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La nostra firma: come ci mostriamo agli altri

Cosa dice di noi stessi la nostra firma

Buongiorno e benvenuti al seminario online di grafologia dal titolo “La nostra firma: come ci mostriamo agli altri”. In questa prima lezione dal titolo “Cosa dice di noi stessi la nostra firma” vedremo insieme quali sono gli elementi grafici fondamentali per interpretare la nostra esposizione all’esterno cioè come l’individuo si mostra nell’ambiente esterno nell’ambiente circostante quindi quali sono le caratteristiche grafiche legate alla firma che possono riportare all’interpretazione di alcuni aspetti della nostra personalità. Vi riporto questa frase del noto grafologo Crepieux-Jamin che è stato uno dei fondatori della grafologia in particolare della grafologia francese il quale dice che “la firma nel suo movimento non è sottoposta allo stesso legame di continuità del testo, presenta sempre proprie caratteristiche grafiche che sono estremamente persistenti“. Quindi questo vuol dire che la firma può presentare delle caratteristiche grafiche estremamente diverse quindi non avere le stesse caratteristiche rispetto al testo cioè alla nostra scrittura, non ha lo stesso legame di continuità ma diciamo così che entrambi gli aspetti quindi entrambe le componenti del testo, della scrittura e quella della firma sono complementari. Quindi nell’analisi grafologica di personalità noi dobbiamo sempre considerare le due componenti anche se la firma da sola può dare alcuni spunti molto interessanti su alcuni aspetti della nostra personalità.

Prima però di focalizzarci sugli aspetti legati alla firma e quindi sull’argomento di questo seminario volevo farmi una breve introduzione su che cos’è la Grafologia e che cos’è la scrittura in quanto magari alcuni di voi non hanno mai seguito un seminario di grafologia o non hanno mai sentito parlare di grafologia, quindi è il loro primo approccio a questa disciplina. Innanzitutto scrivere è un’attività simbolica, spaziale e temporale con cui il gesto grafico si iscrive su una superficie, lasciandovi la sua traccia, il suo ritmo, la sua energia, la sua forma rendendo ogni grafia unica e irripetibile. Quindi questo cosa vuol dire? vuol dire che noi quando scriviamo a mano di pugno lo facciamo in modo istintivo. è un atto spontaneo. Infatti già il bambino nelle prime fasi della sua vita già con lo scarabocchio e poi col disegno e poi successivamente con la scrittura esprime sé stesso quindi diciamo che è per lui una forma di comunicazione non verbale molto importante in quanto esprime le sue istanze più profonde e questo lo facciamo anche noi da adulti quando scriviamo a mano. Inoltre è un’attività simbolica perché all’interno della scrittura in particolare come noi gestiamo lo spazio, ci sono tanti simboli e tanti spunti di interpretazione e questo lo facciamo sempre a livello subconscio o inconscio. Poi è un’attività spaziale perché noi quando ci approcciamo ad un foglio bianco sostanzialmente noi ci adattiamo in qualche modo all’ambiente circostante, ci posizioniamo nell’ambiente circostante e quindi noi dalla gestione dello spazio riusciamo a tirare fuori tantissimi elementi utili proprio inerenti al nostro livello di adattamento e di come ci vogliamo posizionare nel mondo circostante. E’ anche un’attività temporale perché la nostra scrittura si evolve nel corso del tempo. Tutti questi elementi vanno a confluire su una considerazione fondamentale ossia che ogni scrittura è diversa da un’altra. Quindi ogni grafia è unica e irripetibile e la nostra impronta genetica come se fosse il nostro DNA. Rappresenta dunque una forma di comunicazione non verbale importantissimo in quanto magari tanti aspetti o tante cose che noi vorremo esprimere verbalmente non lo facciamo per vari motivi, per varie remore ma a livello grafico e grafologico noi esprimiamo noi stessi a 360 gradi anche i nostri aspetti più profondi quelli che non emergono chiaramente e magari alcuni di essi di cui non siamo totalmente neanche noi consapevoli.

Il termine grafologia deriva dal greco gràphein e lògos quindi studio della Scrittura. Già dai tempi antichi la relazione tra scrittura ed interpretazione della personalità ha suscitato tantissimo interesse e curiosità nell’ambito appunto degli scienziati o degli studiosi e poi nel corso del tempo a partire (soprattutto dalla metà dell’800) la Grafologia inizia ad avere una sua identità propria, un suo oggetto di studio proprio diventa una disciplina autonoma con le sue strumentazioni, delle sue terminologie proprie e anche vari campi di applicazione. Sono sorte tantissime definizioni di grafologia ma ve ne riporto una che trovo molto completa ed esauriente che è quella di Torbidoni e Zanin: “la grafologia è la scienza sperimentale che, dall’espressione grafica naturale dello scrivente, ne rivela la personalità psicofisica quelle componenti intellettive, tendenze temperamentali, attitudini professionali, la costituzione somatica, le predisposizioni morbose, congenite e in atto”. Quindi vuol dire che la grafologia gia riesce a tirare fuori e a mettere in luce la personalità dell’individuo a 360 gradi quindi sia per quanto riguarda gli aspetti psico-fisici emotivi sia gli aspetti più cognitivi, gli aspetti temperamentali, le attitudini al lavoro quindi quelle professionali le abilità le inclinazioni personali più adeguate a sé, ma anche la presenza o meno di alcuni segni di psicopatologie e di disturbi di personalità o semplicemente di disagio emotivo e psichico o delle predisposizioni psicosomatiche ovviamente solo come supporto a psicologi, psicoterapeuti o psichiatri.

