DCA: Alimentazione e condotte disfunzionali
a cura della dott.ssa Sharon Ostento
Abstract
Questo articolo esamina la crescente problematica dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), con una particolare attenzione a due delle manifestazioni più diffuse: l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa. L’analisi si estende oltre i tradizionali fattori di rischio individuali e familiari, esaminando anche gli impatti culturali e sociali che plasmano gli standard di bellezza irrealistici.
Nel contesto della società contemporanea, fortemente influenzata dalle rappresentazioni idealizzate dei media, si indaga sulla complessità delle dinamiche che contribuiscono a una crescente insoddisfazione corporea e a comportamenti alimentari disfunzionali.
La comprensione di tali dinamiche è cruciale per adottare approcci efficaci in ambito preventivo e per promuovere un rapporto sano con il cibo e con il proprio corpo, divulgando una visione più realistica e inclusiva della bellezza ed incoraggiando la diversità e la positività del corpo. Le piattaforme digitali stesse potrebbero svolgere un ruolo significativo nel promuovere contenuti che celebrano la diversità e che sfidano gli stereotipi di bellezza in modo da creare ambienti online più sani per tutti gli utenti. Inoltre, è fondamentale educare le persone, specialmente i giovani, sulla manipolazione delle immagini e sulla differenza tra realtà e rappresentazione ideale sui social media.
Introduzione
“Abbiate il coraggio di amare il vostro corpo, smettete di aggiustarlo, non è mai stato rotto”. – E. Ensler.
Nel contesto dell’attuale panorama sociale, la questione dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) emerge come una problematica sempre più urgente e diffusa. La percezione della bellezza e il rapporto con l’alimentazione sono profondamente influenzati da un’incessante esposizione a ideali di perfezione veicolati dai media, in particolare dai social network caratterizzati da una costante condivisione di immagini ritoccate e filtrate. La nostra società è immersa in un mondo virtualmente perfezionato, dove l’aspetto fisico e gli standard estetici sono spesso distorti da filtri ed elaborazioni digitali. Questa rappresentazione ideale, seppur irrealistica, esercita una pressione significativa sulle persone, specialmente sui giovani, portando a una crescente insoddisfazione corporea e, in alcuni casi, al manifestarsi di comportamenti alimentari disfunzionali.
La scelta di approfondire l’analisi sui DCA, concentrandoci sulla loro manifestazione attraverso l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa, nasce dalla necessità di comprendere questi disturbi e le sfide uniche che presentano. Parallelamente, esploreremo anche i fattori di rischio che contribuiscono alla comparsa dei DCA, sottolineando l’importanza di considerare non solo le influenze individuali e familiari, ma anche i potenti impatti culturali. Un particolare focus sarà dedicato al ruolo sempre più preponderante dei social media, con particolare attenzione a piattaforme come TikTok e Instagram, nel plasmare gli standard di bellezza e nell’influenzare l’immagine corporea.
L’emergere di ideali di bellezza inattuabili veicolati da queste piattaforme ha innescato una serie di problematiche legate alla salute mentale, mettendo in luce l’urgente necessità di affrontare questa questione in modo consapevole e responsabile. La comprensione di tali dinamiche è cruciale per adottare approcci efficaci in ambito preventivo e per promuovere un rapporto sano con il cibo e con il proprio corpo, specialmente tra le generazioni più giovani, vulnerabili agli impatti dei media digitali.
1. Disturbi del comportamento alimentare (DCA)
Nei disturbi dell’alimentazione, la centralità del cibo, della forma corporea, del peso e delle emozioni si manifestano come aspetti predominanti ed esclusivi della vita dei pazienti, diventando i temi costanti di una rappresentazione ossessiva che segue uno schema di vita caratterizzato dall’alternanza di due esperienze psicologiche: la preoccupazione ossessiva per il controllo e la paura costante di perderlo.
Nel contesto scientifico, i disturbi dell’alimentazione sono considerati come disfunzioni persistenti del comportamento alimentare che influenzano la salute fisica, il funzionamento psicologico e le relazioni personali. Il DSM-5, manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, li classifica ora come “disordini dell’alimentazione e della nutrizione“. Questi disturbi rappresentano una significativa fonte di malattie e mortalità, in particolare tra le adolescenti e le giovani donne adulte, ma stanno diventando sempre più comuni anche tra gli uomini. (Ruocco, 2015). Tra i numerosi DCA, ci concentreremo principalmente su due delle manifestazioni più diffuse: l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa.
1.1. Anoressia nervosa e bulimia nervosa
- L’anoressia nervosa è caratterizzata da una restrizione calorica significativa, un notevole abbassamento del peso corporeo al di sotto dei livelli considerati normali, una persistente paura di aumentare di peso o di ingrassare e un’alterata percezione del peso o della forma del proprio corpo, con un’eccessiva influenza sull’autostima o sulla mancanza di riconoscimento della gravità del sottopeso. (American Psychiatric Association, 2013).
