Cos’è l’identità di genere e come si forma
Quando si parla di tematiche LGBTQ+ (acronimo di: Lesbica, Gay, Bisessuale, Transgender, Queer/Questioning), si fa riferimento a temi e argomenti che coinvolgono persone con diversi orientamenti sessuali e diverse identità di genere. Entrambi questi aspetti sono centrali nella costruzione dell’identità e della personalità di un individuo, delle sue relazioni e del suo modo di comportarsi con sé e con gli altri.
Nell’articolo Orientamento sessuale e affettivo: tutti i colori dell’amore abbiamo approfondito il tema dell’orientamento sessuale e delle sue declinazioni; nel presente articolo andremo, invece, a rivolgere l’attenzione verso l’identità di genere.
Cos’è l’identità di genere
L’espressione “identità di genere” è usata per indicare il genere (maschile, femminile oppure non-binario) con cui un individuo si identifica e a cui sente di appartenere, indipendentemente dal proprio sesso biologico.
La distinzione tra sesso e genere è fondamentale in questa sede: il primo, infatti, dipende dalla connotazione fisica di un individuo (i suoi attributi sessuali, il suo patrimonio genetico, il suo quadro ormonale) e può essere determinato alla nascita; il genere è, invece, legato alla sfera psicologica, emotiva e sociale dell’individuo e, per questo motivo, può anche differire da quello assegnato alla nascita.
Nelle persone cisgender, l’identità di genere combacia con quella del sesso biologico: ad esempio, un individuo con attributi maschili che si identifica nel genere maschile. Nelle persone transgender, viceversa, l’identità di genere è diversa da quella assegnata alla nascita.
È bene notare che con “diversa” non si intende solamente “inversa” (ovvero da maschile a femminile o viceversa): una persona transgender può anche identificarsi come non binaria, termine utilizzato per indicare l’identificazione con nessun genere (agender), con entrambi i generi (bigender), oppure con uno o più generi ma in momenti diversi, in modo “fluido” (genderfluid).
Identità di genere e orientamento sessuale
Grazie alla sempre maggiore sensibilizzazione e diffusione di informazioni e notizie riguardanti tematiche LGBTQ+, i concetti di “identità di genere” e “orientamento sessuale” sono ormai noti alla maggior parte delle persone.
Tuttavia, può ancora capitare che le due espressioni siano confuse, fraintese o usate come sinonimi. È importante, quindi, ricordare che si tratta di concetti distinti: con “orientamento sessuale” si intende l’attrazione sessuale provata da una persona verso individui di sesso opposto, dello stesso sesso o di entrambi i sessi. L’identità di genere, invece, come illustrato in precedenza, indica il genere in cui l’individuo si identifica e non dipende dall’ “altro” ma solo da sé.
Questo vuol dire, quindi, che una persona transgender può avere qualsiasi orientamento sessuale (eterosessuale, omosessuale, bisessuale ecc.) e una persona di qualsiasi orientamento sessuale può essere sia transgender che cisgender.
Quando si forma l’identità di genere
L’identità di genere inizia a formarsi sin dalla primissima infanzia, quando il bambino inizia a distinguere “maschietti” e “femminucce” e a riconoscersi nell’uno o nell’altro genere. Tuttavia, il percorso di formazione dell’identità di genere non è lineare e non si sviluppa in tutti nello stesso modo: si tratta, infatti, di un aspetto della vita dell’individuo che, come molti altri, assume stabilità soltanto più avanti, al termine dell’adolescenza.
Sebbene si tratti, quindi, di un processo molto complesso e non sia ancora chiaro quali siano i fattori che intervengono nella formazione di un’identità maschile, femminile o non binaria, si possono riconoscere tra fasi fondamentali legate allo sviluppo della nozione di genere in età evolutiva.
- A partire dai due anni, il bambino riesce a discriminare la propria appartenenza di genere sulla base al proprio sesso biologico;
- A partire dai quattro anni, il bambino assume consapevolezza della “stabilità di genere”, ossia del fatto che il sesso di una persona è una caratteristica stabile nel corso del tempo (es: riescono a stabilire se da grandi saranno più simili alla mamma o al papà, se avranno un corpo dalle caratteristiche femminili o maschili ecc.);
- A partire dai sei anni, il bambino assume consapevolezza della “costanza di genere”, ossia del fatto che il sesso biologico di una persona rimane lo stesso anche se la sua apparenza fisica (es: abbigliamento, lunghezza dei capelli) può variare.
Varianza, incongruenza e disforia di genere
Con varianza di genere, incongruenza di genere e disforia di genere si fa riferimento a tre concetti all’apparenza molto simili, ma con alcune differenze.
La varianza (o non conformità) di genere indica la condizione di un individuo che non si riconosce nel genere che gli/le è stato assegnato alla nascita, ossia una persona transgender. Questa condizione può essere vissuta con serenità dall’individuo, ma può provocare anche forti sensazioni di angoscia e malessere. In questo caso, si parla di incongruenza di genere o di disforia di genere.
Attualmente, sarebbe più corretto parlare di “incongruenza”, poiché è il termine clinico utilizzato nella classificazione ICD, ma in molti casi si continua a fare riferimento alla sensazione di disagio provata dalle persone transgender con “disforia” -anche se erroneamente- per evidenziare le difficoltà che affrontano quotidianamente derivanti dal non riconoscersi nel proprio corpo e nel genere che gli è stato imposto.