APPROCCI ALTERNATIVI PER IL TRATTAMENTO DELL’ANSIA: ASPETTI MATERIALI E SPIRITUALI
A cura di Lorena Ruberi
Le ricerche epidemiologiche hanno dimostrato che i disturbi d’ansia sono tra i problemi di salute mentale più comuni degli ultimi anni. Questo tipo di disturbo, che colpisce una vasta porzione della popolazione, porta molti pazienti a cercare soluzioni oltre ai trattamenti convenzionali, che spesso risultano insufficienti per gestire completamente i loro sintomi.
Per questo motivo, si ricorre sempre più frequentemente alla Medicina Complementare e Alternativa (CAM) come integrazione, e in alcuni casi come sostituzione, dell’assistenza sanitaria tradizionale.
Studi epidemiologici (Barnes PM, Bloom B, Nahin RL, 2007) indicano che tra il 30% e il 43% dei pazienti trattati nell’assistenza primaria per l’ansia utilizzano rimedi CAM come parte del loro trattamento (Bystritsky A, Hovav S, Sherbourne C, et al., 2012).
Questa panoramica intende fornire una guida comprensiva sui vari approcci CAM, evidenziando come essi possano essere integrati nei percorsi terapeutici per migliorare il benessere dei pazienti affetti da ansia.
INTRODUZIONE
L’ansia, se non affrontata adeguatamente, può aumentare a livelli eccessivi, causando stress sia al corpo che alla mente. Questo stress può manifestarsi in varie forme, contribuendo a una serie di gravi problemi di salute. Ad esempio, l’ansia non trattata è stata collegata a malattie cardiache, tendenze suicide e una generale riduzione della qualità della vita (Olatunji BO, Cisler JM, Tolin DF, 2007). L’ansia eccessiva e prolungata mette sotto pressione il sistema cardiovascolare, aumentando il rischio di sviluppare patologie cardiache. Allo stesso tempo, la sofferenza psicologica cronica può portare a una disperazione tale da spingere alcune persone verso pensieri o comportamenti suicidi. Inoltre, la presenza costante dell’ansia può compromettere la capacità di godere delle normali attività quotidiane, portando a una ridotta qualità della vita (Roest AM, Martens EJ, de Jonge P, Denollet J, 2010).
Se non si interviene tempestivamente con interventi efficaci, l’ansia elevata può continuare a deteriorare la qualità della vita delle persone. È essenziale riconoscere l’importanza di affrontare l’ansia per evitare le conseguenze negative a lungo termine. Diversi studi hanno dimostrato che l’ansia, se non gestita, contribuisce in modo significativo alla riduzione della qualità della vita (Wang PS, Aguilar-Gaxiola S, Alonso J, et al., 2007). Pertanto, è cruciale implementare strategie che possano alleviare l’ansia e migliorare il benessere generale.
Le prove di ricerca attualmente disponibili supportano, a vari livelli, l’efficacia di diverse attività nel ridurre l’ansia. Tra queste attività, troviamo il supporto di attività fisiche, meditative e spirituali/religiose. Queste metodologie saranno descritte dettagliatamente in questo argomento. Le attività fisiche, come l’esercizio regolare, non solo migliorano la salute fisica ma hanno anche dimostrato di avere un impatto positivo sulla salute mentale. Le pratiche meditative, come la mindfulness e la preghiera centrata, aiutano a calmare la mente e a ridurre i livelli di stress. Le attività spirituali e religiose, per molte persone, offrono un senso di pace e appartenenza che può essere molto utile nel combattere l’ansia (Konnopka A, Leichsenring F, Leibing E, König HH, 2009).
È importante notare che sono stati segnalati effetti avversi minimi per le attività presentate in questo argomento. Ciò significa che, oltre a essere efficaci nel ridurre l’ansia, queste attività sono generalmente sicure e possono essere integrate nella vita quotidiana senza rischi significativi. Queste soluzioni offrono un approccio olistico alla gestione dell’ansia, migliorando non solo la salute mentale ma anche quella fisica, contribuendo così a un miglioramento complessivo della qualità della vita.
