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ADHD: la produttività nei compiti

adhd produttività nei compiti

In questo modulo si tratterà il tema della produttività nei vari ambiti di vita delle persone con ADHD. Dopo una breve introduzione sui correlati neurobiologici e sui comportamenti che rendono difficile l’adattamento scolastico e la produttività nello studio, passeremo a descrivere tre attività utili per incrementare i livelli d’attenzione nel bambino. Verranno infine forniti suggerimenti pratici su come fare attenzione in classe e come migliorare lo studio a casa.

Partiamo affrontando il tema delle caratteristiche neuropsicologiche e comportamentali alla base delle difficoltà di adattamento scolastico. Questi bambini hanno deficit attentivi a livello visivo e uditivo, hanno difficoltà nella concentrazione e nella inibizione degli stimoli distraenti, hanno carenze nella ritenzione e categorizzazione delle informazioni apprese; le conseguenze di questi deficit ricadono sulle performance scolastiche, per cui i ragazzi con ADHD impiegano molto tempo per svolgere i compiti e per studiare, faticano molto a memorizzare le informazioni e le procedure. Queste difficoltà hanno ripercussioni sul piano comportamentale e adattivo; sono infatti evidenti bassi livelli di motivazione allo studio, scarso impegno, frettolosità o lentezza esecutivi con compiti mal eseguiti o non portati completamente a termine; anche sul piano comportamentale, mostrano caoticità nelle azioni, disorganizzazione nel materiale, causando disturbo in classe. Questi bambini vengono spesso ripresi dagli insegnanti per il loro comportamento irruento e talvolta esclusi dai pari. Sono considerati elemento di disturbo per le lezioni e vengono erroneamente allontanati dalla classe; questo rinforza il loro comportamento dirompente poiché ottengono il vantaggio di allontanarsi dalla situazione frustrante e possono soddisfare il loro bisogno di movimento. Sarebbe meglio evitare che si strutturi una situazione di questo tipo nel contesto scolastico.

Passando al piano pratico, verranno ora suggerite tre attività con il bambino per incrementare i livelli d’attenzione e l’autoregolazione del comportamento. Il primo lavoro è un compendio delle attività descritte nelle lezioni precedenti; infatti, a fine giornata, viene chiesto al bambino di svolgere l’attività di potenziamento organizzativo descritto precedentemente. Si chiede, poi, al bambino di elencare i compiti da svolgere durante la settimana, di scomporle e in sottofasi e di valutare il tempo necessario per svolgere ciascuna fase. Alla fine, viene chiesto al bambino di riscrivere i compiti da fare in ordine di priorità e di eseguirli sulla base della nuova lista fatta. Tutto questo lavoro serve per incrementare l’autonomia e l’autoefficacia nell’esecuzione del compito e la capacità di metacognizione. Il ragazzo, così, impara a ragionare sul suo comportamento, a scomporre un’azione nelle sue componenti, a organizzare le attività in base alle difficoltà e al tempo che serve per svolgerle, a pianificare la giornata o la settimana. Ovviamente, questo esercizio deve essere applicato con il bambino soltanto dopo che egli avrà imparato a svolgere autonomamente sia il compito di scomposizione delle attività che quello di potenziamento organizzativo spiegati nelle altre lezioni.

Il secondo esercizio riguarda la capacità di riconoscere gli stimoli uditivi e visivi, con l’obiettivo di lavorare su questi tipi di attenzione, sulla capacità di distinguere uno stimolo target e sulla allerta. In particolare, l’attività sull’attenzione visiva viene svolta utilizzando un mazzo di carte francesi; l’adulto gira le carte ad intervalli di un secondo tra una parte e l’altra, il bambino dovrà alzare la mano ogni volta che vede, per esempio, una carta di picche. Possono essere applicate varianti utilizzando altri movimenti oppure altri stimoli; possono essere improntati anche giochi di squadra o possono essere utilizzati più movimenti da associare a più stimoli, per esempio, alzare la mano per le carte di picche battere le mani per le carte di fiori. Un lavoro simile viene fatto per lavorare sull’attenzione uditiva. In questo caso, l’adulto legge una lista di parole con un tempo di latenza di un secondo tra una parola e la successiva; il bambino deve alzare la mano ogni volta che sente una parola chiave. Anche in questo gioco si possono variare i movimenti e le parole target e si possono inserire movimenti diversi in associazione a parole diverse. Questo compito, sia visivo che uditivo, può inizialmente essere faticoso per un bambino e quindi, soprattutto nelle prime fasi, accettiamo come risposta positiva anche oggetti o vocalizzazioni diverse da quelle stabilite e poi, alla fine del gioco, ricordiamo al bambino che è importante che rispetti tutte le regole facendo particolare attenzione a quelle inerenti alle modalità di risposta. E’ bene tenere nota dei falsi riconoscimenti e degli errori effettuati in modo tale da monitorare i progressi. Può succedere che il bambino perda la concentrazione e si distrae; in quel caso fermatevi, richiamate la sua attenzione e poi ripartite.

