COS’È L’ODOROLOGIA FORENSE?

L’odorologia forense, che negli ultimi anni sta prendendo piede anche nel nostro Paese (il termine odorologia non figura ancora nei nostri vocabolari), ha lo scopo di rintracciare e utilizzare tracce olfattive lasciate dagli autori di reato per la loro successiva identificazione (si raccolgono le impronte olfattive lasciate sulla scena del crimine, si immagazzinano e si sottopongono a perizia con l’impiego dei cani, per stabilire la presenza di determinate persone sul locus commissi delicti).
Come è pacifico, tale matching risulta possibile solo se abbiamo già uno o più sospettati con cui confrontare la traccia; oltre a questo, l’intervento dell’unità cinofila (in grado di coprire rapidamente ampie superfici da esaminare) dovrà essere tempestivo, poiché la scena crimins è facile alla contaminazione.
Il processo succitato funziona anche all’inverso. Possiamo prima far annusare al cane il sospettato ed in seconda battuta portarlo sulla scena del delitto per capire, attraverso la sua risposta comportamentale, se il nostro uomo è stato presente sul luogo; similmente, la nostra seconda mossa potrà anche essere far annusare al cane un oggetto sicuramente contestuale al delitto (mezzi di aggressione e/o di immobilizzazione) o altro.
Meno olfattivamente contaminata e più “fresca” è la scena, maggiori sono le probabilità di successo.
È quasi pleonastico specificare che, analogamente al ricorso alla rilevazione ed all’analisi del DNA, il fiuto del cane può confermare o disconfermare la presenza di quella persona in quel contesto ma ovviamente non è in grado di dirci altro (il quando la traccia olfattiva è stata depositata e, soprattutto, il come).
La comparazione fra l’odore personale lasciato dal criminale e l’odore prelevato dalla persona o dalle persone indiziate si basa sull’esistenza di un odorotipo umano, unico in ogni individuo, e sulla capacità del cane nel discriminare e differenziare l’odorotipo di ciascuno.
A cura della dott.ssa Belfatto Ester