro.
Una scarsa conciliazione tra vita privata e lavoro può avere conseguenze gravi. I lavoratori possono
difatti soffrire di stress, ansia e burnout, con ripercussioni sulla salute mentale. Così come le
relazioni familiari possono deteriorarsi a causa della mancanza di tempo e di attenzione verso i
propri cari; mentre, sul fronte lavorativo, un equilibrio precario può portare a una minore
produttività, alla riduzione della soddisfazione professionale e ostacoli all’avanzamento di carriera.


1.1 Normative per favorire l’equilibrio tra vita privata e lavoro
Le politiche e le iniziative mirate a migliorare l’equilibrio tra vita privata e lavoro stanno diventando
sempre più rilevanti.
In Italia, le misure a sostegno della maternità e della paternità sono regolamentate dal Decreto
Legislativo n. 151/2001 e dal Decreto Legislativo n. 105/22. La Legge n. 104/1992 fornisce
sostegno ai cittadini con disabilità, offrendo maggiore flessibilità ai lavoratori che hanno familiari a
carico con disabilità.
Il dibattito sull’orario di lavoro, sviluppatosi nei decenni passati, è ancora ampiamente aperto.
Secondo una recente ricerca (Deidda M., Menegatti V.,2023) che opera un excursus sulla disciplina
dell’orario di lavoro e presenta alcune esperienze globali di applicazione della riduzione dell’orario
lavorativo, il totale delle ore lavorate per occupato, in Italia, rimane il più elevato tra le principali
economie europee. A partire dagli anni Novanta, si assiste alla crescita del divario di competitività
tra l’Italia e le altre principali economie europee, con la produttività oraria che cresce negli altri
Paesi mentre in Italia si riduce.


Nel mondo del lavoro, la Legge n. 81/2017, conosciuta come “Legge sul Lavoro Agile”, ha
introdotto importanti regolamentazioni per il lavoro da remoto e flessibile in Italia. Il Decreto
Legislativo n. 81/2015 offre la possibilità ai lavoratori di trasformare i propri contratti da tempo
pieno a tempo parziale. Queste norme sono volte a creare maggiore flessibilità e a migliorare la
conciliazione tra lavoro e vita privata.


Più recentemente, il Decreto Legislativo n. 105/2022, che attua la direttiva (UE) 2019/1158, è stato
introdotto per favorire l’equilibrio tra attività professionale e vita familiare, estendendo le misure di
congedo di paternità obbligatorio e consentendo ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni di
beneficiare di queste disposizioni. Inoltre, ulteriori disposizioni integrative potrebbero essere
adottate dal Governo entro il 13 agosto 2024, come previsto dall’articolo 31 della Legge n.
234/2012.


1.2 Benefici della settimana lavorativa di quattro giorni
Il principale beneficio emerso dallo studio britannico condotto dalla 4 Day Week Global è stato il
miglioramento del work-life balance. Il 54% dei lavoratori intervistati ha dichiarato di aver trovato
più facile conciliare il lavoro con gli impegni familiari e di cura, mentre il 62% ha riportato un
miglioramento della vita sociale. Questo equilibrio ritrovato ha portato a una maggiore
soddisfazione personale, con molti lavoratori che hanno affermato di essere più felici e di avere una
migliore gestione del tempo, dedicando più spazio al riposo e al recupero, riducendo i livelli di
stress e burnout, migliorando la salute mentale.
Oltre a ciò, la riduzione del carico di lavoro settimanale può portare a lavoratori più motivati e
creativi, contribuendo a un ambiente di lavoro più positivo.
Dai risultati emerge inoltre una chiara riduzione degli impatti sull’ambiente. La settimana corta
porta infatti ad una importante riduzione del pendolarismo e quindi dell’impatto ambientale, oltre
che a minori spese derivate dal trasporto.
Dagli esperimenti condotti, risulta evidente che a beneficiare della riduzione dell’orario lavorativo
siano soprattutto le donne, in quanto il nuovo assetto sembra contribuire a un migliore
bilanciamento dei compiti extra-lavorativi, con gli uomini che assumono oneri maggiori nella cura
della casa e della famiglia, favorendo quindi la parità di genere sia nel contesto familiare, sia in quello lavorativo.
Inoltre, i dati raccolti dalla società di ricerca Autonomy Institute hanno mostrato una notevole
riduzione nel tasso di dimissioni dei dipendenti, associata alla politica della settimana lavorativa
ridotta.
Difatti, il numero di dimissioni volontarie è calato del 57%, suggerendo che i lavoratori sono meno
propensi a cercare nuove opportunità quando godono di un migliore work-life balance.
Questo calo delle dimissioni può essere vantaggioso per le aziende, riducendo i costi associati al
turnover e al reclutamento e alla formazione di nuovo personale.