1. APPLICAZIONI PRATICHE ED ESERCIZI FISICI
In un mondo sempre più frenetico e stressante, l’ansia è diventata una compagnia indesiderata per molte persone. Sebbene i farmaci e la terapia tradizionale possano offrire sollievo, cresce l’interesse verso approcci pratici che possano integrarsi nella vita quotidiana per gestirla in modo naturale e sostenibile. Di seguito un breve panoramica su alcune tecniche pratiche ed esercizi fisici che possono contribuire ad alleviare i sintomi dell’ansia e migliorare la qualità della vita.
1.1 YOGA
Lo yoga è una pratica che integra respirazione, consapevolezza, spiritualità e movimento corporeo, creando una connessione armoniosa tra questi elementi (Pilkington K, Kirkwood G, Rampes H, Richardson J, 2005). Le sue tre componenti principali – posture, tecniche di respirazione e meditazione – insieme a vari aspetti, rendono lo yoga una disciplina sicura ed efficace nel migliorare diversi parametri di salute e la qualità della vita.
Numerosi studi clinici (Simon NM, Hofmann SG, Rosenfield D, et al., 2021) hanno dimostrato che la pratica dello yoga può significativamente ridurre i livelli di ansia, offrendo un approccio olistico e naturale per il benessere mentale e fisico (Martínez-Calderon J, Casuso-Holgado MJ, Muñoz-Fernandez MJ, et al., 2023).
1.2 TAI CHI
Tai Chi – Il Tai Chi, noto anche come taiji o tai chi chuan, è una pratica mente-corpo originaria della Cina che combina arti marziali, meditazione e movimenti fluidi simili a danze. Questa disciplina si concentra sulla connessione tra mente e corpo (Wang F, Lee EK, Wu T, et al., 2014).
Una revisione di 35 studi clinici, condotti su un totale di 2765 partecipanti, ha esaminato l’efficacia del Tai Chi (esercizi di Qigong) nel trattamento dell’ansia (Li Z., 2011) e della depressione (Yin J, Dishman RK., 2014). I risultati hanno indicato che l’intervento (Song QH, Shen GQ, Xu RM, et al., 2014) ha ridotto i sintomi dell’ansia con una dimensione dell’effetto che varia da piccola a moderata rispetto alle condizioni di controllo (Zheng S, Kim C, Lal S, et al, 2018).
1.3 ALLENAMENTO AD ALTA E BASSA INTENSITA’
L’allenamento ad intervalli ad alta intensità (HIIT) e l’allenamento a bassa intensità (LIT) si sono dimostrati efficaci come complemento al trattamento principale per il disturbo d’ansia generalizzato (GAD).
In uno studio, 33 soggetti con GAD sono stati assegnati in modo casuale a un programma di HIIT o LIT per un periodo di 12 giorni (Plag J, Schmidt-Hellinger P, Klippstein T, et al., 2020). Entrambi i gruppi hanno mostrato miglioramenti nelle misure cliniche dell’ansia secondo diverse scale di sintomi. Tuttavia, l’HIIT ha registrato maggiori cambiamenti nei punteggi medi rispetto al LIT, sia alla fine del periodo di intervento sia al follow-up di 18 giorni. Entrambi i gruppi di trattamento hanno mostrato miglioramenti nelle misure cliniche dell’ansia secondo diverse scale di sintomi. Tuttavia, l’HIIT ha registrato cambiamenti medi maggiori nei punteggi rispetto al LIT sia alla fine del periodo di intervento che al follow-up di 18 giorni.
2. ESERCIZI MEDITATIVI
La meditazione ha da sempre ricoperto un ruolo fondamentale nel miglioramento del benessere psicofisico dell’individuo. Uno degli scopi che si prefigge è quello di accrescere la consapevolezza per vivere intenzionalmente il momento presente (Kabat-Zinn J, 1994).
Gli elementi fondamentali comprendono l’autoregolazione dell’attenzione e l’adozione di un atteggiamento non giudicante verso le proprie esperienze (Keng SL, Smoski MJ, Robins CJ, 2011).
2.1. LA MEDITAZIONE CONSAPEVOLE
A partire dagli anni ’70, la pratica della meditazione consapevole è stata applicata ai problemi di salute psicologica nei contesti occidentali.
