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Applicazione dei principi del saggio caregiver

principi caregiver

Si vogliono fornire suggerimenti sul modo di interpretare e cambiare i comportamenti problema. Ogni comportamento ha un significato, c’è sempre qualcosa che ha causato l’azione della persona, potrebbe essere uno stimolo interno, esterno o qualcosa che riguarda l’ambiente.

Che cosa bisogna fare? Bisogna sicuramente riconoscere la causa (che cosa ha scatenato quella determinata reazione?); capire il motivo per il quale il malato ha reagito in un determinato modo (che significato gli ha attribuito?); osservare che cosa accade poco prima che il comportamento problema si manifesti.

Tutto ciò porta il caregiver a sviluppare strategie che vadano a prevenire i comportamenti disturbanti; a sviluppare sensibilità ai segni premonitori di un dato comportamento e porta, anche, a sviluppare strategie che aiutino a controllare questi comportamenti.

Facciamo un esempio di alcuni comuni problemi di comportamento:

  • Domande ripetitive. Spesso le domande ripetitive sono segno di confusione. Cosa fare? Non perdere la pazienza e riconoscere che non sarà possibile porre fine a questo comportamento. Cercate di distrarlo proponendogli delle attività e sviluppate una sorta di copione da recitare ogni qual volta vi verrà posta la stessa domanda più e più volte.
  • Camminare e girovagare. Per alcuni malati camminare potrebbe essere un modo per scaricare energia e tale comportamento dovrebbe essere incoraggiato. Per altri, invece, potrebbe essere sinonimo di angoscia, smarrimento. Quello che il caregiver potrebbe fare è creare dei percorsi adatti; fornitegli delle buone scarpe da passeggio che gli garantiscano equilibrio così da evitare le cadute.
  • Il tardo pomeriggio, l’ora del crepuscolo. Questo momento rappresenta spesso un problema, in cui il malato diventa irrequieto e agitato, i motivi potrebbero essere molteplici: la fame, la stanchezza, il cambiamento della qualità della luce. Potremmo far fare uno spuntino con dolcetti o latte, così da attenuare la fame; potremmo proporgli un riposino dopo pranzo così da avere energia in più per affrontare al meglio il pomeriggio; o proporgli di svolgere insieme un’attività.
  • Stare svegli di notte. Spesso il ciclo sonno veglia è alterato e questo comporta che la notte il malato dorma per brevi periodi. Come comportarsi? Provare a ricondurre il malato a letto, stare un po’ con lui e rassicurarlo. Se, invece, questo non basta, si potrebbe provare a distrarlo con uno puntino, proponendogli cose calde e morbide e facendo attenzione che l’illuminazione della casa non sia attivante. Nei casi in cui, invece, ciò rappresenta un pericolo per il malato perché lo spinge ad uscire di casa o diventa aggressivo allora è bene rivolgersi al medico specialista così che possa aiutare il malato ad affrontare al meglio questa parte della giornata.
  • Inclinazione al pianto. Non concentrarsi sulla causa ma agire sulle conseguenze e su questo comportamento. La distrazione e lo svolgimento di attività sono sicuramente i mezzi più efficaci per affrontare questo problema.
  • Atteggiamenti di sospettosità e accusa. Evitate di discutere, non risolverete il problema. Al contrario se, ad esempio, vi accusa di aver rubato un oggetto aiutatelo nella ricerca.
  • Ostilità nella cura personale. Man mano che il deterioramento cognitivo progredisce, il malato diventa sempre meno consapevole dell’importanza dell’igiene, altri, invece, non ammettono di avere bisogno di aiuto sia perché non c’è consapevolezza di malattia e sia perché il pudore non scompare come la memoria. Spesso questi momenti generano confusione e stress. Quello che il caregiver potrebbe fare è andare a spiegare con molta calma ciò che verrà fatto, far fare al malato ciò che è in grado di fare e sostituirsi a lui in ciò in cui non riesce, eliminare tutti i fattori di distrazione (esempio evitare di fargli la doccia in più persone, parlare tra di voi), concentratevi sul malato e andate a spiegare passo passo ciò che verrà fatto (ora apriamo l’acqua; bagniamo prima i piedi e le mani e poi il corpo fino ad arrivare ai capelli); prima di spogliarlo e toccarlo chiedi sempre il permesso così da dimostrargli che lo rispetti.

L’obiettivo fondamentale è imparare a gestire il comportamento del paziente affetto da demenza. Insegnare al caregiver che il comportamento del paziente non è casuale o insensato; ogni comportamento ha un significato in quanto reazione o risposta a bisogni, impulsi, emozioni, desideri. Far si che acquisisca buone strategie, come conseguenza di una corretta comprensione della situazione.

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