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Fobia Scolastica: come riconoscerla e gestirla

Fobia Scolastica: strategie d’azione per i genitori e gli insegnanti

Benvenuti alla quinta lezione del corso intitolata “Strategie d’azione per i genitori e gli insegnanti”. Come abbiamo detto nelle precedenti lezioni, il rifiuto, così come anche i fobici, presenterebbero una natura estremamente complessa e multifattoriale. Ma nonostante ciò i genitori, gli insegnanti così come anche gli educatori dovrebbero cercare di riuscire a cogliere i primi segnali di difficoltà dei ragazzi, i primi campanelli d’allarme e non confonderli con i capricci o con la scarsa volontà. A tal proposito è stato suggerito di prendere in considerazione l’aspetto della volontà e alcuni atteggiamenti tipici proprio per distinguere coloro i quali presenterebbero una fobia scolastica dai non fobici. In particolar modo, come si può osservare dalla seguente slide, i non fobici non tenderebbero a provare ansia o paura eccessiva nel frequentare le lezioni; non tenderebbero neanche a lamentare una serie di disturbi fisici ed in alcuni casi questi potrebbe mettere anche in atto alcune azioni antisociali. Invece coloro i quali presenterebbero una fobia scolastica tenderebbero a provare una grande sofferenza emotiva; tenderebbe a lamentare alcune malattie ma senza nessuna causa organica e soprattutto non presenterebbero dei disturbi antisociali significativi. Ma ricordiamoci anche che il rifiuto, così come anche la fobia scolastica, sono caratterizzati dalla presenza dei sintomi somatici comportamentali ed emotivi.

Ma quali strategie d’azioni potrebbero mettere in atto i genitori? Vediamoli insieme:

  1. Ad esempio i genitori potrebbero favorire la socializzazione con i compagni di scuola. Questo potrebbe essere un modo per aiutarli a creare una rete di relazioni che gli faranno a sua volta vivere la scuola in un modo molto più sereno.
  2. Valorizzare gli aspetti positivi. La mattina, ad esempio, prima di andare a scuola potrebbe essere una buona idea fargli raccontare quali attività saranno previste dando così valore a ciascuno di esse.
  3. Insegnare a rispettare le regole. Uno dei possibili problemi potrebbe essere legato alla difficoltà (da parte del bambino o da parte del ragazzo) di rispettare le regole valide per tutti. Dunque serve bene abituarlo fin da casa a rispettare le varie regole cosicché poi sarà più facile estendere questo tipo di comportamento anche a scuola.
  4. Sostenere sicuramente la sua autostima, non pretendere troppo dal proprio figlio. Inoltre sarebbe bene anche cercare di avere aspettative coerenti con le sue età e con le sue capacità.
  5. Permettergli di sbagliare. Questo è fondamentale perché proprio dagli errori che si impara. La scuola non è semplicemente un luogo di apprendimento, ma anche un luogo, dove il bambino o il ragazzo può fare delle esperienze le quali queste poi nel tempo si potranno tramutare in occasioni di crescita.
  6. Sarebbe bene anche che i genitori mantenessero un atteggiamento calmo e coerente. I bambini ricordiamoci siano veramente degli ottimi osservatori e tendono solitamente ad imitare i comportamenti dei genitori le loro stesse reazioni.
  7. Altra strategia d’azione particolarmente utile è sicuramente mantenere un atteggiamento empatico.
  8. Incoraggiare il bambino a parlare degli eventi accaduti a scuola oppure in altri contesti con i pari, con gli insegnanti e con il personale scolastico. Questo perché permetterebbe di favorire una maggiore elaborazione dell’esperienza che a sua volta lo aiuterebbe ad esprimere e lascerà andare la tristezza, la paura o la rabbia legato all’evento.

