Corsi di formazione

CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELL’A.D.H.D. – Attention Deficit Hyperactivity Disorder

adhd cartatteristiche principali

L’acronimo ADHD, utilizzato in ambito clinico-psicologico che sta per “Disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività”, rappresenta la denominazione data a tutti coloro i quali manifestano un disturbo del comportamento caratterizzato da tre elementi specifici: disattenzione, iperattività e impulsività, che sembra colpire maggiormente i bambini della fascia della scuola primaria e dell’inizio della secondaria di primo grado (dai 6 ai 12 anni circa d’età)(Fedeli D., et al.,2012).

La disattenzione o meglio, il deficit dell’attenzione consiste nella difficoltà a concentrarsi e a mantenere l’attenzione stabile durante lo svolgimento di compiti scolastici o attività ludiche; il bambino con questo disturbo infatti, è facilmente distratto da tutti quegli stimoli provenienti dal mondo esterno (rumori, altre attività in corso, persone ecc..) che provocano una riduzione della concentrazione producendo interferenze in tutto ciò che gli richiede uno sforzo mentale soprattutto se protratto nel tempo.

La maggior parte degli studi in neuropsicologia cognitiva concordano nel ritenere che i bambini con ADHD presentano difficoltà attentive soprattutto in compiti che richiedono l’applicazione di processi altamente controllati e di lunga durata ed in quelle attività che richiedono una certa dose di flessibilità cognitiva, uso di strategie e la pianificazione di ciò che si sta svolgendo (Abikoff H. et al., 1991; Abramowitz A. J. et al., 1992).

L’iperattività si manifesta invece come quell’esigenza di essere sempre in movimento, di passare rapidamente da un’attività ad un’altra, che sia un gioco o compiti scolastici, interferendo con l’esecuzione completa del compito o del gioco anche se si tratta di attività piacevoli o di svago.

Alcuni studiosi, utilizzando le misurazioni meccaniche dei movimenti di bambini iperattivi, hanno dimostrato che questi bambini fanno più movimenti di quelli non iperattivi (Taylor et al., 1991). Questo eccesso di movimenti sembra non essere una funzione secondaria della distraibilità, poiché è stato osservato lo stesso eccesso di movimenti durante il giorno (Taylor et al., 1991) e durante le ore di sonno (Porrino et al., 1983), ovvero quando non viene richiesta attenzione o non viene richiesto nessun controllo comportamentale.

Un’altra caratteristica dell’ADHD è l’impulsività correlata in modo particolare all’iperattività, porta il bambino ad essere spesso impaziente, precipitoso, mostrando difficoltà nel rispetto delle regole presenti nel contesto in cui si trova. Sul piano delle relazioni interpersonali spesso questi ragazzi si comportano in modo invadente sia nei confronti dei coetanei che degli adulti venendo descritti proprio come bambini che non stanno mai fermi e/o zitti. Ciò che manca quindi è una scarsa regolazione delle risposte agli stimoli ricevuti dal contesto, rispondendo in maniera inappropriata ed agendo senza pensare.

Alcuni studiosi tra cui Barkley (1997), hanno dimostrato come lo scarso controllo da parte dei bambini con ADHD sul proprio comportamento, può essere spiegato da un deficit nella regolazione dell’inibizione comportamentale. Secondo tale modello, l’inibizione riguarda una risposta predominante come può essere quella associata ad un fattore di rinforzo (es. una gratificazione immediata) o la difficoltà nel fermarsi in corrispondenza di risposte comportamentali che necessitano di un lasso di tempo per essere elaborate, fornendo così risposte poco appropriate nonostante i compiti risultino alla loro portata e facilmente risolvibili utilizzando una finestra temporale.

Resta da sottolineare comunque, come tutti i comportamenti quali il saltare, correre, arrampicarsi, essere talvolta irruenti, avere difficoltà a mantenere la concentrazione su attività a casa o a scuola, siano caratteristiche tipiche di tutti i bambini in età scolare. Ciò che è evidente nel bambino con ADHD é l’eccessiva disattenzione e vivacità che provoca problematiche in molti ambiti importanti della sua vita, dalla scuola, alla sfera relazionale con i pari e soprattutto con gli adulti. Tutto ciò rappresenta una fonte di maggior vulnerabilità a problematiche future di tipo psicologico e di adattamento sociale rispetto ai bambini della stessa età.

Appare evidente quindi come sia di fondamentale importanza diagnosticare adeguatamente e con le giuste tempistiche la presenza di tale disturbo, in modo tale da aiutare il bambino e la sua famiglia a comprendere che non è il bambino ad essere sbagliato o peggio ancora “cattivo”, ma chela natura di tale disturbo induce inevitabilmente alla necessità che egli venga seguito con impegno e perseveranza, coinvolgendo in maniera attiva la sua famiglia e la scuola, cercando di intervenire all’interno di tutte quelle dimensioni che ruotano intorno alla vita del bambino con ADHD.

Adottare delle misure di intervento mirate e che durino nel tempo infatti, porta a risultati di successo che prevedono processi di inclusione sociale futura del bambino e non invece a situazioni colpevolizzanti o peggio ancora di emarginazione sociale.

Vuoi saperne di più? Puoi scaricare gratuitamente l’ebook di IGEA “ADHD: dalla diagnosi all’inclusività formativa e sociale”

Per Informazioni

Se vuoi richiedere informazioni sulle promozioni di uno o più corsi di formazione in catalogo, inviaci una richiesta. Una nostra consulente ti contatterà appena possibile. Grazie

CORSI ONLINE SUL TEMA ADHD: