Attraverso le parole e oltre le culture: la professione del mediatore linguistico culturale

Mediatore linguistico: una figura in crescita nel mondo del lavoro

Negli ultimi anni, il mediatore linguistico è diventato sempre più popolare e richiesto nel contesto di un mondo globalizzato. In un’epoca in cui l’incontro tra diverse culture è all’ordine del giorno, emerge la necessità di un professionista in grado di mediare tra individui di lingue e culture diverse. Questa figura professionale, come scopriremo nel corso dell’articolo, non si occupa solo di lingua, ma anche di cultura.

Chi è il mediatore linguistico e cosa fa concretamente?

Per comprendere appieno il ruolo del mediatore linguistico, è importante definire chiaramente questa figura. Come suggerisce il nome stesso, il mediatore linguistico è colui che facilita la comunicazione tra persone che non solo parlano lingue diverse, ma provengono anche da contesti culturali distanti. Pertanto, è fondamentale che il mediatore abbia conoscenze non solo linguistiche, ma anche approfondite delle usanze e delle tradizioni di un paese. Le competenze richieste vanno oltre quelle di un traduttore tradizionale, poiché un mediatore può operare in vari contesti, come il settore civile, penale, didattico e organizzativo. L’obiettivo primario del mediatore è sempre quello di facilitare la comunicazione tra rappresentanti di culture diverse, il che richiede una conoscenza approfondita del linguaggio verbale e non verbale.

Differenze tra mediatore, traduttore e interprete

Una volta compreso il ruolo del mediatore linguistico, diventa evidente la sua distinzione dalle figure del traduttore e dell’interprete. Come anticipato, il mediatore si occupa non solo della lingua, ma anche della cultura del paese. Al contrario, il traduttore si limita a tradurre testi scritti da una lingua all’altra, mentre l’interprete si concentra sulla traduzione orale da una o più lingue straniere. In entrambi i casi, non è richiesta una profonda conoscenza della cultura del paese di origine della lingua. Questa differenza spiega la peculiarità del mediatore linguistico, che viene spesso definito come mediatore linguistico culturale.

Come diventare un mediatore linguistico

Per intraprendere la carriera di mediatore linguistico, è necessario seguire un percorso di studi ben definito. Dopo aver completato gli studi superiori, è consigliabile conseguire una laurea in Mediazione Linguistica.

Durante il corso di laurea, gli studenti avranno l’opportunità di studiare 3 lingue diverse, con l’obbligo di includere l’inglese come prima lingua straniera. Inoltre, potranno scegliere di approfondire lo studio di lingue come tedesco, francese, spagnolo, arabo, russo, cinese, portoghese e giapponese. Questo percorso di studi consentirà di acquisire non solo competenze linguistiche, ma anche una conoscenza approfondita delle culture associate, preparando gli aspiranti mediatori linguistici a entrare con successo nel mondo del lavoro.

Il mediatore linguistico LIS è un professionista specializzato nella mediazione comunicativa tra persone udenti e persone sordi utilizzando la Lingua dei Segni Italiana (LIS). Le principali differenze rispetto al mediatore linguistico tradizionale riguardano l’utilizzo di una modalità di comunicazione visuo-gestuale anziché verbale e la conoscenza approfondita della cultura e delle specificità linguistiche delle persone sordi. Il mediatore linguistico LIS deve essere in grado di facilitare l’interazione tra le due lingue (LIS e lingua parlata) e di adattarsi alle esigenze e alle preferenze dei suoi interlocutori sordi. La sua formazione è specifica per la comunicazione con la comunità sorda e richiede competenze linguistiche e culturali specifiche.