La componente emotiva nei bambini e nei genitori con disturbi del neurosviluppo

A cura della Dott.ssa Angelica Venanzetti

Abstract

I Disturbi del Neurosviluppo sono dei disturbi caratterizzati da una base neurobiologica che si manifestano sin dall’infanzia ed influiscono sulle traiettorie evolutive dei bambini (Vio et al., 2016). Tra questi disturbi possiamo individuare la Disabilità Intellettiva, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, i Disturbi della Comunicazione, il Disturbo dello Spettro dell’Autismo, l’ADHD e i Disturbi del Movimento (APA, 2013). Al di là delle componenti specifiche che caratterizzano ciascun disturbo, è importante individuare quali sono gli aspetti emotivi implicati in questi disturbi poiché possono essere causa di alterazione dello stato di benessere psicologico dei bambini e dei propri genitori (Tressoldi & Vio, 2012).

Talvolta delle situazioni di difficoltà nella regolazione possono essere dovute a delle alterazioni nel funzionamento cognitivo, come la memoria di lavoro o i processi di inibizione (Tajik?Parvinchi et al., 2021).

Le condizioni di benessere psicologico e fisiologico possono condurre a stati emotivi anomali, come l’emergere di situazioni di stati di ansia o di depressione. Al di là dei vissuti esperiti dai bambini che presentano tali disturbi, sui quali è opportuno intervenire, ci sono condizioni importanti anche riguardo alle situazioni dei genitori in relazione ai loro vissuti emotivi e alle variabili del disturbo che si presenta, ad esempio esistono delle differenze tra le situazioni di Disturbo dello Spettro dell’Autismo, Disabilità Intellettiva o traiettorie evolutive tipiche (Megreya et al., 2020).

In conclusione, si intende analizzare le condizioni tipiche di alcuni Disturbi del Neurosviluppo rispetto alle esperienze emotive, ponendo attenzione ai vissuti dei bambini e alle esperienze che possono vivere i genitori rispetto alle condizioni dei propri figli.

Lo stato di benessere fisiologico si caratterizza per una condizione di omeostasi, ovvero di equilibrio tra gli ormoni presenti nell’organismo, ma possono esserci delle condizioni che creano uno stato di alterazione al normale funzionamento dell’individuo, in alcune situazioni i Disturbi del Neurosviluppo possono influire sulla regolazione ormonale (Pierantoni, 2009).

Introduzione

I Disturbi del Neurosviluppo sono dei disturbi caratterizzati da una base neurobiologica, si manifestano sin dall’infanzia seppur in modalità e situazioni variabili ed influiscono sulle traiettorie evolutive dei bambini (Vio et al., 2016).

Nella classificazione proposta dal DSM-5 (APA, 2013), nella sezione “Disturbi del neurosviluppo” rientrano le seguenti condizioni:

  • La disabilità intellettiva: La disabilità intellettiva si può manifestare mediante deficit nel ragionamento, nel problem solving, nella pianificazione, nel pensiero astratto e nel giudizio, inoltre si presenta mediante deficit nelle autonomie e nelle responsabilità sociali (APA, 213).
  • Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento: Deficit nei processi di apprendimento della lettura, della scrittura e/o del calcolo (APA, 2013).
  • Il Disturbo della comunicazione: Il disturbo della comunicazione si può manifestare mediante deficit nel linguaggio, nella produzione dei suoni, deficit nella fluenza, dunque balbuzie, o nella comunicazione sociale, quindi una compromissione nella modalità di interazione nei contesti sociali (APA, 2013).
  • Il Disturbo dello spettro dell’autismo: Il disturbo dello spettro dell’autismo emerge con deficit nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale e mediante comportamenti ripetitivi e interessi stereotipati (APA, 2013).
  • Il Disturbo da deficit di attenzione / iperattività:  Si manifesta mediante pattern di disattenzione e/o impulsività e/o iperattività (APA, 2013).
  • Il Disturbo del movimento: deficit nella coordinazione delle abilità motorie (APA, 2013).

Ciascun disturbo si caratterizza per sintomatologie diverse e specifiche, quando vengono svolte delle valutazioni è importante tenere in considerazione gli aspetti quantitativi ma in contemporanea la valutazione è anche qualitativa, infatti è necessario avere un profilo funzionale completo ed ampio (Vio et al., 2012).

