Il pianto è una delle modalità con cui il neonato comunica a mamma e papà i suoi bisogni: fame, sonno, pannolino sporco, stanchezza, caldo, freddo…
L’interpretazione del pianto neonatale non è sempre facilissima e molto spesso, di fronte a un pianto inconsolabile e incomprensibile, i genitori attribuiscono la causa del presunto malessere alle coliche.
Nell’esperienza comune sembra che tutti i bambini ne soffrano e i rimedi popolari suggeriti per affrontarle sono i più stravaganti. In realtà si stima che le coliche colpiscano solo il 10% dei neonati, il che significa che il restante 90% piange per altre ragioni.
Il pianto serale
Durante il giorno i neonati sono sottoposti ad una serie di stimoli sensoriali molto significativi, che noi adulti ignoriamo perché abituati; ma il bambino appena nato deve adattarsi ad una nuova vita, che è quella fuori dal pancione della mamma: sensazioni di fame, freddo, caldo, sporco, sonno, sono per lui assolutamente nuove in quanto nei nove mesi di gestazione i suoi bisogni venivano soddisfatti immediatamente. Questo adattamento ad una nuova vita non interessa solo il piccolo ma anche mamma e papà (ed eventuali fratellini) che arriveranno a fine giornata affaticati tanto quanto il bebè. Ecco che improvviso e incomprensibile compare il pianto: bambino sazio, pannolino pulito, tutina senza fastidiose etichette, coccole in abbondanza, eppure il piccolo continua a piangere.
E’ colpa delle coliche? Non necessariamente. Nella maggior parte dei caso si tratta in realtà di un senso di irritabilità dovuto ai tanti stimoli ricevuti durante il giorno, che passerà facendo sentire il bambino contenuto e protetto.
Per prevenire e alleviare questo stato di irritabilità può essere molto utile massaggiare il bambino; per i benefici del massaggio.
Come riconoscere le coliche
E se invece si trattasse veramente di coliche? Quali sono i segnali che ci permettono di riconoscerle? I sintomi che ci suggeriscono che si tratta di coliche si riconoscono grazie alla regola del 3, secondo cui le crisi di pianto:
- durano per più di 3 ore al giorno,
- si presentano per più di 3 giorni alla settimana,
- si protraggono per più di 3 settimane.
Inoltre potremo osservare nel bambino che il pianto si manifesta in modo acuto ed improvviso, prevalentemente dopo aver mangiato: il piccolo diventerà rosso in viso per lo sforzo, stringerà i pugni, solleverà le gambe verso il pancino e tenderà ad irrigidirsi; l’eventuale emissione di aria o feci porterà un sollievo soltanto temporaneo, poi riprenderà il pianto.
Che cosa sono le coliche
Le coliche sono contrazioni eccessive e dolorose della muscolatura involontaria della parete intestinale che tendono ad accentuarsi a fine giornata a causa dell’aria che si è accumulata nell’intestino del bambino durante i pasti. Si tratta di un disturbo transitorio che tende a scomparire dopo il terzo mese di vita.
Da cosa sono causate le coliche
Poiché le cause scatenanti non sono note, si ipotizza che le coliche possano essere prodotte da questi fattori:
- intolleranza al lattosio della mamma allattante,
- suzione imperfetta del bambino ed eccessiva deglutizione di aria (si verifica prevalentemente con ciuccio e biberon, significativamente meno con l’allattamento al seno),
- squilibrio della flora intestinale,
- problemi ormonali,
- fumo passivo.
Cosa fare in caso di coliche
E’ innanzitutto necessario che il pediatra si accerti che si tratta davvero di coliche e non di pianto dovuto ad altre richieste (fame, desiderio di essere coccolato, stanchezza, dentizione, ecc.) o ad altre problematicità.
Una volta effettuata la diagnosi, il pediatra rassicurerà la mamma e il papà sulla transitorietà del problema che, come già tetto, inizia a scomparire dopo il terzo trimestre di vita.
Sono assolutamente da evitare i rimedi fai da te, come un’alimentazione restrittiva della madre o la somministrazione al bambino di prodotti specifici senza una supervisione adeguata.
E’ invece molto più efficace coccolare il piccolo, contenerlo e rassicurarlo: nel farlo, il genitore non deve farsi prendere dall’ansia e non deve cedere alla frustrazione di non riuscire a fermare il pianto; può essere molto efficace alternarsi con il partner (o con altri adulti di riferimento per il bambino) perché il pianto persistente del neonato rappresenta per il genitore una fortissima fonte di stress. Anche la riduzione di stimoli esterni (luci e suoni, per esempio, può essere molto utile).
Cullare il bambino con movimenti ritmici e regolari lo aiuta a rilassarsi, meglio se posizionato sul nostro avambraccio a pancia in giù; l’oscillazione continuativa contribuisce a far scaricare al bambino lo stato di tensione, per questo molti genitori optano per un giro in automobile dove “magicamente” il piccolo si addormenta.
Il massaggio contro le coliche
Il massaggio risulta essere molto efficace sia per prevenirle che per alleviare il dolore della colica. Il tocco di mamma o papà aiuta il bambino a rilassarsi, attenua l’irrigidimento e favorisce il passaggio e l’evacuazione dell’aria; inoltre il contatto consente la produzione di endorfine, l’ormone del benessere che agisce come antidolorifico donando un senso di benessere generale.
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