Autismo e utilizzo strategico delle tecnologie

A cura di Marialuisa Primi

Questo articolo esamina l’uso delle tecnologie come strumento per sostenere le persone con disturbo dello spettro autistico (ASD). Si discutono le basi teoriche che spiegano il potenziale delle tecnologie per facilitare la comunicazione, le abilità sociali e l’apprendimento nelle persone con ASD.

Le ricerche empiriche mostrano che l’utilizzo delle tecnologie può favorire l’interazione sociale e la comunicazione, fornire un’esperienza di apprendimento personalizzata e migliorare l’accesso a risorse educative.

Vengono discusse anche le sfide e le limitazioni associate all’uso delle tecnologie per le persone con ASD, come il rischio di isolamento sociale, la necessità di una supervisione e monitoraggio adeguati e l’importanza di adattare le tecnologie alle esigenze individuali per garantirne un uso responsabile.

L’obiettivo principale di questo lavoro è analizzare l’impatto delle tecnologie sul benessere e sulle opportunità educative delle persone con ASD fornendo una panoramica aggiornata sulle diverse tecnologie disponibili, come dispositivi mobili, applicazioni, realtà virtuale e aumentata, e sistemi di comunicazione aumentativa e alternativa e valutare il loro ruolo nel promuovere la comunicazione, le abilità sociali e l’apprendimento nelle persone con ASD.

Attraverso una revisione della letteratura scientifica, l’articolo mira a identificare le migliori pratiche e le sfide associate all’uso delle tecnologie nel campo dell’ASD, offrendo raccomandazioni per un’implementazione sicura e appropriata. Inoltre, l’articolo intende evidenziare la necessità di ulteriori ricerche per stabilire linee guida specifiche per l’uso delle tecnologie e favorire la collaborazione tra sviluppatori, ricercatori e professionisti dell’educazione al fine di massimizzare i benefici per le persone con ASD.

Introduzione

Il disturbo dello spettro autistico (ASD) è una condizione neurobiologica complessa che perdura per tutta la vita e influisce su vari aspetti del comportamento umano, inclusi comunicazione, interazione sociale e apprendimento (APA, 2013). Le tecnologie hanno acquisito un ruolo sempre più rilevante nel supportare le persone con ASD, offrendo strumenti innovativi per migliorare la loro qualità della vita.

1. Autismo e ITC: un binomio in crescita

Negli ultimi anni, clinici ed educatori hanno rivolto crescente attenzione alle potenzialità delle nuove tecnologie per il supporto di persone con autismo. L’impiego dell’Information and Communication Technology (ICT) può infatti apportare benefici in svariati ambiti:

  • Apprendimento scolastico: la tecnologia offre strumenti innovativi per facilitare l’apprendimento in contesti scolastici, adattandosi alle diverse esigenze individuali.
  • Comunicazione aumentativa e alternativa (CAA): l’ICT può fornire soluzioni alternative alla comunicazione verbale, favorendo l’interazione e l’espressione di persone con difficoltà di linguaggio.
  • Scelta di attività abilitative e riabilitative: la tecnologia può aiutare nella selezione di attività personalizzate, idonee a promuovere lo sviluppo di abilità specifiche a seconda dei singoli casi.
  • Insegnamento di abilità sociali: l’utilizzo di strumenti multimediali può facilitare l’apprendimento di abilità sociali, personali e domestiche, favorendo in modo particolare l’autonomia di adolescenti e adulti affetti da autismo.

Per questo motivo le ITC stanno diventando sempre di più parte integrante e preponderante degli strumenti di sostegno per le persone autistiche sia all’interno del contesto privato e famigliare, che di quello clinico e formativo.

1.2 Autismo e ITC: teorie di riferimento 

Alla base dell’applicazione delle tecnologie nel supporto dei casi di autismo vi è la teoria della mente, elaborata da Simon Baron-Cohen. Secondo questa teoria, le persone con ADS presenterebbero difficoltà nella comprensione degli stati mentali altrui, intesi come credenze, desideri, intenzioni ed emozioni. Tale deficit, noto come “mancanza di mentalizzazione”, ostacolerebbe la capacità di interagire e relazionarsi in modo efficace con gli altri.