Diversi studi hanno rilevato che i programmi di meditazione consapevole offrivano prove moderate di riduzione dell’ansia (Goyal M, Singh S, Sibinga EM, et al., 2014). La consapevolezza e le sue varianti cliniche, come la terapia cognitiva basata sulla consapevolezza (Piet J, Hougaard E, Hecksher MS, Rosenberg NK, 2010), sono state utilizzate nel trattamento di numerosi disturbi psichiatrici, con vari gradi di evidenza a sostegno (Koszycki D, Benger M, Shlik J, Bradwejn J, 2007).
Ad esempio, uno studio clinico ha confrontato un programma di riduzione dello stress basato sulla consapevolezza di gruppo di otto settimane con l’educazione alla gestione dello stress in 93 pazienti con disturbo d’ansia generalizzato (GAD). Rispetto al gruppo che ha ricevuto solo istruzione, il gruppo di consapevolezza ha mostrato un miglioramento maggiore nei sintomi di ansia e generali, e una riduzione dei sintomi di ansia in risposta a una sfida stressante (Hoge EA, Bui E, Marques L, et al., 2013).
Sebbene i meccanismi attraverso i quali la meditazione possa migliorare i sintomi dei disturbi d’ansia non siano ancora completamente chiari, diversi quadri teorici biologici, comportamentali e cognitivi hanno guidato la ricerca: alcune teorie biologiche (Klein DF, 1993) si concentrano sul ruolo delle anomalie respiratorie nell’ansia. La meditazione e la respirazione rilassata possono invertire queste anomalie e ridurre gli effetti ansiogeni delle sfide biologiche (Gilbert C, 2003).
È stato inoltre scoperto che la meditazione riduce i livelli di cortisolo e catecolamine, come l’adrenalina e la norepinefrina, che altrimenti scatenerebbero una risposta di ansia su base biologica (Brand S, Holsboer-Trachsler E, Naranjo JR, Schmidt S, 2012).
Dal punto di vista cognitivo, le persone con disturbi d’ansia tendono a sopravvalutare il pericolo e le sue potenziali conseguenze (Clark DM, 1993). In questo caso la meditazione aiuta gli individui a rimanere distaccati, consentendo loro di rilevare e modificare le distorsioni cognitive associate all’ansia.
2.2 LA MEDITAZIONE TRASCENDENTALE
La meditazione trascendentale (TM) implica l’uso di un mantra, praticata comodamente seduti con gli occhi chiusi per 15-20 minuti due volte al giorno. La Meditazione Trascendentale ha una dimensione spirituale, in quanto sposta la mente dagli affari materiali per concentrarla sull’universo più vasto e sul ruolo dell’individuo al suo interno. L’uso di un mantra comporta la concentrazione sul suo suono piuttosto che sul suo significato concettuale, permettendo alla mente di trascendere completamente in un campo illimitato di puro essere. Queste caratteristiche distinguono la Meditazione Trascendentale dalle forme secolari di meditazione, come la meditazione consapevole (Wachholtz AB, Pargament KI, 2005).
2.3 LA MEDITAZIONE QI-GONG
È un’antica pratica sanitaria cinese che combina movimento, respirazione e meditazione in una pratica integrata (Manzaneque JM, Vera FM, Rodriguez FM, et al., 2009). Questa pratica meditativa utilizza la consapevolezza del respiro, mantra, canto, suoni e visualizzazioni, concentrandosi su concetti come la circolazione del Qi, l’estetica e i valori morali.
Il trattamento Qi-gong include abilità o tecniche operative mente-corpo che integrano l’allineamento del corpo, del respiro e della mente in un’unica unità (Liu T, 2005). La meditazione Qigong si concentra sul flusso del Qi, considerato una forza spirituale universale presente in tutti gli esseri viventi. Studi clinici che hanno valutato l’effetto della terapia Qi-gong sull’ansia hanno riportato risultati prevalentemente positivi (Hui PN, Wan M, Chan WK, Yung PM, 2006).