Quando si fa riferimento a delle condizioni di disturbo è necessario conoscere l’eventuale presenza di condizioni neurobiologiche, condizioni di svantaggi socio – culturali, ambiente educativo, in particolare quando si parla di disturbi dell’apprendimento occorre considerare anche il livello di conoscenza della lingua per un’eventuale situazione di bilinguismo (Vio et al., 2012).

Il disturbo è una condizione di origine neurobiologica, che non può essere risolto interamente, seppur sia fondamentale intervenire affinché questo conduca a degli esiti di miglioramento, i quali ci saranno ed influiscono sul percorso di vita e sulle traiettorie evolutive. Il disturbo si differenzia rispetto alla difficoltà, infatti le condizioni di difficoltà possono essere dovute a svantaggio socio – culturale, condizioni economiche e al livello di istruzione e di educazione (Cornoldi, 2019).

Oltre alle condizioni che caratterizzano ciascun disturbo è importante che non si dimentichino gli aspetti emotivi e motivazionali rispetto al vissuto di ciascun bambino quando si trova in situazioni di difficoltà, disturbo o disabilità (Tressoldi & Vio, 2012).

1. Gli aspetti emotivi nei bambini con difficoltà o disturbi del neurosviluppo

L’autoefficacia viene definita da Bandura (1996) come un insieme di credenze che ciascuna persona possiede verso sé stessi rispetto alla motivazione, alle risorse cognitive e su cosa bisogna attuare in relazione alle richieste di uno specifico compito.

L’autostima riguarda il valore e l’immagine che si ha di sé, pertanto si riferisce a delle autovalutazioni globali, al concetto di sé (Santrock, 2021). L’autostima può essere influenzata una variabilità di fattori, soprattutto quando emergono situazioni di difficoltà / disturbi / disabilità.

Uno dei costrutti fondamentali alla base degli aspetti emotivi emergenti nelle condizioni di disturbi o disabilità è l’impotenza appresa (Seligman & Maier, 1967).  L’impotenza appresa si riferisce alla convinzione che sia improbabile la possibilità di verificarsi degli eventi positivi, in questa situazione si è frequentemente sottoposti ad eventi incontrollabili e stressanti, inoltre emergono dei cali di motivazione quando si devono fronteggiare delle situazioni di difficoltà. Nei disturbi specifici dell’apprendimento possono emergere il senso di sfiducia e l’assenza di prospettive future.

  • La demotivazione scolastica: I bambini che presentano delle evidenti difficoltà o hanno diagnosi di disturbi possono vivere importanti fallimenti, questo può condurre a due possibilità: l’insorgenza del senso di impotenza appresa oppure un senso di illimitata possibilità di affrontare le situazioni. Queste due condizioni potrebbero far emergere delle difficoltà nel comprendere gli aspetti di problem solving e nel saper gestire e controllare gli esiti delle proprie azioni (Tressoldi & Vio, 2012).

Quando una persona ha una motivazione estrinseca, dunque pensa che i propri esiti di successo o di insuccesso dipendano da fattori esterni, potrebbe attuare un comportamento di tipo passivo, dunque emerge l’impotenza appresa. Altre condizioni possono far insorgere una ricerca immediata della gratificazione dei bisogni e di intolleranza delle frustrazioni, pertanto in queste condizioni sono fondamentali gli aspetti metacognitivi (Tressoldi & Vio, 2012).

  • Bassa autostima: Rispetto all’autostima, è importante considerare gli stili attributivi. Quando una persona vive uno stato di attribuzione interna, avrà la tendenza a sostenere che gli eventi siano determinati da fattori personali interni, quindi nel contesto scolastico il proprio impegno nello studio. In altre situazioni l’attribuzione può essere dovuta a condizioni esterne, quindi pensare che tutto sia causato da altre persone, ad esempio nel contesto scolastico affermare che la colpa sia dei docenti, oppure ricondurre l’esito al fato (Tressoldi & Vio, 2012).

Ravazzolo et al. (2005) hanno individuato l’esistenza di cinque stili attributivi: l’impegno strategico, ovvero la consapevolezza che i successi derivano dalle proprie capacità; il depresso, secondo il quale l’insuccesso è attribuito alle proprie incapacità; la pedina, sia nei successi che negli insuccessi la causa è attribuita a fattori esterni, ma attua delle strategie per migliorare la situazione; il negatore, si caratterizza per un’attribuzione esterna senza attuare delle strategie; e l’abile, il quale ha delle attribuzioni interne ma nelle situazioni di insuccesso non emergono modalità di risoluzione (Ravazzolo et al., 2005).