- La bulimia nervosa si manifesta attraverso episodi ricorrenti di abbuffate, caratterizzati da un consumo eccessivo di cibo in un periodo di tempo definito e da una conseguente perdita di controllo durante l’episodio. In seguito, si osservano condotte compensatorie inadeguate quali il vomito autoindotto, l’abuso di lassativi, diuretici, digiuno o un eccessivo sforzo fisico, mirate a prevenire l’aumento di peso. (American Psychiatric Association, 2013).
2. DCA: quali i fattori di rischio?
La letteratura scientifica relativa ai disturbi del comportamento alimentare sottolinea la complessità di tali patologie, evidenziando la loro natura multifattoriale. Si sottolinea l’importanza di considerare i periodi caratterizzati da rapidi cambiamenti nello sviluppo biologico, affettivo e cognitivo durante la preadolescenza e l’adolescenza come momenti critici per l’esordio di tali disturbi. Al momento, manca una teoria sintetica ed esaustiva che possa spiegare in modo completo l’eziopatogenesi dei disturbi dell’alimentazione. Tuttavia, alcuni ricercatori hanno individuato potenziali fattori eziologici che possono contribuire all’insorgenza e al mantenimento di un’immagine corporea distorta e di un modello alimentare disfunzionale.
Garner e Garfinkel (1982) descrivono i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) come condizioni eziologicamente multideterminate ed eterogenee, risultanti dall’interazione di almeno tre ampie categorie di fattori di rischio o predisponenti.
2.1 Fattori individuali
All’interno di questa categoria, è possibile identificare diverse predisposizioni personali che possono contribuire allo sviluppo di un disturbo alimentare. Recentemente, la concezione della comorbidità frequente nei disturbi alimentari in termini di stili di personalità ha iniziato a emergere come una strategia clinicamente significativa.
Questo approccio non solo fornisce una spiegazione della variabilità clinica e prognostica associata a tali disturbi, ma rappresenta anche un contributo rilevante dal punto di vista clinico. Westen, con i suoi studi, ha evidenziato che circa il 60% dei pazienti affetti da disturbi alimentari manifesta contemporaneamente una patologia della personalità grave. Studiando questa relazione in connessione con diagnosi di anoressia e bulimia, si è notato che essa possiede una validità predittiva più elevata, sia per quanto riguarda la frequenza e la gravità dei sintomi, sia per numerose altre variabili cliniche che risultano significative per la prognosi e il trattamento (Lingiardi & Gazzillo, 2014). Nonostante sia ancora un compito arduo ottenere un quadro completo e inequivocabile delle molteplici caratteristiche di personalità presenti nei pazienti con disturbi alimentari, è cruciale considerare i vari profili di funzionamento globale per avviare un trattamento efficace.
2.2 Fattori familiari
Nella letteratura psicologica sono disponibili diversi studi che si sono concentrati sul funzionamento familiare e sui vari stili di attaccamento in relazione ai disturbi alimentari. Questi studi mettono in luce l’importanza delle difficoltà nella comunicazione e nella gestione delle emozioni all’interno delle famiglie nel mantenimento di tali disturbi.
L’interesse crescente per questi aspetti reazionali ha portato alla creazione e all’evoluzione di terapie familiari che pongono una forte enfasi sul nucleo affettivo d’origine e sui meccanismi che questo può attivare per lo sviluppo di un disturbo alimentare. È importante tenere a mente che non esiste un modello standard di famiglia associato all’anoressia o alla bulimia. Si riscontrano, piuttosto, varie tipologie familiari caratterizzate da fenomeni che si ripetono e si manifestano in modi diversi. (Selvini Palazzoli, Cirillo, Selvini, Sorrentino, 1998).
2.3 Fattori culturali
Molti fattori predisponenti ai disturbi del comportamento alimentare mostrano legami con il contesto culturale di appartenenza. La cultura agisce come innesco, creando condizioni di vulnerabilità per l’anoressia; tuttavia, il passaggio al sintomo non è rigidamente determinato socialmente, ma richiede molteplici coincidenze con variabili personali e familiari. Il carattere culturale di tali disturbi è evidenziato dal fatto che si manifestano nelle ragazze con una frequenza dieci volte superiore rispetto ai maschi, fenomeno riscontrabile anche in altri disturbi psicopatologici.
Questo divario tra i sessi può derivare da diversi fattori, inclusi quelli biologici. Ad esempio, durante il periodo a rischio di sviluppo di disturbi del comportamento alimentare, le ragazze sperimentano significativi cambiamenti nell’aspetto corporeo. Anche nei maschi si verifica un fenomeno simile, ma con una connotazione sessuale meno marcata, evidenziando la componente culturale del ricorso maschile all’uso di sostanze stupefacenti come forma di autoterapia. Inoltre, la manifestazione di tali disturbi è influenzata dalle norme culturali di genere. Le donne sono culturalmente accettate nel mostrare la propria sofferenza attraverso sintomi anoressici, che agiscono come una sorta di “maschera” teatrale.
Al contrario, la tradizione culturale maschile valorizza la forza e la virilità, accettando forme di violenza anziché l’espressione di emozioni e fragilità interne, considerate deplorevoli per la figura maschile. (Selvini Palazzoli, Cirillo, Selvini, Sorrentino, 1998).