3. SPIRITUALITA E RELIGIONE
La spiritualità e le attività religiose sono spesso considerate correlate allo spirito o all’anima umana, in contrasto con le cose materiali o fisiche. La religione, inoltre, generalmente implica una relazione con Dio o un potere superiore. Sia la spiritualità che la religione possono offrire un quadro robusto e flessibile per comprendere il mondo e il sé, promuovendo una maggiore tolleranza all’incertezza, migliori strategie di coping, intraprendenza e ottimismo (Koenig HG, 2009).
Le religioni possono anche offrire una comunità di sostegno che riduce l’isolamento sociale (Emmons RA, McCullough ME, 2003).
I ricercatori hanno cercato di determinare se una componente spirituale sia fondamentale per gli effetti di riduzione dell’ansia associati alla meditazione (Wachholtz AB, Pargament KI, 2005), ma le prove disponibili dagli studi clinici non sono ancora sufficienti per fornire una risposta definitiva.
3.1 MEDITAZIONE DEVOZIONALE
La meditazione devozionale, conosciuta anche come preghiera contemplativa, è una forma di preghiera che pone l’accento sulla meditazione, cercando di connettersi con Dio, o entità superiore, in modo aperto, passivo e non vincolante (Finney J, Malony H, 1985).
Gli studi clinici hanno mostrato risultati contrastanti riguardo l’efficacia della meditazione devozionale rispetto alle condizioni di controllo.
Ad esempio, uno studio clinico ha randomizzato 36 studenti universitari a partecipare a sessioni di meditazione devozionale, a un programma di rilassamento muscolare progressivo o a un gruppo di controllo senza trattamento (Carlson CA, Bacaseta PE, Simanton DA, 1988).
I due gruppi di intervento hanno seguito tre sessioni di formazione settimanali, mentre la tensione muscolare dei partecipanti di tutti e tre i gruppi è stata monitorata quotidianamente. Dopo due settimane, il gruppo di meditazione devozionale ha riportato livelli inferiori di ansia e rabbia rispetto agli altri due gruppi e ha mostrato una minore tensione muscolare misurata tramite elettromiografia.
3.2 LA PREGHIERA CENTRATA
L’approccio contemporaneo della preghiera centrata, sviluppato nel 1974, rappresenta una valida alternativa alla tradizionale preghiera contemplativa, rendendola più accessibile a un pubblico più ampio (Keating T, 2009). Questo metodo innovativo pone una particolare attenzione a tre elementi fondamentali: la postura del corpo, la respirazione e lo spazio fisico occupato durante la pratica. A differenza delle pratiche meditative più conosciute, che spesso mirano a svuotare la mente dai pensieri, la preghiera centrata si avvicina maggiormente alla meditazione consapevole, dove l’obiettivo non è eliminare i pensieri, ma permettere loro di fluire liberamente, andando e venendo. In questo processo, si utilizza una parola sacra come strumento per rifocalizzare l’attenzione ogni volta che i pensieri si allontanano.
Ciò che distingue la preghiera centrata dalle forme secolari di meditazione è l’accento posto sull’intenzione piuttosto che sull’attenzione o sulla concentrazione. Mentre la meditazione laica si focalizza spesso sulla concentrazione mentale e sull’attenzione ai dettagli del presente, la preghiera centrata incoraggia un’intenzione profonda e sincera verso una connessione spirituale più alta.
Gli studi, sebbene non controllati, hanno riscontrato risultati promettenti: diverse settimane di pratica quotidiana della preghiera centrata sono state associate a una significativa riduzione dell’ansia in piccoli campioni di partecipanti (Anderson N, Heywood-Everett S, Siddiqi N, et al., 2015). Questi risultati suggeriscono che la preghiera centrata potrebbe essere un metodo efficace per migliorare il benessere emotivo, offrendo un’alternativa spirituale alle tecniche di meditazione tradizionali e secolari.
CONCLUSIONE
In sintesi, mentre ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere appieno i meccanismi e l’efficacia comparativa di queste diverse pratiche, le evidenze attuali supportano l’inclusione della meditazione e della spiritualità come complementi validi nei programmi di trattamento per l’ansia.
Questo non solo arricchisce le opzioni terapeutiche disponibili, ma contribuisce anche a promuovere un approccio più integrato e completo alla salute mentale, valorizzando l’importanza del benessere emotivo e spirituale accanto a quello fisico.
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