COSA FA LO PSICOLOGO DELL’EMERGENZA?
Gli interventi di aiuto sono finalizzati a riportare ordine ed equilibrio nelle collettività colpite dall’evento. Gli psicologi dell’emergenza si inseriscono nel contesto dei soccorsi contribuendo a ripristinare il funzionamento psicologico e sociale degli individui e delle comunità investititi dall’emergenza e a contenere l’insorgere di problemi e difficoltà psicologiche.
Lo Psicologo dell’Emergenza ha un ruolo nel primo contatto/aggancio e nel primo supporto alle vittime (assistenza di prima necessità), nella protezione e della messa in sicurezza delle stesse, nel ricongiungimento familiare e nell’elaborazione del lutto, nella stabilizzazione emotiva, nella normalizzazione delle reazioni acute, nella raccolta di informazioni e nella valutazione di queste ultime (anche delle risorse personali, delle motivazioni e della disponibilità a ricevere aiuto), nella gestione dello stress, nel collegamento con la rete sociale e i servizi territoriali e nella promozione del senso di efficacia e dell’empowerment.
Per quanto riguarda l’immediato sostegno alla popolazione colpita, egli fornisce a quest’ultima un vero e proprio pronto soccorso psicologico volto a raccogliere informazioni per valutarne le caratteristiche, i bisogni immediati, le aspettative, le condizioni psicologiche, nonché il rischio di sviluppare disturbi maggiori e la necessità di ricorrere a trattamenti psicologici ulteriori.
Lo Psicologo dell’Emergenza accoglie e informa, tenta di alleviare il disagio e di ristabilire la calma, aiuta le persone a capire e metabolizzare l’accaduto, a riprendere e a riorganizzare la quotidianità, a riconoscere le proprie risorse psicosociali per superare il trauma e a recuperare le capacità decisionali e di azione, incentiva condotte auto-protettive e di adattamento attivo nonché risposte resilienti, infonde speranza e rinforza aspettative positive realistiche, progetta e attua interventi di sostegno nei ricoveri di emergenza.
Egli deve rappresentare una base sicura per le vittime ed ha il triplice compito di sostenere, comunicare e connettere (anche per far fronte allo smembrarsi della comunità ed al pericolo della perdita di radici e identità). Oltre a diagnosticare disturbi acuti, egli deve occuparsi della prevenzione del disturbo da stress post-traumatico, riservando sempre un’attenzione particolare ai gruppi vulnerabili (bambini, adolescenti, anziani, disabili, soggetti con disturbi psichiatrici, fasce sociali deboli, minoranze etniche e culturali ecc.). Il suo scopo immediato non è quello di prendere in carico i pazienti ma di mitigare lo stato di crisi, favorendo l’elaborazione dell’accaduto e la remissione spontanea del trauma. Egli deve restituire alla popolazione colpita il “senso del futuro”.
È importante che uno Psicologo dell’Emergenza sappia che il suo intervento non può riferirsi soltanto ai singoli ma deve tenere conto ed agire anche sul contesto sociale e sulla comunità nella sua interezza. Egli, infatti, deve favorire la costruzione di una “rete” che consenta di trovare un nuovo equilibrio, un nuovo ordine.
Accanto a tutto questo, lo Psicologo dell’Emergenza – che è un tecnico ma non un professionista del soccorso – si occupa della preparazione e dell’assistenza psicologiche agli operatori dell’emergenza (interventi di decompressione emotiva, di rielaborazione dei vissuti, di supervisione dei processi decisionali e relazionali,…); tale opera è necessaria poiché i soccorritori – ed anche gli stessi psicologi dell’emergenza – sono particolarmente soggetti al pericolo di sviluppare disturbi da traumatizzazione vicaria, disturbi stress-correlati, disturbi da stress post-traumatico, sindrome del burnout, depressione, ansia, nonché di vedere aggravate le loro preesistenti problematiche.
Come si vede, l’attenzione e gli interventi dello Psicologo dell’Emergenza – finalizzati a fronteggiare la crisi e a favorire i processi di riadattamento e di ricostruzione – sono necessariamente indirizzati ad una pluralità di destinatari: dal singolo individuo coinvolto nell’emergenza al gruppo (famiglie, team di soccorritori), dalla collettività colpita e destabilizzata dagli eventi ai soccorritori.
A cura della Dott.ssa Ester Belfatto