Educatore professionale socio-sanitario: chi è e cosa fa

educatore socio-sanitario

La figura dell’Educatore professionale socio-sanitario è stata istituita in Italia alla fine degli anni Novanta dal Decreto del Ministero della Sanità 520/1998, che ne individua ruoli e compiti principali. 

Vent’anni dopo l’introduzione di questa figura, con il Decreto ministeriale 13 marzo 2018 è stato istituito un Albo dedicato, l’Albo della professione sanitaria di Educatore Professionale.

Chi è l’Educatore professionale socio-sanitario

L’Educatore professionale socio-sanitario è una figura professionale che ha il compito di organizzare, gestire e attuare progetti e attività relativi a servizi educativi e riabilitativi rivolti a persone in difficoltà (minori, famiglie, tossicodipendenti, alcolisti, carcerati, disabili, pazienti psichiatrici e anziani). 

L’Educatore è, quindi, una persona che lavora a stretto contatto con altri professionisti della sanità e prende parte a progetti e team multidisciplinari, promuovendo l’inserimento e/o reinserimento sociale e definendo interventi educativi, formativi, assistenziali e socio-sanitari in collaborazione con altri enti e agenzie educative.

In Italia, la figura dell’Educatore socio-sanitario è distinta da quella dell’Educatore socio-pedagogico, che, pur condividendo con la prima alcune mansioni e caratteristiche di base, opera nell’ambito educativo, formativo e pedagogico per i servizi socio-educativi, socio-assistenziali, socio-sanitari e della salute limitatamente agli aspetti socio-educativi, della genitorialità e della famiglia, culturali, giudiziari, ambientali, sportivi e motori.

Cosa fa un Educatore professionale socio-sanitario

L’Educatore professionale socio-sanitario si occupa della gestione di ogni fase del processo riguardante la pianificazione e l’implementazione di progetti e interventi educativi e riabilitativi.

Il suo primo compito è, quindi, quello di effettuare un’analisi della situazione di disagio, partendo da un’anamnesi generale e dall’identificazione delle necessità educative e di cambiamento dell’individuo che necessita del suo aiuto.

Una volta individuate le principali esigenze da soddisfare o difficoltà da affrontare, l’Educatore ha il compito di pianificare, gestire e coordinare gli interventi didattici

L’area di intervento dell’educatore professionale socio-sanitario coinvolge diverse fasce d’età e diversi ambiti (sanitario, socio-sanitario e sociale), con particolare riferimento al supporto di minori e anziani in condizioni di difficoltà, persone con disabilità fisiche o cognitive, al trattamento di dipendenze (incluse le cosiddette “nuove dipendenze”: dipendenza da Internet, da smartphone o da social media) e di fenomeni di marginalità sociale. I percorsi educativi seguono, quindi, finalità diverse, in base allo specifico contesto e ai bisogni educativi del target di riferimento (es: riabilitazione, rieducazione funzionale, integrazione e inserimento sociale).

Infine, l’Educatore deve monitorare, verificare e analizzare i risultati raggiunti, in modo da poter migliorare, rafforzare o modificare le azioni e gli approcci applicati nel corso del progetto d’intervento.

Come diventare Educatore professionale socio-sanitario

Per diventare Educatore, dal 2016 è obbligatorio essere in possesso di un titolo di laurea. Questo requisito vale anche per gli Educatori socio-sanitari che, dopo il diploma di scuola superiore, devono proseguire il proprio percorso di formazione con l’iscrizione a un Corso di Laurea Triennale in Educazione professionale (classe di laurea  LSNT/02) del Dipartimento di Medicina e Chirurgia o interfacoltà.

Durante il corso di Laurea Triennale, l’aspirante Educatore socio-sanitario riceve una formazione di base relativa a:

scienze mediche e biomediche, scienze dell’educazione professionale sanitaria, scienze umane e psicopedagogiche, discipline interdisciplinari e cliniche, nozioni di primo soccorso, di diritto e di management sanitario. 

Inoltre, il percorso di formazione include – per ogni profilo professionale – un’esperienza di tirocinio da svolgere presso una delle strutture sanitarie del Servizio Sanitario Nazionale o delle strutture di assistenza Socio-Sanitaria e Sociale degli enti pubblici indicate nei protocolli d’intesa tra Regioni e Università. 

Una volta conseguito il titolo triennale, è possibile sostenere l’esame di abilitazione alla professione o proseguire gli studi frequentando Master di I livello, corsi di approfondimento oppure iscrivendosi al corso di Laurea Magistrale LM/SNT2 in Scienze riabilitative delle professioni sanitarie, al termine del quale è possibile accedere anche alle qualifiche dirigenziali.