Il termine resilienza è utilizzato da diverse discipline molto differenti tra loro come l’economia, l’ecologia, le scienze politiche e anche il mondo degli affari.
In base alla disciplina il termine resilienza assume un significato diverso:
- in ingegneria indica la capacità di un materiale di resistere ad un urto senza rompersi e senza deformarsi.
- In biologia indica la capacità di un tessuto di ripararsi dopo aver subito un danno.
- In ecologia indica la capacità di un ecosistema di sfuggire ad un livello irreversibile di degrado.
- Nella gestione delle emergenze indica la rapidità con cui i sistemi critici possono essere ripristinati dopo un terremoto dopo un evento catastrofico come un terremoto o un’inondazione.
- In ambito sociale indica la capacità di controllare l’ambiente e perseguire con successo i propri progetti malgrado condizioni di stress presenti nel contesto.
- Nello sport rappresenta la capacità di superare gli ostacoli e raggiungere i traguardi mantenendo elasticità, vitalità, energia e buonumore.
Tutte queste discipline così diverse tra loro si pongono le stesse domande, si chiedono: perché un sistema crolla mentre un altro riesce a riprendersi? Quali sono le caratteristiche che possiede il sistema che riesce a superare le difficoltà? Da cosa viene bloccato il sistema che sprofonda, che non riesce a superare le difficoltà?
LA RESILIENZA IN PSICOLOGIA
Il termine “Resilienza” negli anni 70, grazie a ricerche che hanno cercato di capire perché molte persone riescono a far fronte in modo positivo e in modo autonomo alle condizioni di svantaggio mentre altre non riescono, entra a far parte anche della psicologia dove rappresenta la capacità di resistere a un evento traumatico, di superarlo positivamente, dando alla vita un nuovo significato uscendo dalle difficoltà rafforzati. Intorno agli anni 70 alcuni psicologi dell’approccio di psicologia evolutiva, hanno centrato i propri studi e anche le proprie ricerche su un gruppo di ragazzi che avevano uno sviluppo positivo nonostante fossero ad alto rischio per problemi a livello familiare e a livello sociale. Questo gruppo di psicologi ha puntato inoltre l’attenzione su quelle persone che nonostante abbiano vissuto nella vita momenti di guerre, di violenza, di abusi o di incidenti hanno trovato un equilibrio che li ha portati ad avere un’esistenza gratificante. La psicologia inizia così a focalizzare le ricerche sulle parti sane dell’individuo, sulle risorse che possiede al proprio interno. Si passa dalla cura della malattia alla promozione della salute, dalla terapia alla prevenzione. La psicologia si è sempre dedicata alla cura di patologie, ha lavorato per guarire i pazienti o per aiutarli a convivere con i loro sintomi, in particolare la psicologia umanistica e la psicologia di comunità vogliono proprio lavorare in un’ottica positiva sulla crescita sana e competente di individui, di gruppi, di organizzazioni e di comunità. Sul concetto di resilienza ci sono diversi riferimenti teorici, si tratta di diversi punti di vista che evidenziano diversi fattori ma l’elemento di unione è dato dalla visione della complessità del fenomeno e anche dalla presenza di diverse variabili che sono in interazione fra di loro.
Vediamo in particolare tre punti di vista:
– Zani e Cicognani ritengono che la resilienza sia proprio la capacità del soggetto di mantenere un discreto livello di adattamento anche in condizioni di vita particolarmente sfavorevoli. Si sottolinea l’importanza della capacità di essere flessibili e anche di reagire agli urti della vita e di resistere agli urti della vita. Si riferiscono ad un concetto che fa riferimento sia alle abilità del singolo di far fronte allo stress sia al risultato di un buon adattamento. Viene ribadito l’elemento fondamentale dell’interazione dell’individuo con il contesto.
– Il secondo punto di vista ritiene che la resilienza sia un processo che si attua in modo diverso nei vari individui in base alla personalità, ai modelli di riferimento, agli apprendimenti e alle vicissitudini della vita. La Resilienza nasce dall’integrazione di elementi presenti nel singolo e anche nel contesto. Si torna a parlare anche in questo secondo punto di vista dell’importanza del contesto.
– Anna Oliverio Ferraris considera la resilienza come un tratto della personalità, composto da diversi fattori: fattori cognitivi, emotivi, sociali, educativi ed esperienziali. Con la loro azione congiunta questi fattori riescono a mobilitare le risorse del singolo, del gruppo e della comunità. Secondo questo punto di vista l’azione della resilienza può essere paragonata al sistema immunitario con cui il nostro organismo risponde all’aggressione dei batteri. Di fronte allo stress e alle situazioni spiacevoli della vita la resilienza dà luogo a risposte flessibili che si adattano alle diverse circostanze e esigenze del momento.
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