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Paura del parto, come superarla?

padre gravidanza

Il pensiero del travaglio e del parto accompagna la futura mamma durante tutto il periodo della gravidanza e, in prossimità del lieto evento, arriva a suscitare timori per lo più infondati che producono inutilmente stress e ansie.
Luoghi comuni, racconti angosciosi e scarsa informazione si aggiungono ad una naturale paura del dolore, con pessimi risultati.

La fisiologia del parto

Partiamo dal presupposto che è normale avere paura del dolore in generale, e di quello legato a travaglio e parto in particolare.
Ciò che spaventa, tuttavia, non è solo il dolore, ma la paura dell’ignotoche tipo di dolore saràQuanto intensoCome potrò sopportarloE se non dovessi farcela?
Occorre innanzitutto specificare che il nostro corpo, sia durante il travaglio che durante il parto, produce un cocktail di ormoni per contrastare il dolore: la sofferenza viene alleviata e diventa quindi più sopportabile.
Inoltre le contrazioni hanno una durata relativamente breve e sono intervallate da pause, inizialmente più lunghe e via via più ravvicinate; ma più le pause si accorciano, più siamo vicine a conoscere il nostro bambino.

Lasciarsi andare

Resta sempre molto diffuso tra le future mamme il timore di perdere il controllo delle proprie reazioni fisiche ed emotive e di adottare comportamenti “inappropriati”.
In realtà è auspicabile lasciarsi completamente andare, e arrivare ad assecondare pienamente il nostro istinto di mammiferi. Durante il travaglio e il parto, la zona razionale del nostro cervello viene messa a riposo affinché possano entrare i circolo gli ormoni necessari alla nascita; poiché non esiste alcun galateo della partoriente, non ci sarà nessun problema se urliamo, utilizziamo espressioni “poco eleganti”, se abbiamo piccole o grandi perdite di feci e/o urine: le ostetriche sanno che tutto ciò è normale. Qualora operatori poco sensibili dovessero “rimproverarci” o fare osservazioni sgradite, la persona che avremo scelto di avere accanto durante il travaglio e il parto avrà il compito di difendere il nostro diritto a vivere quel momento con la massima spontaneità.

La spinta

Come si fa a “spingere” durante il parto? Ogni Operatore di accompagnamento alla nascita, in ogni corso di preparazione al parto, si trova a rispondere a questa domanda.
E’ tutto molto più semplice di quanto si pensi perché quando ha inizio il periodo espulsivo e la testolina del nostro bambino inizia a premere in modo insistente, sentiamo un forte desiderio di spingere che deve solo essere assecondato: non abbiamo bisogno di alcuna abilità perché sappiamo farlo, ogni donna sa farlo in modo spontaneo, istintivo e del tutto naturale; ogni donna sa perfettamente quando e quanto spingere e l’assistenza di personale qualificato ha il compito di assicurarsi che tutto proceda a dovere. In assenza di complicazioni o problematicità, la funzione dell’ostetrica è sostanzialmente quella di “accompagnare” la mamma e aiutarla ad avere fiducia nella propria forza.

Le complicazioni

Il parto è un evento naturale nella vita di una donna, per cui non c’è ragione di pensare aprioristicamente che qualcosa debba andar male. La medicalizzazione crescente porta molto spesso a vivere la nascita come un evento che riguarda la medicina mentre è un momento che appartiene alla donna e al suo bambino. Esattamente come non pensiamo ad una emorragia ogni volta che abbiamo le mestruazioni, non c’è ragione di focalizzare la nostra attenzione su ciò che potrebbe ipoteticamente non funzionare. Ciò che ci occorre sapere è che, in caso di imprevisti, siamo circondate da persone capaci di intervenire nel modo adeguato.

Informarsi

Per essere rassicurate ed affrontare la nascita del nostro bambino con serenità abbiamo quindi bisogno di informarci.
Amiche, vicine di casa, luoghi comuni e credenze popolari non sono fonti attendibili: ogni donna nel raccontare il proprio parto racconta il proprio vissuto, le proprie emozioni e le proprie sensazioni, che sono il frutto di una serie di circostanze uniche e non replicabili. Anche il nostro parto sarà unico, per cui non ha senso usare la sofferenza o la gioia altrui come parametro di riferimento.

La nostra prima fonte di informazione è il corso di preparazione al parto: nello sceglierlo, assicuriamoci che siano tenuti da operatori di accompagnamento alla nascita e che gli argomenti proposti siano in linea con le nostre aspettative; un buon corso di preparazione al parto fornisce informazioni scientifiche aggiornate e prive di giudizi, ha operatori disponibili e attenti alle nostre emozioni, ci fa sentire competenti e capaci di gestire l’evento nascita man mano che ci avviciniamo alla data del parto.
Durante gli incontri, non esitiamo a porre domande, anche le più sciocche, o a manifestare i nostri timori: ci accorgeremo che sono in realtà comuni alla gran parte delle nostre compagne di corso, e la condivisione delle paure permetterà a tutte le future mamme di sentirsi comprese e sostenute.

Il punto nascita

Dove nascerà il nostro bambino? Alcune regioni offrono certamente maggiori possibilità di scelta di altre. Nei piccoli centri è possibile che esista una sola realtà in cui poter partorire. Qualsiasi sia il nostro caso, è consigliabile visitare la struttura che accoglierà noi e il nostro bambino: laddove possibile, chiediamo di visitare le stanze, la sala travaglio e la sala parto, informiamoci sulle procedure adottate (per esempio se è previsto il rooming in, se i papà possono restare con noi per tutto il tempo del travaglio e del parto, se possiamo richiedere la presenza di un’amica oltre che del nostro partner, se sono previsti incontri informativi, cosa è richiesto per la degenza, ecc.).

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