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ADHD: la gestione del tempo

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Questo modulo affronterà il tema della gestione del tempo. Dopo aver fatto una panoramica teorica sulle maggiori difficoltà nell’organizzazione temporale dei bambini e dei ragazzi ADHD, si passerà a fornire delle indicazioni pratiche, tramite schede e semplici giochi, per implementare la consapevolezza temporale. Verranno poi forniti brevi consigli su tematiche specifiche; in particolare parleremo di come prepararsi in modo adeguato per andare a scuola e di come risolvere i problemi inaspettati in tempi brevi.

Iniziamo affrontando in modo teorico il problema della gestione del tempo nei bambini ADHD. Per caratteristiche neurologiche, questi soggetti hanno importanti difficoltà a concettualizzare il tempo; non possiedono l’idea di ieri o domani, prima o dopo, tra mezz’ora o fra 20 minuti. Questo comporta una difficoltà importante nella capacità di tollerare l’attesa, motivo per cui essi preferiscono la gratificazione immediata. Questa difficoltà comporta, a cascata, anche una carenza nella capacità di percepire la durata di un compito o di un’attesa; dieci minuti equivalgono a venti e, quando svolgono un compito, non si rendono conto di quanto tempo occorra per portarlo a termine. Tutto appare facilmente risolvibile, o comunque, il fattore temporale non viene minimamente considerato nel momento in cui si decide di fare qualcosa. E’ infatti frequente che un bambino ADHD preferisca mangiare un cioccolatino subito piuttosto che due dopo aver fatto i compiti di matematica; anche se sceglie due cioccolatini alla fine del compito non riesce a quantificare la durata temporale dell’attesa e chiederà poco dopo quanto tempo manca alla fine. Risulta poi particolarmente impattante nella vita di un bambino o un ragazzo con ADHD la difficoltà ad adeguare la risposta motoria ad uno stimolo sensoriale. Per esempio in una gara di corsa potrebbe essere frequente che un bambino ADHD inizi a correre all’1 del conto alla rovescia prima del via, oppure, al contrario, che parta in ritardo rispetto ai compagni. In situazioni ludiche, questo comportamento può generare dissenso esterno facendo diminuire i livelli di autostima del bambino.

Queste difficoltà nella comprensione e gestione del tempo comportano, quindi, una compromissione nell’abilità di pianificazione; è frequente, infatti, che i bambini ADHD agiscano d’impulso nel momento in cui vogliono ottenere qualcosa e non pianifichino la strategia migliore per ottenerla. Per esempio se giocano a calcio e il pallone va a finire al di là del muro, nella villa confinate, loro non ragionano sulla gamma di possibilità che hanno per riprendere il pallone; semplicemente si arrampicano sul muro di confine, noncuranti dell’altezza o della presenza del cane da guardia. Come non pianificano i loro comportamenti, analogamente, non riescono a percepire la pianificazione nei comportamenti degli altri; in questo caso, il continuo senso di imprevedibilità aumenta l’instabilità emotiva. Un bambino ADHD, per esempio, non riesce a concettualizzare che per ottenere la bicicletta nuova a fine anno scolastico, dovrà impegnarsi nello studio durante tutto l’anno; meglio ragionare su un pacchetto di figurine a fine giornata se si sono svolte una serie di attività specifiche.

Di seguito verrà presentata un’attività utile per migliorare la capacità di gestione nel tempo e, in particolare, per lavorare sull’abilità di mettere in relazione un compito al tempo necessario per svolgerlo, sulla capacità di acquisire una corretta percezione dello scorrere del tempo, sul modo di utilizzare in maniera appropriata il tempo a disposizione tenendo in considerazione le richieste dell’ambiente.

