FAMIGLIE CONNESSE: RELAZIONI NELL’ERA DIGITALE?

a cura di Incoronata Ricciardi
L’avvento dei social media ha rivoluzionato il modo in cui le famiglie comunicano e interagiscono all’interno del nucleo familiare. Questo fenomeno ha suscitato un ampio dibattito sulla natura e sulle implicazioni di tale trasformazione. In questo contesto, è fondamentale esaminare l’impatto dei social media sulle relazioni familiari, concentrandosi in particolare sul rapporto tra genitori e figli. La comunicazione è un elemento essenziale all’interno delle famiglie, poiché contribuisce alla costruzione di legami affettivi, alla condivisione di valori e alla trasmissione di conoscenze. Tuttavia, l’introduzione dei social media ha introdotto nuove dinamiche e sfide in questo ambito. Un aspetto chiave da considerare è il concetto di “digital parenting“, ovvero il modo in cui i genitori integrano le nuove tecnologie nel loro ruolo educativo. Da un lato, i social media offrono nuove opportunità per il coinvolgimento e la comunicazione all’interno della famiglia, consentendo ai genitori di rimanere in contatto con i propri figli e di partecipare attivamente alla loro vita digitale. D’altro canto, l’uso eccessivo o non consapevole dei social media da parte dei genitori può portare a una diminuzione della qualità delle interazioni familiari e a una maggiore distanza emotiva tra genitori e figli.
L’IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE FAMILIARE NELL’ERA DIGITALE: TRASFORMAZIONI, SFIDE E OPPORTUNITÀ
La comunicazione tra genitore e figlio è un elemento cruciale nello sviluppo del bambino fin dai primi mesi di vita. La capacità di comunicare nasce da un repertorio comunicativo innato che il bambino possiede sin dalla nascita, includendo gesti come succhiare, abbracciare, guardare, sorridere e piangere. Queste prime forme di comunicazione permettono al bambino di esprimere i suoi bisogni primari e il suo malessere, facilitando l’interazione con il mondo esterno. Il genitore svolge un ruolo fondamentale nel processo di apprendimento delle capacità comunicative del bambino, attraverso scambi interattivi strutturati, il genitore insegna al bambino il ritmo dei turni comunicativi e si sintonizza con il suo stato mentale, comprendendo i suoi bisogni e rispondendo adeguatamente. Inoltre, il genitore riconosce e valorizza la “voce” del bambino, contribuendo così alla costruzione di un’immagine di sé positiva. La comunicazione tra genitore e figlio non si limita alla trasmissione di informazioni, ma è anche fondamentale per la costruzione dell’identità del bambino e per lo sviluppo di relazioni significative: una famiglia in cui vige una comunicazione efficace è caratterizzata da stabilità relazionale, flessibilità e coesione, fattori che favoriscono la resilienza del bambino di fronte ai cambiamenti e alle difficoltà della vita (Merenda, 2019). È importante sottolineare che la qualità della comunicazione familiare influisce sul modo in cui i membri della famiglia affrontano le sfide e gestiscono i conflitti, strategie di comunicazione assertive, empatiche e basate sull’ascolto attivo favoriscono la risoluzione dei conflitti e il mantenimento di rapporti autentici e soddisfacenti all’interno della famiglia (Ubiminor, 2019, citato da Di Pane, 2020). La diffusione delle tecnologie moderne, come i social media e le app di messaggistica istantanea, ha radicalmente trasformato la nostra concezione di privacy e ha reso sempre più pubbliche molte delle nostre attività e interazioni quotidiane. Piattaforme come Facebook, WhatsApp e Instagram consentono agli utenti di condividere in tempo reale dettagli della propria vita privata, come foto, video, pensieri e sentimenti, con un vasto pubblico di amici, familiari e anche estranei. Questo cambiamento ha portato alla pubblicizzazione della sfera privata, in cui aspetti della vita personale vengono resi accessibili a una vasta audience online. Inoltre, la natura delle tecnologie moderne permette la produzione e la distribuzione di contenuti in modo rapido e accessibile a tutti. Ciò ha contribuito a una cultura dell’immagine e della condivisione in cui l’attenzione è spesso rivolta alla creazione e alla cura di una presenza online. Questo ha condotto alla “domestication”(Aroldi, 2015), un processo graduale di adattamento alle nuove tecnologie all’interno delle famiglie e ha contribuito alla creazione di quella che è stata definita “famiglia ibridata” (Donati 2017), riferendosi al processo attraverso il quale le tecnologie digitali, come internet e i social media, influenzano e modellano le dinamiche e le strutture delle famiglie contemporanee. Il fenomeno impatta sia sulle relazioni interne all’interno del nucleo familiare che sulle interazioni con l’esterno. genitori, in particolare, hanno subito una rimodulazione dei propri ruoli e delle proprie relazioni, soprattutto a causa del divario generazionale che ha portato a incomprensioni e a una riduzione della comunicazione con i figli. Le nuove tecnologie hanno reso le persone sempre più dipendenti da uno stile di vita caratterizzato da simultaneità, velocità, immediatezza ed effimerità, influenzando anche il modo stesso di comunicare.
