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ADHD: Avvertenze Generali

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In questo manuale verranno fornite indicazioni teoriche e pratiche su come gestire nel quotidiano bambini e ragazzi con ADHD. In particolare prenderemo in esame i comportamenti problema e le modalità con cui contenerli utilizzando l’analisi funzionale e le tecniche di rinforzo e punizione. Si concluderà con dieci regole da applicare nella vita quotidiana.

Iniziamo affrontando i punti fondamentali del trattamento dell’ADHD. Prima di iniziare il lavoro sul bambino è quindi necessario creare una stretta collaborazione tra terapista famiglia e scuola. Questo metodo renderà il lavoro più snello efficace e funzionale perché punta sulla stabilità delle regole e delle strategie evitando l’utilizzo di metodi contraddittori tra casa scuola e terapia. L’obiettivo principale deve essere quello di potenziare le abilità carenti prima che queste causino effetti a cascata sugli apprendimenti, sull’ autostima e sulle relazioni sociali. In particolare, i percorsi educativi sono volti a stimolare le abilità deficitarie. Partendo dai punti di forza come cardine per aumentare l’autoefficacia del bambino e per compensare le abilità deficitarie, risulta necessario considerare il contesto come innesco dei comportamenti problema, con l’utilizzo dell’Analisi Funzionale, individuare gli antecedenti e le conseguenze che tendono a scatenare e a rafforzare i comportamenti disfunzionali. Procedendo, invece, in modo più specifico, risulta molto utile l’applicazione del contratto educativo che consiste in un patto tra l’adulto e il bambino nel quale i comportamenti positivi vengono rinforzati mentre quelli negativi vengono sanzionati. Questo permette di avere indicazioni precise sulle regole e le aspettative di comportamento.

Il contratto educativo si articola in dieci step fondamentali:

  • Il primo passo è l’ANALISI FUNZIONALE che parte dal presupposto che i comportamenti problematici sono elicitati dagli antecedenti e mantenuti dalle conseguenze rinforzati; ad esempio: “Laura non riesce a mantenere l’attenzione mentre la maestra spiega le divisioni quindi si alza e inizia a saltare in giro per la classe scatenando le risate di tutti i compagni”. In questa situazione l’antecedente è la spiegazione delle divisioni, il comportamento problema è il saltare per la classe e la conseguenza rinforzate è la risata dei compagni. Individuare antecedente e conseguenze del comportamento consente di prevenire che esso si verifichi oppure di contenere il rinforzo dopo l’esecuzione.
  • Il secondo passo del contratto educativo è la GESTIONE DEGLI ANTECEDENTI IN TERMINI DI REGOLE E ASPETTATIVE in modo tale da prevenire i problemi comportamentali. È molto importante che in ogni contesto sociale vengano applicate massimo tre regole per non sovraccaricare il bambino di imposizioni, rendendo così nullo l’intervento.
  • Il terzo passo fondamentale è l’INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI PROBLEMATICITA’ TRAMITE L’OSSERVAZIONE COMPORTAMENTALE per stilare una lista specifica effettiva dei comportamenti più frequenti nei vari contesti.
  • Il quarto step elenca i PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DEL BAMBINO
  • Il quinto passo da fare consiste nello SCEGLIERE I COMPORTAMENTI PIU’ IMPORTANTI SU CUI INTERVENIRE. In particolare bisogna sceglierne cinque positivi da rinforzare e cinque negativi da estinguere, presi dalle liste precedentemente descritte. Il bilanciamento tra comportamenti positivi e negativi è fondamentale per lo sviluppo di un clima costruttivo e non punitivo.
  • Il sesto step del contratto educativo è la MISURAZIONE DEL COMPORTAMENTO TARGET su cui si è deciso di intervenire. In questa fase è necessario che l’adulto osservi gli eventuali cambiamenti del comportamento del bambino in modo tale da tenere sotto controllo miglioramenti e peggioramenti del comportamento. Va però tenuto in considerazione che, prima di vedere dei cambiamenti significativi a livello del comportamento, devono passare almeno due mesi dall’inizio del lavoro e che è frequente un peggioramento del comportamento, soprattutto nelle prime settimane di intervento perché il bambino tende a sfidare le nuove regole imposte.
  • Il settimo passo fa riferimento all’ASSEGNAZIONE DI PUNTI A CIASCUN COMPORTAMENTO. In particolare, dopo aver ordinato i comportamenti positivi e quelli negativi in ordine d’importanza, si attribuisce ad ognuno di loro un punteggio. Ovviamente, i comportamenti positivi comporteranno l’aggiunta di punti mentre quelli negativi comporteranno una sottrazione di punti. Di fondamentale importanza è che il bilancio totale dei conti sia sempre in positivo poiché, per esempio, un punteggio totale di -4 punti sarebbe concettualmente difficile da comprendere per un bambino. Egli, inoltre, sarebbe anche poco stimolato a recuperare. È importante, quindi, scegliere un sistema visivo di attribuzione e sottrazione dei punti cosicché il bambino abbia la consapevolezza visiva dei progressi e delle ricadute che sta avendo.
  • L’ottavo step riguarda la SCELTA DELLE CONSEGUENZE che seguiranno l’emissione di un comportamento positivo o negativo. In particolare, i comportamenti positivi verranno rinforzati con dei premi, mentre i comportamenti negativi verranno puniti o ignorati. Per rendere ancora più significativi i rinforzi, è bene variare tra quelli materiali (piccoli regali), quelli sociali (la compagnia di qualche persona importante), quelli dinamici (attività o giochi graditi), quelli di responsabilità (attribuzione di un ruolo gratificante per il bambino).
  • Il nono passo è l’ASSEGNAZIONE DI PUNTI A CIASCUN RINFORZO per cui ogni premio deve essere commisurato alla sua importanza e diversificato dagli altri. Si avranno così una serie di rinforzi che verranno forniti in base al punteggio che il bambino ottiene.
  • L’ultimo step, poi, riguarda la PRESENTAZIONE E L’AVVIO DEL CONTRATO EDUCATIVO per cui viene presentato al bambino il programma e, in base all’età e alle caratteristiche psicologiche del minore, viene stabilito il timing di rinforzo (la frequenza con la quale vengono scambiati i premi). Il tempo di rinforzo deve diventare sempre più lungo cosicché il bambino impari a tollerare l’attesa e a regolare l’impulso alla gratificazione immediata.