Dal punto di vista pratico, iniziamo l’attività creando una scheda che verrà utilizzata per analizzare il compito. Il bambino deve dividere l’attività che svolge in tre sequenze d’azione e deve stimare quanto tempo occorrerà per svolgere ciascuna operazione appuntando tutto sulla scheda. A questo punto il bambino inizia a lavorare sul compito scelto e l’adulto vedrà il tempo che il minore impiega per svolgere ciascuna sequenza annotando anche questo sulla scheda. Alla fine dell’attività si commentano con il bambino i risultati. E’ importante che l’attività scelta non superi mai i 15 minuti e che si applichi questa strategia a diverse attività per un periodo minimo di tre mesi consecutivi così che il bambino abbia la possibilità di acquisire competenze per effettuare una stima adeguata dei tempi di svolgimento dei compiti e anche per imparare a rispettare i tempi che si è prefissato. In seguito sarà possibile aggiungere l’autovalutazione del lavoro svolto e applicare questo schema a compiti più lunghi di 15 minuti, facendo però attenzione ad aumentare anche il numero di sequenze di svolgimento. Per esempio, se il bambino deve fare merenda si può scomporre l’attività in tre fasi. Preparare la tavola mangiare e risistemare. Per ciascuna fase si ipotizzano alcuni minuti di svolgimento che il bambino deve indovinare e rispettare.

La seconda attività pratica proposta viene utilizzata per rafforzare la capacità di percepire lo scorrere del tempo durante l’attività. Si inizia svolgendo un’attività pratica e piacevole per il bambino. Dopo un po’ di tempo dall’inizio del gioco, ci fermiamo e diciamo al bambino che tra un po’ gli verrà chiesto di stimare quanto tempo sarà passato da questo momento. Dopo cinque minuti viene fatta la domanda “secondo te quanto tempo è passato da quando ti ho chiamato?”. Ripetiamo questa domanda ad intervalli di tempo variabili dai 2 ai 10 minuti e verifichiamo se il bambino riesce a percepire la differenza di durata tra questi. Questa attività può essere svolta in squadre o utilizzando giochi con il PC oppure i compiti scolastici, la musica, attività a tavolino come il disegno. Se per esempio al vostro bambino piace giocare con le macchine potete pensare di condividere con lui questo momento di gioco. Dopo circa dieci minuti dall’inizio del gioco potete dire “Marco ascoltami un attimo: tra un pò ti chiederà quanto tempo è passato da questa pausa, vediamo se lo indovini; adesso torniamo a giocare”. Dopo cinque minuti di tempo potevi chiedergli “Marco, quanto tempo è passato dalla pausa che abbiamo fatto prima?”. Se il bambino indovina, rinforzate con un complimento o con cinque minuti di gioco in più; se sbaglia, riproponete la domanda qualche minuto dopo. Sia in caso di errore che nel caso in cui il bambino fornisca la risposta esatta utilizzate l’orologio come strumento per far vedere graficamente il passare del tempo al bambino. Questo sarà un aiuto per quantificare in modo pratico e visivo il trascorrere del tempo e permetterà al bambino di vedere la quantità di tempo trascorsa utilizzando le lancette dell’orologio come se fossero una fetta di torta; più grande è la fetta di torta creata dalle lancette, maggiore sarà il tempo passato.