La Grafologia è una disciplina che studia tutta una serie di elementi ad esempio il divenire del gesto grafico, il suo movimento, la sua forma, il posizionarsi delle righe delle parole sul foglio. Quindi è veramente un insieme molto complesso e molto ampio di elementi che vanno messi insieme analizzati nella sua globalità ma anche nei suoi dettagli. E’ una scienza sperimentale in continua evoluzione e attualmente addirittura viene considerata una neuroscienza a tutti gli effetti. Ma ritorniamo sull’argomento principale di questo seminario ossia la firma in quanto la firma è un atto di identità personale, sociale, familiare e socio culturale. E’ un’identità ovviamente personale; è un atto di identità personale perché ad esempio con il nostro nome di battesimo noi esprimiamo noi stessi e la nostra identità ma è anche un atto sociale e soprattutto familiare questo perché soprattutto in Italia noi ereditiamo il cognome da parte del padre. Quindi in questo senso noi comunque, nella maggior parte dei paesi, acquisiamo le radici della linea paterna, quindi rappresenta al nostro casato rappresenta le nostre origini anche quelle più antiche quelle più lontane, sempre ovviamente dalla linea paterna. Quindi questi due elementi fanno sì che la firma diventi veramente un nostro biglietto da visita cioè come noi ci mostriamo agli altri. Quindi la firma è un atto anche sociale in quanto noi esprimiamo il nostro io sociale. E’ anche un atto socioculturale perché noi nella firma possiamo sganciarsi anche dalle regole che abbiamo imparato nella fase diciamo della scuola elementare, quindi quel modello calligrafico che ci è stato insegnato. Noi con la firma siamo liberi di esprimerci in quanto non ci sono regole nel condurre la propria firma.

Quindi la firma è un elemento molto importante nell’analisi grafologica, rappresenta l’espressione della vita sociale e dell’io sociale. Quindi come noi ci comportiamo nell’ambiente sociale il nostro biglietto da visita quello che vogliamo che gli altri vedano di noi. Non sempre c’è corrispondenza tra quello che vogliamo mettere diciamo all’esterno vogliamo mostrare di noi stessi agli altri è quello che noi siamo nella nostra vita privata nel nostro io intimo. Quindi se la firma e il testo quindi la scrittura sono tracciate con lo stesso stile possiamo dire che c’è una certa omogeneità tra la realtà intima quella privata e la realtà sociale quindi quella più pubblica. Quindi l’individuo di fatto non si è creato delle sovrastrutture ma si comporta nello stesso modo quindi si comporta all’esterno e nella vita privata allo stesso modo. Mentre se la firma e il testo quindi la scrittura hanno delle caratteristiche grafiche diverse questa diversità metterà in luce una sorta di conflitto di poca integrazione tra l’Io intimo e l’io sociale. Per le motivazioni più diverse quindi magari siamo di fronte a un individuo che socialmente anche per meccanismi di difesa per auto proteggersi vuole in qualche modo mostrare solo una parte o una facciata (chiamiamola così) diversa ma senza voler dissimulare o mascherare in modo volontario semplicemente si è creato due sfere ben precise.

E’ importante ricordare che la sola firma non può dare indicazioni esaurienti sulla personalità. Quindi va sempre interpretata in relazione al testo. Però la firma di per sè, appunto, è espressione dell’entità personale e dell’identità sociale (quindi col nome e il cognome) rappresenta una serie di caratteristiche molto precise che adesso vedremo nella slide successiva.

Quindi noi dalla sola firma che cosa possiamo cogliere?

  • Possiamo cogliere ad esempio l’introduzione delle figure rappresentative. In particolare come dicevamo della figura paterna perché col cognome noi diciamo ereditiamo la linea paterna.
  • La strutturazione dell’Io sociale quindi come noi ci mostriamo agli altri e l’immagine di noi stessi che ci siamo creati all’esterno e che quindi esprimiamo.
  • Ma anche un elemento molto importante la voglia di determinarsi o meno nel contesto sociale nel collettivo quindi è fondamentale questo aspetto (ma lo vedremo meglio poi nella lezione successiva) perché nella firma noi possiamo ritrovare dei segni di compensazione magari a delle fragilità nostre interiori o degli aspetti motivazionali molto forti di volontà, di potenza realizzatrice che quindi noi mostriamo all’esterno e che ci siamo creati come immagine sociale.
  • Inoltre corrisponde all’aspetto esteriore della nostra natura, quella che vogliamo che gli altri vedano di noi e come dicevamo prima
  • anche l’attaccamento alle origini paterne, al casato, il senso di appartenenza a quel casato ma anche alla figura paterna, l’orgoglio che spinge il soggetto a mettere in cantiere le proprie potenzialità e capacità nel mondo sociale anche magari in ottica di riscatto sociale. Quindi c’è questa spinta d’orgoglio molto forte a volte nella firma e la capacità di realizzare i desideri anche quelli più nascosti.

Quindi la firma permette effettivamente ai sogni di realizzarsi.

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