Senso di malinconia, tristezza, irritabilità ed inquietudine. Il bambino è appena nato eppure la neo mamma, invece di essere travolta da uno stato di euforica gioia, si trova a vivere sentimenti “negativi”. Sono i sintomi del cosiddetto “baby blues” (blues = malinconia).
I sintomi
Il baby blues si manifesta tra il terzo e il sesto giorno dopo il parto come una specie di malinconia: la mamma si sente di umore altalenante, piange, si irrita facilmente, prova ansia e timore di non essere adeguata.
Questi stati d’animo, seppure sgradevoli, non compromettono le capacità di accudimento della mamma, che infatti continua a provare gioia, riesce a dormire abbastanza bene e a prendersi cura adeguatamente del suo piccolo.
Dopo alcune settimane, il baby blues tende a sparire in modo spontaneo.
Le cause
Il baby blues è un fenomeno abbastanza diffuso e comunque non patologico: è diretta conseguenza del grande cambiamento ormonale che interviene nella donna nelle ore che seguono il parto, e della stanchezza fisica e mentale.
Ciononostante, non tutte le donne ne vengono colpite.
L’incidenza risulta esse molto scarsa in caso di nascite a domicilio perché la donna in questi casi è fortemente protagonista del suo parto, sceglie di chi circondarsi e può beneficiare anche delle benefiche scariche ormonali che subito dopo il parto si attivano grazie al contatto immediato e continuativo con il bambino (imprinting).
Sembra essere invece maggiormente elevata in caso di parto spersonalizzante, separazione dal bambino dopo la nascita, sistema famigliare che non fa sentire la donna adeguatamente aiutata, sostenuta, protetta.
Altri fattori di rischio possono essere: un precedente evento traumatico, scarsa autostima, precedenti fasi depressive, crisi coniugale, mancanza di assistenza nel puerperio e nell’allattamento, solitudine, condizioni economiche molto difficili.
Come proteggersi
Per ridurre i fattori di rischio, in particolar modo quelli legati al parto, può essere molto utile informarsi sulla fisiologia della gravidanza e della nascita, e assicurarsi che il punto nascita che accoglierà la futura mamma risponda alle sue aspettative.
Altre forme di prevenzioni molto importanti sono strettamente correlate al modo in cui viene vissuta la gravidanza: curare la comunicazione con il bambino che piano piano cresce nel pancione, farsi accompagnare nei nove mesi da persone non solo competenti ma anche empatiche e rassicuranti, condividere le proprie paure ed emozioni. Il corso pre-parto si dimostra sempre molto utile nell’offrire alle donne informazioni scientifiche aggiornate e prove di giudizi, spazi si ascolto reciproco, occasioni per rafforzare la consapevolezza di se stesse e del proprio corpo.
Rimanere protagoniste del proprio parto e stare a stretto contatti fisico con il bambino nelle ore successive alla nascita, aiuta la produzione di ormoni con effetti antidepressivi.
Nei giorni immediatamente successivi, e in particolar modo dopo il rientro a casa, è bene evitare l’assedio di parenti e amici desiderosi di conoscere il neonato e limitare le visite a persone gradite alla mamma e capaci di portare l’aiuto necessario senza interferire nelle nascenti dinamiche madre/figlio.
L’allattamento al seno va sempre favorito perché gli ormoni che vengono prodotti sono antidepressivi naturali e servono anche a compensare il calo ormonale dovuto alla “perdita” della placenta.
Il ruolo del papà
Il partner è molto importante sia per prevenire gli stati di malessere, sia per aiutare la mamma ad affrontare la malinconia: il papà dovrà far sentire la sua compagna amata, sostenuta e aiutata, limitare le interferenze e i giudizi esterni, conferire fiducia e forza, proteggere la diade madre/bambino.
Baby blues o depressione post-partum?
Mentre il baby blues è un evento fisiologico e transitorio, la depressione post-partum è una vera e propria patologia, che tende a manifestarsi più tardi del baby blues.
I sintomi più importanti sono: tristezza, perdita di interesse, perdita di energia, perdita di autostima, incapacità di provare gioia, sensi di colpa perché si percepisce il neonato come troppo esigente, senso di inadeguatezza, pessimismo, difficoltà di contatto con il bambino, eventuale difficoltà ad allattarlo, senso di disperazione. A tutto ciò si possono aggiungere altri malesseri: disturbo del sonno e dell’appetito, ansia, incapacità di prendere decisioni, ma anche mal di testa, dimagrimento, nausea, dolori alla schiena.
SI tratta di un quadro ben più complesso rispetto al “semplice” senso di malinconia.
Mamme si diventa
Molto spesso le neo mamme provano vergogna nel confidare questa malinconia, ma non c’è nulla di più controproducente: diventare madri comporta grandissimi cambiamenti fisici ed emotivi, e la pratica insegna che saranno soltanto la pazienza, il confronto con altre mamme, la consapevolezza di se stesse e dei propri umani limiti, a fare di una donna una buona mamma.
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