Le nuove tecnologie, in particolare quelle basate sull’intelligenza artificiale e sulla realtà virtuale, offrono strumenti innovativi per potenziare la mentalizzazione negli individui con ADS. Ad esempio, terapie, attività formative o di psicoeducazione basate sulla realtà virtuale permettono di immergere il soggetto in scenari simulati, favorendo la sperimentazione di interazioni sociali in un contesto sicuro e controllato. Le tecnologie, in tal senso, possono fungere da “esteriorizzazioni della mente”, fornendo rappresentazioni visive e concrete di concetti astratti come emozioni e pensieri, facilitandone la comprensione.

Inoltre, sulla base della teoria del rinforzo (Skinner, 1953) le tecnologie possono essere impiegate per creare ambienti di apprendimento personalizzati e motivanti, utilizzando il rinforzo positivo per incoraggiare comportamenti desiderati e fornire feedback immediati e strutturati (Grant & Crossen, 2014).

Un’altra base teorica rilevante è la teoria dell’apprendimento mediato, proposta da Vygotsky, che sostiene che l’apprendimento avviene attraverso l’interazione con mediatori, inclusi strumenti tecnologici (Vygotsky, 1978). Le tecnologie possono fungere da mediatori dell’apprendimento, offrendo opportunità di interazione e feedback che aiutano le persone con ASD ad acquisire nuove competenze in modo più efficace.

2. Evidenze Empiriche sugli effetti positivi dell’utilizzo delle tecnologie nei casi di ASD

La ricerca ha dimostrato che l’utilizzo delle tecnologie può apportare numerosi benefici alle persone con ASD in vari ambiti, tra cui:

  • La comunicazione;
  • l’interazione sociale:
  • l’apprendimento personalizzato.

Questi studi forniscono dunque una base solida per comprendere come diverse tecnologie possano essere impiegate efficacemente per migliorare la qualità della vita delle persone con ASD. Di seguito, analizziamo alcune delle principali evidenze empiriche.

Le tecnologie di comunicazione aumentativa e alternativa (CAA) hanno dimostrato di essere particolarmente efficaci nel migliorare le abilità comunicative delle persone con ASD. Strumenti come i tablet e le applicazioni di comunicazione (es. PECS che utilizzano una comunicazione per scambio di immagini) permettono infatti di superare le barriere linguistiche, facilitando l’espressione dei bisogni e delle emozioni. L’uso di applicazioni (app) di CAA in particolare può migliorare significativamente la comunicazione e ridurre i comportamenti problematici (Lorah et al., 2015).  Un ulteriore studio (Ganz et al.,2014) ha evidenziato che tali tecnologie possono aumentare le possibilità e le capacità di interazione sociale, fornendo alle persone con ASD strumenti per comunicare in modo più efficace e partecipare agli scambi sociali più attivamente.

La realtà virtuale (VR) e la realtà aumentata (AR) sono ulteriori tecnologie emergenti che offrono nuove opportunità di impiego per l’educazione e la terapia delle persone con ASD. La VR può creare ambienti sicuri e controllati in cui gli individui possono praticare abilità relative alla socialità e affrontare situazioni sociali percepite come difficili senza il rischio di conseguenze negative, come potrebbe avvenire nel mondo reale (Parsons & Mitchell, 2002). La AR, d’altra parte, può integrare elementi visivi del mondo reale, facilitando l’apprendimento attraverso esperienze interattive realistiche e immersive (Chen et al., 2014). Queste tecnologie possono aiutare a migliorare la comprensione delle dinamiche sociali e a sviluppare abilità sociali in modo graduale e sicuro.