E invece gli errori? Quali errori genitori dovrebbero evitare? Sicuramente quello di assumere degli atteggiamenti intimidatori; urlare; atteggiamenti giudicanti e poco empatici; criticarli e rimproverarli per questi loro atteggiamenti; denigrarli o sminuire ciò che il bambino o il ragazzo sta provando; aspettare che il problema si risolva da sé; fare eventuali confronti con il resto dei compagni, con i fratelli o con le sorelle; ed essere iperprotettivi.

Ma potrebbe essere utile cambiare scuola al bambino o all’adolescente? Solitamente cambiare scuola non risolve il problema anzi in alcuni casi lo potrebbe perfino complicare, perché venendo meno la familiarità con l’ambiente con il personale scolastico, con gli insegnanti e il resto dei compagni, il bambino potrebbe sentirsi ancora più in difficoltà. Sarebbe invece opportuno cercare proprio di capire che cosa possa creare ansia nel bambino e cercare di rendere l’ambiente scolastico molto più accogliente e coinvolgente; rafforzare sicuramente la fiducia in sé stesso e nelle sue capacità e permettergli di affrontare lo stress e le sue insicurezze in maniera molto più attiva.

Gli insegnanti invece che cosa potrebbero fare nei casi in cui avessero un alunno con rifiuto con fobia scolastica?

  • Innanzitutto essere pazienti, essere rassicuranti e saper ascoltare. Questo è sicuramente importante perché creerebbe un clima relazionale positivo e favorevole e diminuirebbe di gran lunga i rischi di incomprensione reciproca.
  • Altre strategie d’azione particolarmente utile è avere fiducia in lui nelle sue capacità, aiutarlo a procedere per piccoli passi.
  • Ricompensarlo ed elogiarlo, fargli una serie di complimenti proprio per ogni piccolo traguardo raggiunto e sicuramente aiutare l’alunno ad interrompere l’evitamento dalle situazioni temute.

Gli errori invece? quali errori gli insegnanti dovrebbero evitare?

  • Innanzitutto criticarli per il loro comportamento.
  • Rimproverarli perché non riescono ad entrare in classe e non riescono proprio ad entrare a scuola.
  • Mostrare sarcasmo riguardo le loro difficoltà e le loro paure.
  • Ignorare il problema.
  • Fare eventuali confronti con il resto dei compagni.
  • Fare una serie di pressioni affinché lui riesca a superare queste difficoltà; avere delle aspettative totalmente irrealistiche.
  • Permettere all’alunno di evitare le situazioni temute ed un altro errore potrebbe essere anche quello di essere iperprotettivi. Diverse dunque potrebbero essere gli errori che sarebbe bene evitare.

Ma quali potrebbero essere principali ostacoli proprio al benessere personale scolastico dell’alunno? Vediamoli insieme:

  1. Ad esempio vivere all’interno di un ambiente scolastico sfavorevole.
  2. La presenza di problemi strutturali all’interno della scuola.
  3. L’essere frettolosi – attenzione proprio a questo punto – la fretta sia da parte dei genitori che da parte degli insegnanti. Sicuramente questo non aiuta ad affrontare il problema. Ricordiamoci sempre che il bambino così come l’Adolescente sta vivendo una situazione di sofferenza. Per questa ragione bisognerebbe quindi procedere con grandissima cautela e con grandissima delicatezza.
  4. Altro possibile ostacolo l’ostilità dalla scuola e dalla famiglia.

Queste continue accuse reciproche (anche questo non servirà successivamente a nulla) anzi potrebbero perfino aumentare il disagio. E’ auspicabile quindi che cosa? sicuramente un lavoro di rete tra insegnanti, la famiglia e i servizi competenti affinché si possa mettere in campo una strategia comune con obiettivi condivisi.

Se dunque il disagio dovesse persistere sarebbe bene rivolgersi a chi?

Sicuramente ad un professionista specializzato, al proprio medico di famiglia il quale potrà dare determinate indicazioni; ad uno psicologo il quale potrebbe aiutare a capire le motivazioni alla base del rifiuto e per intervenire anche per ridurre i vari effetti di tale comportamento e creare una rete di sostegno tra la scuola e la famiglia.

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