  • Aggressività: Talvolta, quando emergono difficoltà negli aspetti emotivo – motivazionali, questi potrebbero presentarsi in concomitanza ad elevati stati di aggressività (Tressoldi & Vio, 2012).
  • Difficoltà di relazioni interpersonali: La presenza di difficoltà di tipo emotivo può condurre anche ed esiti negativi nelle relazioni sociali (Tressoldi & Vio, 2012).

Tra gli aspetti emotivo – motivazionali possono emergere pensieri disfunzionali su se stessi, con l’insorgenza di catastrofizzazioni, di interpretazioni sbagliate e/o di svalutazione (Tressoldi & Vio, 2012).

2. La Math Anxiety nei disturbi del neurosviluppo

Tra gli aspetti emotivi riguardo la componente scolastica, è opportuno considerare l’ansia per la matematica, la quale è definita come uno stato di preoccupazione che interferisce con le competenze matematiche, dunque conduce a delle difficoltà nella risoluzione dei problemi e nell’utilizzo dei numeri. Elevati livelli di ansia per la matematica conducono a stati di attivazione fisiologiche, preoccupazioni, aspetti emotivi negativi e  talvolta l’evitamento (Richardson & Suinn, 1972).

Nello studio di Devine et al. (2018) è stata effettuata una valutazione dell’ansia per la matematica e della discalculia per osservare se esiste una relazione; è emerso che il 77% degli studenti valutati hanno ottenuto un punteggio elevato di ansia per la matematica ma le loro prestazioni non rientravano nella categoria della discalculia, pertanto il costrutto dell’ansia non risulta superiore in coloro che hanno discalculia.

Hill et al. (2016) hanno osservato che il costrutto dell’ansia per la matematica sia presente più nelle femmine che nei maschi seppur la prestazione prodotta è stata evidenziata alla pari, pertanto l’ipotesi è che le ragazze potrebbero avere delle prestazioni superiori se non ci fosse la componente di ansia.

  • Il vissuto emotivo nei genitori

Vivere eventi stressanti è un fattore che influisce sullo stato di salute di ciascun essere umano, pertanto aspetti come ricevere la protezione hanno esiti positivi sull’autostima, sul calore, sull’ottimismo e sul senso di autoefficacia; in generale si hanno conseguenze favorevoli che incrementano lo stato di benessere. I genitori dei  bambini con disturbi del neurosviluppo possono esperire stati elevati di stress rispetto al loro ruolo e alla responsabilità (Balachandran & Bhuvaneswari, 2023). L’incremento del livello di stress può causare un incremento di stati di ansia e stati di depressione, infatti lo stato di benessere degli adulti può avere delle conseguenze sull’insorgenza nei bambini con disturbi del neurosviluppo di eventuali problemi comportamentali.

Balachandran & Bhuvaneswari (2023) hanno proposto uno studio per effettuare tali valutazioni sui genitori o sugli adulti che si prendono cura dei bambini per la maggior parte del tempo, in questo studio sono stati considerati solo coloro che non avevano problemi di salute mentale. È stato osservato che il 57% dei partecipanti avevano un alto livello di espressione di emozioni negative, come l’ostilità o comportamenti critici verso i bambini; la stessa percentuale di adulti ha espresso che i loro bambini non erano indipendenti, pertanto era richiesta l’assistenza da parte degli adulti. In particolare, coloro che affermavano che i propri figli non erano indipendenti, ottenevano punteggi più elevati sull’espressione di emozioni negative e un ridotto aiuto da altre persone; inoltre, livelli superiori di indipendenza dei figli favorivano la riduzione dello stress.

Un elemento da tenere in considerazione riguarda i costi della terapia, i quali possono essere indicatori di problemi finanziari da parte delle famiglie; coloro che hanno un basso status socio-economico sperimentano un livello più elevato di emozioni negative. Inoltre, i genitori di bambini con disturbi del neurosviluppo tendono ad avere un elevato livello di conflitti e relazioni insoddisfacenti (Balachandran & Bhuvaneswari, 2023).

Operto et al. (2021) hanno svolto uno studio su bambini con disturbo dello spettro dell’autismo ad alto funzionamento, bambini con ADHD e con disturbi specifici dell’apprendimento, la valutazione è stata svolta anche sui genitori di questi bambini.

Dai bambini con disturbo dello spettro dell’autismo è emerso che i genitori presentavano un elevato livello di stress, quando ci sono bambini difficili si evidenzia un senso di difficoltà nella gestione di questi bambini e nel riuscire a cooperare con loro. I bambini con un disturbo dello spettro dell’autismo possono presentare problematiche sia internalizzanti che esternalizzanti, in particolar modo nelle relazioni sociali, ma possono essere presenti anche stati emotivi di ansia o di depressione.

I bambini con un profilo di ADHD  mostravano delle difficoltà nella regolazione del tono dell’umore e nell’attenzione e talvolta dei vissuti di ansia o di depressione, i genitori di questi bambini avevano un vissuto elevato di stress, in particolare le madri sembravano avere maggiori difficoltà nell’interagire con i propri figli (Operto et al., 2021).

Nei bambini con disturbi dell’apprendimento talvolta si osservano stati di ansia, depressione o condizioni di attenzione alterate; anche in questa situazione i genitori esprimono elevati livelli di stress.

Confrontando gli aspetti emotivi dei tre gruppi si osservano ridotti problemi per coloro che hanno disturbi dell’apprendimento sia nella sfera sociale che nell’umore e nella componente somatica.

Rispetto ai genitori, i tre gruppi hanno evidenziato punteggi più elevati di difficoltà da parte delle madri rispetto ai padri; inoltre, punteggi più elevati dei bambini difficili sono stati osservati nelle madri dei bambini con disturbo dell’apprendimento rispetto all’ADHD, l’ipotesi attribuita a tale risultato è che la componente scolastica risulta avere elevata importanza. Rispetto ai gruppi di controllo, i gruppi dei disturbi del neurosviluppo avevano dei genitori con livelli più elevati di stress (Operto et al., 2021).

Conclusioni

I disturbi del neurosviluppo sono caratterizzati da specifiche caratteristiche che inquadrano una persona all’interno di uno specifico quadro diagnostico, pertanto è fondamentale che questi bambini possano ricevere trattamenti personalizzati e individualizzati affinché ciascuno possa condurre la propria vita nel modo più sereno ed incrementare il benessere emotivo. In aggiunta alle tipicità di ciascun disturbo è importante tenere in considerazione gli aspetti emotivi che possono essere causati da un’acquisizione di consapevolezza rispetto alle proprie difficoltà, dunque livelli di ansia, depressione, vissuti di frustrazione e difficoltà relazionali. Nella progettazione di un trattamento non deve mai essere tralasciata la sfera emotiva, infatti sono aspetti da condurre in parallelo durante le attività affinché i bambini possano incrementare il loro livello di autostima (Tressoldi & Vio, 2012).

Oltre agli spetti emotivi dei bambini, è opportuno tenere in considerazione i vissuti degli adulti, in particolare di coloro che più frequentemente si occupano dei bambini con tali difficoltà. Infatti, nelle tre condizioni cliniche analizzate, quindi disturbo dello spettro dell’autismo, disturbi specifici dell’apprendimento e ADHD, i genitori hanno sempre presentato dei livelli elevanti di stress, tali aspetti possono avere delle ripercussioni sulle interazioni con i bambini, dunque il rischio è che insorgano problematiche comportamentali (Operto et al., 2021).

Megreya et al. (2020) hanno osservato che le madri dei bambini con disturbo dello spettro dell’autismo vivono situazioni di maggiore ansia rispetto alle madri di bambini con sviluppo tipico; inoltre, sia le madri di bambini con disturbo dello spettro dell’autismo che con disabilità intellettiva avevano maggiori livelli di depressione. Le madri di bambini con disturbo dell’autismo hanno evidenziato un ridotto utilizzo di rivalutazioni positive rispetto ai genitori dei bambini con sviluppo tipico e dei genitori di bambini con disabilità intellettiva, inoltre avevano una ridotta capacità di rifocalizzarsi sulla pianificazione; le madri di bambini con disabilità intellettiva avevano un maggior stato di accettazione (Megreya et al., 2020).

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