2.1 Approcci multisensoriali delle tecnologie educative nei casi di ASD

Le tecnologie educative che integrano approcci multisensoriali possono essere particolarmente efficaci per gli studenti con ASD. Questi approcci sfruttano la stimolazione simultanea di più sensi (vista, udito, tatto) per migliorare l’apprendimento e la memoria. Ad esempio, le lavagne interattive e i tavoli touchscreen possono essere utilizzati per creare attività didattiche coinvolgenti che combinano immagini, suoni e feedback tattile. Questo tipo di attività può aiutare a mantenere alta la motivazione degli studenti e a facilitare l’acquisizione di nuove competenze (Knight et al., 2013).

Inoltre, le tecnologie multisensoriali possono essere utilizzate per creare ambienti di apprendimento immersivi. Ad esempio, le stanze sensoriali, equipaggiate con luci colorate, suoni rilassanti e oggetti tattili, possono essere utilizzate per creare un ambiente calmante che aiuta gli studenti con ASD a concentrarsi meglio e a ridurre lo stress. Questi ambienti possono essere particolarmente utili per i bambini che hanno difficoltà a regolare le loro risposte sensoriali e che possono essere facilmente sopraffatti dagli stimoli ambientali (Stephenson & Carter, 2011).

2.2 ITC a sostegno dell’inclusione scolastica per gli studenti autistici

Le tecnologie educative personalizzate, come i software educativi adattivi e le piattaforme di e-learning, offrono programmi che rispondono alle esigenze specifiche degli studenti con ASD. Grazie a tali strumenti è possibile adattare il contenuto e il ritmo dell’insegnamento alle capacità individuali, promuovendo un apprendimento più efficace e coinvolgente (Boucenna et al. ,2014).

Le tecnologie offrono inoltre un accesso semplificato e illimitato alle informazioni e alle risorse educative, favorendo l’autonomia e l’apprendimento continuo delle persone con ASD (ibidem).

Diversi studi hanno poi evidenziato le grandi potenzialità delle ICT nel favorire l’inclusione e la partecipazione scolastica attiva degli studenti con ASD (Lorah et al.,2015) tuttavia i dati fanno emergere quanto in Italia all’interno delle istituzioni scolastiche probabilmente si debba investire ulteriormente nei prossimi anni per rendere l’utilizzo delle tecnologie più performante, consapevole e ampio.

2.3 La situazione in Italia

Secondo l’ultimo report ISTAT (2023) sull’inclusione scolastica la formazione dei docenti di sostegno riguardo le tecnologie educative specifiche per gli alunni con disabilità risulta ancora poco diffusa. Dall’indagine si evince che solo in una scuola su quattro (il 24%) tutti gli insegnanti di sostegno hanno frequentato almeno un corso specifico di aggiornamento per l’utilizzo di tali tecnologie e addirittura in alcuni istituti nella misura dell’8% nessun insegnante ha mai frequentato un solo corso a riguardo. 

Relativamente agli ausili messi a disposizione dalla scuola al fine di facilitare il processo di apprendimento, i più utilizzati in Italia sono gli apparecchi informatici e multimediali per la personalizzazione della didattica e i software didattici per l’apprendimento, adoperati rispettivamente dal 41% e 31% degli studenti tutti gli ordini. Nella scuola primaria segue l’utilizzo di facilitatori per la comunicazione (18% degli alunni con disabilità li utilizza), invece nei cicli successivi sono più diffusi i sistemi informatici per la lettura e lo studio (utilizzati dal 21% degli alunni con disabilità nelle secondarie di primo grado e dal 18% in quelle di secondo grado).

3.Nuove frontiere delle tecnologie per l’ASD

Le tecnologie emergenti stanno aprendo nuove frontiere nel supporto alle persone affette da autismo. Tra queste, l’intelligenza artificiale (IA) e il machine learning sono campi in rapida evoluzione che offrono possibilità inedite per l’intervento terapeutico e educativo. L’IA può essere utilizzata per creare programmi personalizzati che si adattano continuamente alle necessità individuali, migliorando l’efficacia degli interventi. Algoritmi avanzati possono analizzare grandi quantità di dati comportamentali e fornire feedback in tempo reale, aiutando a monitorare i progressi e ad apportare modifiche tempestive ai programmi terapeutici (Doenyas et al., 2021).