La terza attività proposta riguarda un compito di barrage con l’obiettivo di lavorare sull’attenzione visiva e sostenuta e incrementare la capacità di individuazione degli stimoli. Si forniscono al bambino delle schede in cui sono disposte immagini o lettere in sequenza; si chiede al bambino di segnare tutti i target che vede sul foglio nel minor tempo possibile. Tenete nota dei punteggi ottenuti nel compito sia a livello di omissioni che di errori di compilazione, annotate anche il tempo che il bambino impiega a completare il compito. Questa attività può avere numerose varianti: possono essere usati disegni, lettere, sillabe di grandezze diverse; con i progressi del bambino si può diminuire la spaziatura tra gli stimoli, utilizzare stimoli sempre più simili tra loro, utilizzare figure non in sequenza ma in ordine casuale, utilizzare fogli di giornale o riviste.

Verranno ora proposti dei consigli pratici da utilizzare con i ragazzi ADHD per affrontare i problemi quotidiani. Una delle domande che più frequentemente pongono i bambini e i ragazzi con ADHD riguarda “come fare a mantenere l’attenzione in classe” perché, solitamente, hanno difficoltà a seguire la lezione, a concentrarsi sul compito, a portarlo a termine, a partecipare in modo attivo; è frequente che si distraggano perché colti da stimoli esterni o che si perdano nei loro pensieri che si vergognano di chiedere spiegazioni e che focalizzino in ritardo la risposta alla domanda posta dall’insegnante. Per ovviare a questo problema i bambini e i ragazzi ADHD possono sedersi in un banco che sia lontano dalla finestra o dalla porta, che non sia in un posto di transito in classe, che permetta all’alunno di vedere l’insegnante quando spiega. E’ anche opportuno che il ragazzo si prenda delle pause al cambio dell’ora e, se è necessario, che si alzi dal banco o vada in bagno per soddisfare il bisogno di muoversi. E’ importante, poi, che il bambino sia stimolato dall’insegnante a rispondere alle domande poste alla classe e alla partecipazione attiva alle discussioni di gruppo; per esempio il docente interessato alla opinione di Marco su un determinato argomento, potrebbe dire “voglio sentire cosa ne pensano Luca, Maria e Marco. Marco, essendo l’ultimo ad essere interpellato, avrà il tempo di ragionare sul tema e di recuperare delle informazioni che può essersi perso tramite i commenti fatti da Luca e Maria prima di lui.

E’ anche molto importante per i ragazzi ADHD capire come migliorare lo studio, come essere più performanti, come ottimizzare i tempi e come svolgere meglio i compiti in un periodo di tempo più breve; è molto frequente, infatti, che questi ragazzi non abbiano un vero e proprio metodo di studio. Solitamente leggono due o tre volte quello che devono studiare senza sottolineare niente, senza fare uno schema, senza ripetere ad alta voce; nel migliore dei casi, leggono e ripetono mentalmente la lezione. Ovviamente questo non facilita la ritenzione delle informazioni. Per ottimizzare i risultati nello studio, bisogna partire dai fattori ambientali. Questi ragazzi devono innanzitutto individuare il luogo e il momento della giornata migliore per studiare, devono organizzare la stanza e i materiali come descritto nella lezione inerente l’organizzazione e devono fare pause da cinque minuti, ogni 25-30 minuti di studio, eliminando, anche in questi momenti, l’uso del cellulare o degli strumenti digitali non finalizzati allo studio. Per facilitare la memorizzazione, sarebbe opportuno innanzitutto osservare gli indicatori testuali del libro come titoli, immagini, parole in grassetto, domande di verifica, così da capire qual è il tema principale di studio. Successivamente, bisogna che il ragazzo scriva, per ogni pagina, le informazioni salienti come, ad esempio, le date, gli avvenimenti, le sequenze e le parole. Sulla base di queste, si struttura la mappa concettuale. Finito questo lavoro, è necessario rivedere quello che si è scritto. Durante il ripasso, il ragazzo può poi riprendere la mappa concettuale fatta oppure utilizzare il riassunto del libro che si trova a fine capitolo.

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