MEDIA DIGITALI IN FAMIGLIA: GESTIONE E IMPATTI
Il digital parenting rappresenta il modo in cui i genitori gestiscono l’uso dei media digitali da parte dei loro figli, influenzando e venendo influenzati dallo stile genitoriale adottato. Questo concetto si articola in due principali approcci: la mediazione restrittiva, che impone limiti e regole sull’uso dei media digitali, e la mediazione permissiva, che concede maggiore libertà ai figli nell’utilizzo di tali dispositivi. L’influenza dello stile genitoriale si riflette direttamente nelle pratiche di digital parenting, che possono essere categorizzate in quattro stili: autorevole, autoritario, trascurante e permissivo:
- Stile autorevole
- Favorisce una mediazione supportiva.
- Coinvolge i figli nella definizione dei limiti e delle regole sull’uso dei media digitali.
- Promuove lo sviluppo dell’autonomia e della consapevolezza nell’uso dei media.
- Sostiene un approccio equilibrato che incoraggia l’esplorazione e l’apprendimento.
- Stile autoritario
- Caratterizzato da un controllo severo e rigido.
- Le regole sull’uso dei media digitali sono stabilite senza coinvolgere i figli.
- Limita le opportunità di crescita e apprendimento dei figli nell’ambito digitale.
- Può generare resistenza e ribellione da parte dei figli.
- Stile trascurante
- Si manifesta attraverso variazioni nelle strategie educative di mediazione.
- La presenza genitoriale nell’ambito digitale è intermittente e non costante.
- Manca di una guida chiara e coerente nell’uso dei media digitali.
- Potrebbe generare confusione e senso di abbandono nei figli.
- Stile permissivo
- Concede ai figli ampi spazi di libertà nell’uso dei media digitali.
- Sono presenti poche regole e limiti stabiliti dai genitori.
- Mancanza di monitoraggio e controllo delle attività online dei figli.
- Può esporre i figli a rischi online senza un adeguato supporto genitoriale.