Inoltre, i robot sociali stanno diventando strumenti sempre più popolari per l’insegnamento delle abilità sociali e comunicative. Questi robot possono essere programmati per interagire con le persone in modi che imitano le interazioni umane, ma in un ambiente controllato e prevedibile. Studi hanno dimostrato che l’uso di robot sociali può aumentare l’attenzione e la motivazione nei bambini con ASD, facilitando l’apprendimento di nuove competenze (Scassellati et al., 2012).

3.1 Utilizzo delle tecnologie portatili in casi di ASD

Le tecnologie portatili, come smartwatch e sensori biometrici, rappresentano un altro ambito applicativo promettente. Questi dispositivi possono monitorare costantemente variabili fisiologiche come il battito cardiaco e i livelli di stress, fornendo dati preziosi per comprendere meglio le reazioni emotive e comportamentali delle persone con ASD. Tali informazioni possono essere utilizzate per sviluppare interventi personalizzati che aiutino a gestire situazioni di stress e a migliorare il benessere generale (Koo et al., 2018).

Un esempio pratico è l’uso di smartwatch per la gestione dei comportamenti problematici. Attraverso la rilevazione dei segnali precoci di stress, i caregiver possono intervenire tempestivamente per prevenire crisi o episodi di sovraccarico sensoriale. Questi dispositivi possono anche essere utilizzati per fornire promemoria e rinforzi positivi, aiutando le persone con ASD a mantenere la concentrazione e a completare le attività quotidiane in modo più autonomo (Nguyen et all., 2016).

3.2 Utilizzo delle tecnologie di supporto a casa

Le tecnologie di supporto non sono utili solo in contesti educativi e terapeutici, ma possono anche migliorare la vita quotidiana delle persone con ASD e delle loro famiglie. Dispositivi come tablet e computer possono essere utilizzati per strutturare le routine giornaliere, fornendo promemoria visivi e uditivi per le attività quotidiane come lavarsi i denti, vestirsi e fare i compiti. Questo tipo di supporto può aiutare a ridurre l’ansia e a promuovere l’indipendenza (Fletcher-Watson et al., 2014).

Inoltre, i dispositivi di monitoraggio remoto possono fornire un supporto prezioso ai caregiver, permettendo loro di supervisionare l’attività del loro familiare con ASD anche quando non sono presenti fisicamente. Ad esempio, telecamere di sicurezza e sensori di movimento possono essere utilizzati per monitorare la sicurezza a casa, mentre applicazioni di monitoraggio possono fornire aggiornamenti in tempo reale sulle attività e sui comportamenti (ibidem).

4. ICT e autismo: sfide e limitazioni

Nonostante i numerosi benefici, l’utilizzo delle tecnologie nell’ASD presenta anche alcune sfide e limitazioni di cui bisogna tenere conto per massimizzare gli effetti benefici e proteggere le persone affette da autismo da potenziali rischi. Tra gli aspetti più rilevanti vi sono:

  • Rischio di isolamento sociale: un uso eccessivo o non supervisionato delle tecnologie può portare alla riduzione delle interazioni faccia a faccia . Le persone con ASD possono infatti sviluppare una preferenza per le interazioni tecnologiche rispetto a quelle umane, riducendo le opportunità di praticare e sviluppare competenze sociali nel mondo reale (McGhee et al., 2021).

  • Necessità di supervisione e monitoraggio: è importante che l’utilizzo delle tecnologie sia supervisionato da un adulto per garantire un uso sicuro e appropriato, evitando l’accesso a contenuti inappropriati o l’esposizione a cyberbullismo (Odgers & Jensen, 2020). I caregivers e gli educatori devono essere adeguatamente formati per monitorare l’uso delle tecnologie e intervenire quando necessario.

  • Divario digitale: l’accesso alle tecnologie e alle competenze digitali può essere disomogeneo tra le persone con ASD, creando un divario digitale che può acuire le disuguaglianze (Ghanouni et al., 2019).

  • Necessità di adattamento individuale: le tecnologie devono essere adattate alle esigenze e alle capacità individuali di ogni persona con ASD, evitando approcci standardizzati e promuovendo la personalizzazione.