Per concludere questo modulo, di seguito verrà fornito un decalogo di consigli per gestire il bambino o il ragazzo con ADHD a casa e a scuola.

  1. È necessario attirare l’attenzione del bambino prima di parlare con lui. Questo può essere ottenuto chiamandolo per nome, aspettando di stabilire con lui un contatto visivo, chiedergli di essere guardati in faccia mentre si parla, toccarlo per richiamare la sua attenzione nel caso in cui sia necessario.
  2. Bisogna usare una comunicazione snella, semplice e chiara mantenendo un tono di voce tranquillo.
  3. Le regole fornite devono essere poche, snelle, specifiche, formulate sempre in un’accezione positiva evitando il “non” privativo; ad esempio è meglio dire “parlare solo dopo aver inghiottito il boccone” piuttosto che dire “non parlare a bocca piena”.
  4. È utile formulare un comando alla volta e inserire il secondo dopo che si è svolto il primo.
  5. Si può fornire un tempo limite entro il quale svolgere un compito perché questo favorisce l’acquisizione del timing necessario per lo svolgimento dell’ istruzione.
  6. Risulta molto utile anche stabilire delle routine quotidiane in modo tale che il bambino possa scandire la giornata a seconda delle attività svolte nel tempo grazie alla prevedibilità degli impegni.
  7. Si può stabilire una routine per le singole attività importanti nella vita del bambino in modo tale da favorire l’acquisizione della sequenza delle azioni. Ad esempio, la sera dopo cena, prima di andare a letto, bisogna che il bambino prepari lo zaino. Per preparare lo zaino è necessario svuotarlo, controllare le materie per il giorno seguente, prendere i libri di ciascuna materia partendo da quella della prima ora per arrivare alla materia dell’ultima ora, ripetere questa operazioni per i quaderni, abbinare ciascun libro al suo quaderno e riporli man mano nello zaino, mettere astuccio e diario nello zaino.
  8. È molto utile applicare lo schema di rinforzi e punizioni favorendo però il bilancio positivo a favore dei premi e ricorrendo a poche punizioni in modo tale che il bambino si senta incentivato e maggiormente motivato a continuare ad adottare i comportamenti premiati e a modificare quelli sanzionati.
  9. L’ ambiente domestico così come le attività quotidiane deve essere strutturato. In particolare, il bambino deve riporre gli oggetti sempre nello stesso punto e deve risistemare il materiale che ha utilizzato quando passa da un’attività all’altra. Quindi, per esempio, le macchinine si trovano tutte nel cassetto rosso mentre gli elicotteri nel cassetto vede; il bambino, prima di giocare con gli elicotteri, deve rimettere a posto le macchinine nel cassetto rosso e, quando ha finito di giocare, deve risistemare gli elicotteri nel cassetto verde.
  10. Bisogna cercare di evitare il braccio di ferro con il bambino. Sappiamo, infatti, che i bambini ADHD tendono ad essere irrequieti e talvolta provocatori, pertanto è plausibile che mettano in atto delle sfide oppositive alle regole. Il nostro compito è quello di non cedere alle provocazioni nel momento stesso in cui ci accorgiamo che la situazione sta degenerando in una lite. L’argomento di discussione verrà poi ripreso quando il bambino si sarà calmato cercando di analizzare, con tono pacato, i motivi per cui si è scatenata quella reazione e tentando di rimarcare le regole che il bambino ha disatteso.

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