Fattori come l’impostazione educativa dei genitori e il livello socioeconomico della famiglia influenzano il modo in cui viene praticato il digital parenting. Le famiglie con basso reddito e basso livello di istruzione possono incontrare maggiori difficoltà nel mediare l’uso dei media digitali ((Ritzhaupt, Cheng, Luo & Hohlfeld, 2020) mentre in contesti di povertà si osserva il fenomeno del child-effect (van den Bulck, Custers & Nelissen, 2016) con i figli che diventano guide nell’utilizzo delle tecnologie digitali per i genitori. È importante sottolineare che il digital parenting può assumere tratti funzionali o disfunzionali a seconda di variabili contestuali, culturali, psicologiche e individuali. Comprendere queste dinamiche è cruciale per promuovere un uso consapevole e sicuro dei media digitali all’interno delle famiglie. Il ruolo dei media digitali nella routine familiare ha assunto una rilevanza sempre maggiore, diventando strumenti di supporto per le pratiche educative dei genitori. Tuttavia, non sempre si ha piena consapevolezza degli effetti che un uso improprio di tali mezzi può avere sui figli. Pertanto, diverse ricerche sono state condotte al fine di studiare i comportamenti disfunzionali più comuni nel digital parenting. Secondo il modello di utilizzo dei Social Networking Sites proposto da Nadkarni e Hoffman (2012), molte condotte inadeguate nel digital parenting derivano dal bisogno dei genitori di soddisfare i propri bisogni individuali di appartenenza e presentazione del sé. Ciò si manifesta attraverso il fenomeno dello “sharenting”, ossia la condivisione online di foto e video dei figli e di momenti privati della famiglia, spesso alimentata dalla necessità di “performare” la genitorialità. Questo comportamento si inserisce nella “genitorialità intensiva”, dove i genitori sentono il bisogno che i figli riflettano la qualità della loro attività genitoriale, presentando online il figlio ideale (Sità,2017), tuttavia, questa pratica può portare alla mancata accettazione incondizionata del bambino nella sua individualità, generando un conflitto interiore che influisce sulla relazione genitore-figlio. Lo sharenting comporta rischi come la precoce esposizione ai pericoli online e la distorsione dell’immagine che il genitore trasmette al bambino. Inoltre, può influenzare il comportamento dei figli, portandoli a replicare un uso costante e disfunzionale dei media. Un uso responsabile dei social media nel ruolo educativo può avere effetti positivi. I social network, se usati consapevolmente, possono favorire una comunicazione più aperta e un rapporto di fiducia tra genitori e figli, specialmente durante l’adolescenza, una fase spesso caratterizzata da conflitti. Le piattaforme online possono essere utilizzate dai genitori per ottenere supporto sociale ed emotivo da parte di altri genitori e per condividere informazioni ed esperienze legate alla genitorialità. Queste pratiche, definite di “genitorialità trascendente” (Addi-Raccah, Yemini, 2018) contribuiscono a rafforzare il coinvolgimento dei genitori nell’ambito scolastico e a costruire legami familiari più solidi.
GENERAZIONI A CONFRONTO
Il concetto di “nativi digitali” si riferisce a coloro che sono cresciuti immersi nelle tecnologie digitali e che quindi hanno familiarità innata con esse. Questa generazione ha appreso automaticamente le modalità di interazione e di comunicazione attraverso gli strumenti digitali, a differenza dei loro predecessori, gli “immigrati digitali”, che hanno dovuto adattarsi a queste tecnologie dopo essere già cresciuti. La presenza onnipervasiva delle nuove tecnologie ha plasmato l’identità dei nativi digitali, influenzando il loro modo di pensare, le loro priorità, lo stile di vita e le modalità di relazionarsi con gli altri: per esempio, i social media non sono visti come sostituti delle relazioni reali, ma come un’estensione di esse, permettendo ai giovani di mantenere contatti e amicizie anche quando non è possibile essere fisicamente presenti. Inoltre, i social media hanno anche un ruolo nella costruzione dell’identità online, con giovani che utilizzano queste piattaforme per esprimere se stessi e relazionarsi con gli altri. Ci sono anche preoccupazioni riguardo agli effetti che l’uso intensivo delle tecnologie digitali può avere sui giovani, come la capacità di concentrazione e l’attenzione divisa dovuta al multitasking. Alcuni ritengono che questo possa portare a una ridotta capacità di apprendimento e a una minore attenzione verso le discipline tradizionali. Tuttavia, è importante riconoscere che il “cervello digitale”, come lo chiama Wolf (2009), è adattato al multitasking e può avere una maggiore abilità esecutiva in determinati contesti. È essenziale per I genitori comprendere le pratiche e le abitudini dei nativi digitali e adattare i metodi educativi per supportare e valorizzare le loro competenze, piuttosto che limitarle o criticarle. Questo richiede un approccio equilibrato che incoraggi un uso consapevole delle tecnologie digitali e promuova allo stesso tempo lo sviluppo di abilità cognitive e relazionali.