3. Il potere dei mass-media
I media giocano un ruolo significativo nella costruzione della realtà, andando oltre la mera influenza sui comportamenti individuali e contribuendo a modellare il sistema di rappresentazioni in cui le persone si collocano. Numerose ricerche hanno evidenziato che i mass media non solo rafforzano stereotipi di genere, ma anche amplificano l’insoddisfazione corporea, contribuendo al manifestarsi di disturbi alimentari. (Calogero, 2009). La potenza dei media nel plasmare le percezioni della bellezza e dei corpi è evidente attraverso la diffusione di immagini e messaggi che spesso promuovono standard di bellezza irrealistici. Questa esposizione costante a ideali inaccessibili può generare insicurezze e pressioni sociali che influenzano negativamente l’immagine corporea delle persone con conseguenti comportamenti alimentari disfunzionali al fine di conformarsi a standard inattuabili.
La diffusione di piattaforme social come Instagram, TikTok e Facebook ha sicuramente avuto un impatto significativo sulla percezione della bellezza e sulle aspettative legate all’immagine corporea. La possibilità di condividere foto e video ha creato una sorta di vetrina virtuale in cui le persone mostrano non solo la propria vita, ma spesso anche il proprio aspetto fisico. Uno dei fenomeni associati a queste piattaforme è l’uso estensivo di filtri e programmi di editing delle immagini che consentono di alterare l’aspetto fisico in modo da aderire a standard di bellezza spesso irrealistici.
Questi filtri possono modificare la forma del corpo, levigare la pelle, sbiancare i denti e apportare altre modifiche che contribuiscono a creare una rappresentazione idealizzata e spesso distorta della bellezza. Questa rappresentazione inautentica della bellezza può avere conseguenze negative sulla salute mentale delle persone, in particolare dei giovani, che potrebbero sentirsi inadeguati o insoddisfatti del proprio aspetto confrontandosi con standard irrealistici.
La pressione per conformarsi a tali standard potrebbe portare a sviluppare comportamenti alimentari disfunzionali, come disturbi alimentari o un rapporto insano con il cibo. È importante sottolineare la necessità di promuovere una visione più realistica e inclusiva della bellezza, incoraggiando la diversità e la positività del corpo. Le piattaforme stesse potrebbero svolgere un ruolo significativo nel promuovere contenuti che celebrano la diversità e che sfidano gli stereotipi di bellezza in modo da creare ambienti online più sani per tutti gli utenti. Inoltre, è fondamentale educare le persone, specialmente i giovani, sulla manipolazione delle immagini e sulla differenza tra realtà e rappresentazione ideale sui social media.
Conclusione
In sintesi, le sfide legate ai Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) nella società contemporanea emergono in modo evidente, amplificate dalla diffusione di ideali di bellezza irrealistici.
È essenziale comprendere che la prevenzione costituisce un elemento fondamentale per affrontare questa complessa problematica. Concentrarsi sulla sensibilizzazione nelle istituzioni educative, con l’implementazione di programmi formativi volti a promuovere un sano rapporto con il corpo e l’alimentazione, si configura come una strategia cruciale.
Inoltre, i social network possono diventare efficaci strumenti nella divulgazione di messaggi preventivi e di accettazione del proprio corpo. Questo sforzo dovrebbe includere la condivisione di immagini più autentiche, evidenziando come le immagini di corpi snelli e proporzionati siano spesso il risultato di app di editing e non riflettano la realtà dei nostri corpi, che sono meravigliosamente imperfetti. Normalizzare aspetti come smagliature, cellulite e l’asimmetria di alcune parti del corpo contribuirà a promuovere una visione più realistica e accettante del proprio corpo, correggendo, così, gli errori derivanti dalla diffusione di immagini distorte del corpo sui social network e mitigandone gli effetti negativi.
È importante sottolineare che questo articolo non ha esaminato le diverse terapie attualmente disponibili per i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Al fine di offrire una visione completa per la gestione e il trattamento efficace di tali disturbi, considerata la loro complessità e la varietà di approcci terapeutici esistenti, sarebbe opportuno condurre un’analisi dedicata su questo specifico aspetto.
“La guarigione richiede tempo e chiedere aiuto è un passo coraggioso.” – M. Hargitay
Riferimenti bibliografici
- American Psychiatric Association (2013), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi Mentali, Quinta edizione (DSM-5), trad. it. Raffaello Cortina, Milano 2014.
- Calogero, (2009). Objectification Processes and Disordered Eating in British Women and Men.
- Garfinkel, P.E., Garner, D. M. (1982). Anorexia Nervosa: A Multidimensional Perspective. New York: Brunnel/Mazzel.
- Lingiardi, V., Gazzillo, F., (2014). La personalità e i suoi disturbi. Valutazione clinica e diagnosi al servizio del trattamento. Milano: Raffaello Cortina.
- Ruocco, R. (2015). Il” peso” del cibo. Guarire dai disordini dell’alimentazione con il metodo psico.
- Selvini Palazzoli, M., Cirillo, S., Selvini, M., Sorrentino, A. M. (1998). Ragazze anoressiche e bulimiche. La terapia familiare. Milano: Raffaello Cortina.