1.3 Sfide e potenziali effetti collaterali
Nonostante i benefici evidenziati dallo studio britannico, ci sono alcune sfide da affrontare. Uno dei
principali problemi è la possibilità che una settimana lavorativa più corta aumenti il carico di lavoro
giornaliero. Se i dipendenti devono completare la stessa quantità di lavoro in meno tempo, ciò può
portare a giornate lavorative più intense e a una maggiore pressione sulle prestazioni.
Uno studio qualitativo condotto in Nuova Zelanda (Delaney, H. e Casey, C. 2022) su un’azienda di
medie dimensioni ha mostrato proprio questo, ovvero che ridurre la settimana lavorativa può
comportare un aumento del carico di lavoro giornaliero. Alcuni lavoratori hanno riferito che questa
pressione aggiuntiva ha reso l’ambiente di lavoro più stressante, con un monitoraggio costante delle
prestazioni da parte dei superiori. Questo tipo di pressione può annullare i benefici della settimana
lavorativa di quattro giorni e portare a effetti negativi sulla salute mentale e sul benessere dei
lavoratori.
Un’altra sfida è la scalabilità del modello. Lo studio britannico ha coinvolto principalmente piccole
imprese che erano già predisposte a investire nella settimana lavorativa più corta. Questo solleva
interrogativi sulla sua applicabilità in aziende di dimensioni maggiori o in settori con requisiti
specifici, come sanità o produzione, dove il tempo di lavoro è spesso rigidamente regolamentato.
Infine, occorre affermare che la settimana corta potrebbe non essere adatta per tutte le aziende o
settori, come ad esempio quelle aziende di produzione che necessitano di orari di lavoro
continuativi e che potrebbero trovare difficile ristrutturare le loro attività in una settimana lavorativa
più breve.


1.4 La flessibilità lavorativa nel contesto post-pandemia
La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sul mondo del lavoro, costringendo
molte aziende a riconsiderare le proprie pratiche. Il passaggio allo smart working e ad altre forme di
lavoro flessibile è diventato una necessità per gran parte dei lavoratori a livello globale. In questo
contesto, la settimana lavorativa di quattro giorni potrebbe rappresentare un ulteriore passo verso
una maggiore flessibilità lavorativa.
Valore D, in collaborazione con l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, ha
pubblicato un ebook gratuito intitolato “Da smart a blended working: come sarà il futuro del lavoro”
(HarperCollins, 2021), che esplora come le dinamiche lavorative siano cambiate a seguito della
pandemia e come le aziende possano adattarsi a nuove modalità di lavoro. L’ebook evidenzia
l’importanza di un approccio flessibile al lavoro e suggerisce che la settimana lavorativa di quattro
giorni potrebbe essere parte di una più ampia transizione verso un mondo del lavoro più equilibrato
e inclusivo.
La flessibilità lavorativa è un elemento cruciale per favorire la conciliazione. Le aziende che
offrono politiche di lavoro flessibili, come il telelavoro o gli orari flessibili, permettono ai
dipendenti di adattare le proprie responsabilità lavorative alle esigenze personali. Questo tipo di
flessibilità aiuta a creare un ambiente di lavoro più equilibrato e inclusivo, consentendo alle persone
di conciliare impegni familiari, hobby e tempo di riposo con le richieste professionali.
Una delle chiavi per raggiungere un buon equilibrio tra vita privata e lavoro è infatti una gestione
efficace del tempo. Imparare a implementare il time management, ovvero a pianificare e
organizzare le attività, sia professionali che personali, è essenziale per massimizzare l’efficienza e
ridurre lo stress. Questo implica l’identificazione e la classificazione delle priorità, il delegare
compiti non essenziali e utilizzare strumenti di gestione del tempo, come agende e liste di compiti
da eseguire, tramite strumenti cartacei o digitali.