  • Costi elevati: alcune tecnologie possono avere costi elevati che possono limitare l’accesso per alcune famiglie (ibidem).

  • Mancanza di formazione per i professionisti: la mancanza di formazione adeguata per i professionisti sui benefici e sulle modalità di utilizzo delle tecnologie nell’ASD può ostacolare la loro efficace implementazione.

4.1 Best practice: una implementazione efficace

Alla luce dell’analisi sui potenziali rischi e delle limitazioni date da un uso inadeguato delle ICT nei casi di autismo è importante quindi considerare invece quali sono le migliori pratiche in tal senso.

Per garantire un uso efficace delle tecnologie, è fondamentale innanzitutto che siano integrate in programmi educativi e terapeutici completi. Le tecnologie dovrebbero essere utilizzate come complemento, e non come sostituto, delle interazioni umane e degli approcci terapeutici tradizionali. Odom et al. (2015) sottolineano l’importanza di utilizzare le tecnologie in modo integrato e coordinato con altri interventi terapeutici per massimizzare i benefici per le persone con ASD.

Per sfruttare al massimo le potenzialità delle tecnologie nel supporto alle persone con ASD, è fondamentale poi che gli educatori e i caregiver ricevano una formazione adeguata. Programmi di formazione specifici possono aiutare a comprendere le caratteristiche dell’ASD e a imparare come utilizzare le tecnologie in modo efficace. Ad esempio, corsi di aggiornamento su come utilizzare software educativi e dispositivi di comunicazione possono migliorare significativamente le competenze degli insegnanti e dei genitori, rendendo gli interventi più efficaci (Parson et al., 2015).

Un altro aspetto cruciale è la collaborazione tra sviluppatori di tecnologie, ricercatori e professionisti dell’educazione per creare strumenti efficaci e sicuri. La scelta di un approccio interdisciplinare è imprescindibile per sviluppare linee guida specifiche e promuovere l’uso responsabile delle tecnologie. Lavorare insieme può aiutare a identificare le migliori pratiche e a garantire che le tecnologie siano progettate e utilizzate in modo da rispondere alle reali esigenze delle persone con ASD (Odom et all., 2015).

Le tecnologie devono infine sempre essere adattate alle esigenze individuali per potenziare i loro benefici. Ogni persona con ASD ha esigenze e capacità uniche, e ciò che funziona in maniera ottimale per una persona potrebbe non essere efficace per un’altra. Knight et al. (2013) evidenziano l’importanza quindi di una valutazione continua per garantire che gli strumenti utilizzati siano efficaci e rispondano alle esigenze specifiche dell’individuo. È essenziale che le tecnologie siano flessibili e adattabili per rispondere alle diverse necessità delle persone con ASD.

Saranno necessarie ulteriori ricerche però per comprendere appieno l’impatto delle tecnologie sulle persone con ASD e perfezionare le pratiche di utilizzo. Studi longitudinali possono già fornire dati preziosi sull’efficacia a lungo termine e sulle potenziali conseguenze negative dell’uso delle tecnologie. L’importanza di una ricerca continua per sviluppare una comprensione più completa dell’impatto delle tecnologie e per identificare le migliori pratiche per il loro utilizzo resta dunque preponderante anche per il futuro (Fletcher-Watson, 2014).

Conclusioni

L’utilizzo strategico delle tecnologie può rappresentare un valido strumento per supportare le persone con ASD in diversi ambiti della loro vita, migliorando la comunicazione, l’interazione sociale, l’apprendimento e il benessere generale. Tuttavia, è importante riconoscere le sfide e le limitazioni associate all’utilizzo delle tecnologie, promuovendo un approccio individualizzato e supervisionato che consideri le esigenze e le caratteristiche uniche di ogni persona con ASD. La continua ricerca e sviluppo di nuove tecnologie, unitamente alla collaborazione tra i diversi attori coinvolti, aprono nuove e promettenti prospettive per il futuro, con l’obiettivo di massimizzare i benefici e minimizzare i rischi per le persone con ASD.

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