Per concludere il capitolo sull’organizzazione del tempo, forniamo semplici strategie che il bambino e ragazza ADHD può utilizzare per ottimizzare il tempo e per realizzarlo in modo più efficace. Iniziamo con dei piccoli consigli su come essere pronto la mattina per andare a scuola; molti bambini e molti ragazzi ma ADHD lamentano di essere sempre in ritardo e di dimenticare spesso il materiale utile per la giornata. In ambito scolastico questo comporta il dover subire una serie di richiami causando una diminuzione dei livelli di autostima e aumentando il rischio di insoddisfazione e abbandono scolastico. Associato al piano emotivo c’è poi il piano degli apprendimenti, per cui, un bambino ADHD ha già difficoltà a mantenere i livelli di attenzione richiesti nei programmi scolastici; poi, se ha dimenticato a casa il libro o il quaderno, gli sarà ancora più difficile seguire la lezione. Analogamente un bambino che arriva sistematicamente tardi a scuola perché non ha calcolato bene i tempi per prepararsi, perderà delle informazioni della spiegazione che sommate causeranno rallentamenti nel processo di apprendimento. Per ovviare a tutti questi problemi i bambini e ragazzi con ADHD possono utilizzare delle tecniche che facilitino il momento di andare a scuola; per esempio, possono fare una lista delle cose che bisogna portare a scuola e appenderla in un posto ben visibile prima di uscire una porta,il frigorifero, lo specchio del bagno; la mattina i bambini devono rileggere la lista e ricordare se hanno preso tutto l’occorrente. Accanto alla lista delle cose necessarie per la scuola può essere appeso anche l’orario scolastico così che il bambino può controllare anche di aver preso tutti i libri e i quaderni necessari per la giornata. Se bisogna portare a scuola anche del materiale extra rispetto a quello quotidiano, è una buona idea prepararlo la sera prima e metterlo davanti alla porta di casa in modo tale da non poterlo dimenticare.

E’ poi molto importante per un bambino ADHD avere una routine quotidiana; questo lo aiuta a diminuire il senso di imprevedibilità, a strutturare meglio gli impegni, a quantificare il tempo, a ricordare meglio le cose. Applicando questa strategia, risulta importante fare anche le cose inerenti la scuola e le attività di preparazione mattutina sempre nello stesso ordine; sarà perciò opportuno, per esempio, preparare lo zaino la sera prima di andare a letto e metterlo davanti alla porta. Poi la mattina il bambino si alza, si lava, si veste, fa colazione, mette la merenda nello zaino, lava i denti, mette la giacca, controlla la lista sulla porta, prende quello che ha dimenticato, prende lo zaino ed esce. Analogamente per l’uscita da scuola, il bambino potrebbe attaccare sul banco o tenere nel diario una lista del materiale divisa per giorni in modo tale da poterla controllare e seguire quando prepara la cartella; alla fine della giornata di scuola, prima di rientrare a casa, questa lo aiuterà a non dimenticare il materiale sotto il banco.

Ultimo consiglio utile per i ragazzi ADHD riguarda la soluzione dei problemi. Abbiamo detto che la capacità di pianificazione è deficitaria, perciò, di fronte a un problema, questi ragazzi tendono ad agire istintivamente, per tentativi ed errori, non ragionando sulle conseguenze del loro comportamento o sull’impatto emotivo che una situazione ha su di loro e sugli altri. L’incapacità di pianificazione è quindi strettamente associata a irritabilità, soprattutto quando la situazione non è usuale; in questi casi sarebbe opportuno fermarsi e analizzare la situazione in questo modo: come prima cosa, è necessario chiedersi qual è il problema principale, pensare ad una serie di soluzioni possibili usufruendo anche delle strategie proposte dai propri cari, sceglierne tre plausibili e scriverle su un foglio. A questo punto bisogna provare ad applicare la prima strategia e, nel caso sia fallimentare, proseguire con le successive. Tra una prova e l’altra è opportuno ragionare sui fattori che hanno portato al fallimento e non desistere dal tentativo prima di 15 giorni di prova. Per esempio, se il bambino dimentica spesso il diario a scuola sotto il banco, si potrebbero trovare una serie di soluzioni: chiamare ogni volta un amico per chiedere i compiti, non tirare fuori il diario dallo zaino, lasciare il diario sul banco invece di riporlo nel sottobanco, rimettere il diario nello zaino appena viene utilizzato, sistemarlo per primo nella cartella al momento dell’uscita, scrivere un post-it e attaccarlo su banco come promemoria. Le tre opzioni migliori, in questo caso, sono di mettere il diario nello zaino ogni volta che viene usato, di sistemarlo per primo nella cartella al momento dell’uscita e di scrivere un post-it come promemoria. Il bambino inizierà a provare la prima strategia la applicherà per quindici giorni; se disfunzionale, cambierà con la seconda finché non troverà quella più adatta a lui.

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