Le politiche aziendali che favoriscono la conciliazione tra vita privata e lavoro sono fondamentali
per il benessere dei dipendenti. Aziende che promuovono congedi parentali retribuiti, programmi di
assistenza all’infanzia o agevolazioni per la cura degli anziani dimostrano un impegno concreto per
il benessere dei loro dipendenti. Queste politiche contribuiscono a creare un ambiente lavorativo più
sostenibile, in cui i dipendenti si sentono valorizzati e supportati nelle loro esigenze personali.
È importante che i dirigenti e i responsabili diano l’esempio, dimostrando un comportamento
coerente con questa cultura.

Devono saper bilanciare le loro responsabilità professionali con quelle
personali, mostrando che è possibile mantenere un equilibrio sano tra lavoro e vita privata. Questo
tipo di leadership può ispirare i dipendenti a prendersi cura del proprio benessere e a coltivare una
cultura aziendale che mette al centro le persone.

Conclusioni
La settimana lavorativa di quattro giorni offre una soluzione innovativa per migliorare il work-life
balance, ridurre lo stress e mantenere la produttività aziendale. Tuttavia, ci sono ancora molte sfide
da affrontare, tra cui l’aumento del carico di lavoro giornaliero e il potenziale monitoraggio costante
delle prestazioni. Affinché questa formula possa essere applicata con successo, le aziende devono
adottare un approccio flessibile e incentrato sul benessere dei lavoratori, considerando le esigenze di
aziende di dimensioni diverse e monitorando attentamente i risultati.
La pandemia di COVID-19 ha reso evidente la necessità di una maggiore flessibilità lavorativa e ha
accelerato l’adozione di nuove pratiche come lo smart working. La settimana lavorativa di quattro
giorni potrebbe diventare una parte importante di questa trasformazione, ma richiede attenzione e
adattamento per garantire il successo. Con il giusto equilibrio tra flessibilità e produttività, questa
soluzione potrebbe contribuire a un ambiente di lavoro più sano e soddisfacente per tutti.
In conclusione, è possibile quindi affermare che la conciliazione tra vita privata e il lavoro è una
sfida continua e complessa che richiede un approccio olistico. Le normative e le politiche devono
essere orientate a creare maggiore flessibilità e sostegno per i lavoratori, mentre le aziende devono
adottare pratiche che favoriscano un equilibrio sano. Allo stesso tempo, gli individui devono essere
consapevoli dell’importanza di stabilire limiti personali e prendersi cura del proprio benessere. Con
un’attenzione congiunta a questi aspetti, è possibile creare un ambiente lavorativo che favorisca una
migliore qualità della vita sia per i dipendenti che per le organizzazioni.

Bibliografia e sitografia

  1. “The results are in: the UK’s four-day week pilot”, Autonomy Institute, ultimo accesso:
    febbraio 2023, https://autonomy.work/portfolio/uk4dwpilotresults/
  2. “Fourdayweek”, University of Cambridge, 2023,
    https://www.cam.ac.uk/stories/fourdayweek
  3. “Shorter Working Hours”, Autonomy Institute, ultimo accesso: 30 giugno 2024,
    https://autonomy.work/shorter-working-hours/
  4. Deidda M., Menegatti V. (2023), Riduzione dell’orario settimanale di lavoro. Ricognizione
    comparativa delle sperimentazioni realizzate, Roma, Inapp, WP, 96,
    https://oa.inapp.org/xmlui/handle/20.500.12916/3769
  5. Delaney. H, and Casey. C, (2022), “The promise of a four-day week? A critical appraisal of a
    management-led initiative”, Employee Relations Vol. 44 No. 1, pp. 176-190,
    https://doi.org/10.1108/ER-02-2021-0056
  6. Valore D. “Da smart a blended working: come sarà il futuro del lavoro”. HarperCollins
    Italia, 2021.