LA COMUNICAZIONE DIGITALE TRA GENITORI E FIGLI
Nonostante l’ampio utilizzo dei media digitali dai giovani di oggi per interagire con gli altri, preferiscono comunicare principalmente con amici e coetanei piuttosto che con i genitori (Prinstein, Nesi e Telzer, 2020); questo fenomeno è supportato da ricerche che evidenziano una tendenza al peer-bonding rispetto al family-bonding, dove i giovani cercano di stabilire e rafforzare legami con i loro coetanei mentre si allontanano gradualmente dalla comunicazione familiare. Questo distacco è parte integrante dell’adolescenza, una fase in cui i ragazzi cercano di definire la propria identità e scoprire i propri interessi, spesso emancipandosi dai genitori per comprendere meglio ciò che li rende unici. Questo processo può portare a un cambiamento nella dinamica familiare, con una ridefinizione dei ruoli tra genitori e figli. Uno studio (Racz, Johnson, Bradshaw e Cheng,2017) condotto su giovani provenienti da famiglie con difficoltà economiche ha dimostrato che, nonostante le sfide contestuali, la comunicazione online può contribuire al rafforzamento dei legami familiari. Questo suggerisce che, indipendentemente dal contesto socioeconomico, la comunicazione digitale può svolgere un ruolo significativo nel mantenere stretti i legami familiari. Tuttavia, la preferenza dei giovani per la comunicazione scritta con i genitori può essere attribuita a vari fattori, tra cui il senso di controllo e la percezione di minor intrusività rispetto alle chiamate telefoniche. Inoltre, molti giovani sono preoccupati per la violazione della loro privacy da parte dei genitori, che può compromettere la fiducia e portare i giovani a cercare maggior autonomia. Per promuovere una comunicazione efficace, i genitori devono essere consapevoli dei bisogni di privacy dei propri figli e rispettare i loro confini. Inoltre, dovrebbero incoraggiare uno scambio aperto di informazioni, senza forzare la self-disclosure, e trovare un equilibrio tra l’autorità genitoriale e il rispetto dell’autonomia dei giovani. Questo approccio favorirà la costruzione di un rapporto basato sulla fiducia reciproca e sulla comprensione.
L’avvento dell’era digitale ha prodotto profonde trasformazioni nelle dinamiche familiari, ridefinendo il modo in cui genitori e figli comunicano e interagiscono. Il concetto di digital parenting assume un ruolo centrale in questo contesto, poiché i genitori devono navigare tra l’uso consapevole delle tecnologie digitali e il mantenimento di un ambiente familiare sano e equilibrato. Tuttavia, questa sfida implica non solo la gestione delle tecnologie, ma anche la comprensione delle esigenze emotive e dei confini dei figli, rispettando la loro privacy e autonomia. È evidente che un approccio bilanciato, che combini la guida genitoriale con il rispetto della crescita individuale dei giovani, sia fondamentale per favorire la costruzione di relazioni familiari solide e basate sulla fiducia reciproca. In questo contesto, l’importanza della comunicazione aperta e rispettosa non può essere sottolineata abbastanza. I genitori devono essere consapevoli dei bisogni di privacy dei loro figli e incoraggiare uno scambio sincero di informazioni, senza forzare la divulgazione di dettagli personali.
Inoltre, è cruciale considerare il contesto socio-culturale e economico in cui le famiglie si trovano, poiché ciò può influenzare significativamente le dinamiche familiari e le pratiche di digital parenting. L’obiettivo principale dovrebbe essere quello di promuovere un ambiente familiare che favorisca lo sviluppo sano e armonioso dei giovani, consentendo loro di sfruttare appieno le opportunità offerte dalle tecnologie digitali senza compromettere la loro sicurezza e benessere emotivo. In conclusione, affrontare le sfide e capitalizzare le opportunità offerte dall’era digitale richiede un impegno collettivo da parte di genitori, educatori, professionisti della salute mentale e della tecnologia, nonché della società nel suo complesso. Solo attraverso una collaborazione sinergica e un approccio olistico possiamo creare un ambiente digitale che promuova relazioni familiari sane, connesse e significative per le generazioni presenti e future.
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