Come sentirsi motivati e mantenere la motivazione nel tempo
Molto spesso, quando si parla di obiettivi, buoni propositi o, più semplicemente, impegni e cose da fare, ci si scontra con un concetto che, da solo, può fare la differenza tra successo e fallimento: la motivazione.
La motivazione è il vero e proprio “motore dell’azione”, in ogni circostanza: nello studio, nello sport, sul lavoro, nella vita privata. È uno dei pilastri dell’intelligenza emotiva e viene insegnato sin da piccoli, in modo da trasmettere anche ai bambini l’importanza di sentirsi motivati e di auto-motivarsi per rispondere alle richieste della vita.
Cos’è la motivazione?
La motivazione è una “spinta”, uno stimolo, che avvia, guida e mantiene i comportamenti e le azioni di un individuo sulla giusta rotta per raggiungere i suoi obiettivi e/o soddisfare i suoi bisogni.
I primi studi sulla motivazione si concentravano soprattutto su questo secondo aspetto, distinguendo “motivazioni primarie”, ovvero quelle istintive, rivolte al soddisfacimento dei bisogni primari dell’essere umano (fame, sete, sonno) e “motivazioni secondarie”, ovvero quelle acquisite attraverso l’esperienza e l’appartenenza a un determinato contesto socio-culturale, mirate al soddisfacimento di bisogni secondari, come l’auto-realizzazione o la socializzazione.
Questo approccio è alla base della cosiddetta “piramide dei bisogni”, una classificazione gerarchica dei bisogni umani, elaborata dallo psicologo Abraham Maslow negli anni ‘50 del Novecento.
- Il livello alla base della piramide rappresenta l’insieme dei bisogni fisiologici (bere, mangiare, accoppiarsi, dormire ecc.). Una volta soddisfatti questi bisogni, ne emergeranno di nuovi, via via più elevati e astratti.
- Il secondo livello della piramide indica il bisogno di sicurezza, intesa come stabilità, protezione, libertà dalla paura.
- Il terzo livello fa riferimento al bisogno di appartenenza, di socializzazione e di ricevere e dare affetto.
- Il quarto livello bisogno di stima, intesa sia come autostima sia come esigenza di ricevere rispetto da parte degli altri.
- Il quinto e ultimo livello della piramide indica il bisogno più “alto” dell’essere umano, il bisogno di autorealizzazione.
La piramide di Maslow è stata per decenni (e, in alcuni contesti, è ancora) uno dei principali riferimenti per il tema della motivazione. Studi successivi, tuttavia, hanno spostato l’attenzione su altri fattori e dinamiche psicologiche, evidenziando come la categorizzazione di Maslow non tenga conto di un’altra distinzione fondamentale: quella tra motivazione intrinseca ed estrinseca.
Motivazione intrinseca ed estrinseca
Con motivazione estrinseca si fa riferimento a quella spinta che deriva da ragioni esterne, come ad esempio una ricompensa o un riconoscimento. La motivazione estrinseca si basa, solitamente, su finalità e regole fissate da altri (es: un genitore, un allenatore, un insegnante) e si manifesta in tutti quei casi in cui i comportamenti corretti e positivi sono finalizzati all’ottenimento di un premio. Esempi classici di motivazioni estrinseche sono lo studente che fa i compiti per avere un buon voto o l’impiegato che va a lavoro per ricevere lo stipendio.
Quando si parla di motivazione intrinseca, invece, ci si riferisce a una spinta che parte da sé, dai propri desideri e dai propri bisogni. Chi agisce per motivazione intrinseca, non lo fa per ricevere una ricompensa esterna, ma perché trae soddisfazione dall’azione stessa o dal raggiungimento di un obiettivo personale. In questo caso, un esempio può essere lo studente che legge libri di approfondimento perché ha piacere e interesse nel leggerli oppure l’impiegato che fa più del dovuto per il bene dell’azienda e dei suoi colleghi.
Come fare per sentirsi più motivati
Per sentirsi più motivati, il primo passo è, certamente, capire se gli obiettivi da raggiungere rientrino nella sfera della motivazione estrinseca (fissati da altri, necessari, non particolarmente appassionanti) o intrinseca (stimolanti, di interesse personale). La motivazione intrinseca, infatti, tende ad essere più forte e più duratura di quella estrinseca, soprattutto di fronte alle difficoltà, in cui una ricompensa esterna potrebbe “non valerne la pena”.
Se, quindi, la ragione per cui si mira a raggiungere un obiettivo è ottenere un riconoscimento o una validazione esterna, può essere utile interrogarsi su quali vantaggi collaterali una certa azione o comportamento potrebbe portare alla propria “causa”, a ciò che si considera importante e di valore: in pratica, trasformare una motivazione estrinseca (es: un buon voto, lo stipendio), in una motivazione intrinseca (es: la possibilità di studiare nell’università che si desidera, l’opportunità di fare un viaggio).
Imparare a sentirsi motivati, infatti, significa imparare a considerare ogni situazione sotto due punti di vista simultaneamente: quello del “qui ed ora”, che tiene conto della fatica, dell’impegno e del sacrificio che vengono richiesti in questo momento, e quello del futuro a cui si aspira, del potenziale, delle opportunità e delle porte che fare questo sacrificio può aprire. Questo, ovviamente, non vuol dire vivere sempre proiettati nel futuro, ma imparare a coniugare questi due momenti, in modo da visualizzare il proprio obiettivo e creare un percorso in cui, passo dopo passo, questo diventi sempre più vicino.
Per approfondire
Il seminario online L’importanza della motivazione nella crescita personale e sociale, tenuto dalla Psicologa Anna Zannone, approfondisce il tema della motivazione intesa come spinta che guida l’agire sociale. Dopo una prima parte introduttiva dedicata alla definizione del concetto di motivazione, il seminario presenta alcune tecniche per incrementarla e fronteggiare momenti di difficoltà e de-motivazione.