Giovani e ludopatia: nuove norme per contrastare il fenomeno
Il fenomeno della ludopatia colpisce sempre di più non solo gli adulti, ma anche giovani e giovanissimi: le nuove generazioni, infatti conoscono e praticano il gioco d’azzardo sin da bambini, frequentando sale da gioco oppure attraverso app e siti web, spesso senza rendersi pienamente conto dei rischi in cui possono incorrere.
Cos’è la ludopatia
Con il termine “ludopatia” si fa riferimento a disturbo psicologico caratterizzato dalla dipendenza dal gioco d’azzardo e dall’incapacità di controllare gli impulsi a esso correlati. In particolare, il giocatore dipendente tende ad aumentare il tempo dedicato al gioco, la frequenza delle giocate e a investire somme sempre maggiori per “rincorrere” e recuperare le proprie perdite; può diventare irrequieto o irritabile quando cerca di interrompere il gioco ed è spesso completamente assorbito dal gioco d’azzardo durante tutta la giornata (ad esempio, pianificando mosse di gioco, rivivendo esperienze legate al gioco, e così via).
Inoltre, le persone che soffrono di disturbo da gioco d’azzardo manifestano solitamente delle distorsioni cognitive che le conducono in una spirale discendente da cui diventa impossibile uscire, come ad esempio il bias della “quasi vincita”, ossia una situazione di gioco in cui un risultato, fallimentare, è molto vicino al risultato che avrebbe portato al successo (es: quando nell’estrazione della lotteria risulta vincente un numero appena antecedente o successivo a quello scelto, oppure in un gratta e vinci sono presenti due immagini uguali su tre). La percezione di essersi avvicinato così tanto alla vittoria innesca nella mente del giocatore una sorta di “illusione di controllo” rispetto agli esiti del gioco, che lo spinge a riprovare nella speranza di avvicinarsi ancora di più e raggiungerla.
Un discorso a parte merita il gioco d’azzardo online, che può risultare in molti casi ancora più “attraente” grazie alla facilità e all’immediatezza di accesso, tramite app e siti web, direttamente dal proprio smartphone. In questi casi, la ludopatia può manifestarsi come una forma di dipendenza da internet o, in determinate circostanze, di dipendenza da videogame. Sono sempre di più, infatti, i videogiochi che sfruttano dinamiche simili a quelle del gioco d’azzardo per spingere l’utente a giocare e spendere in modo compulsivo, ad esempio inserendo al proprio interno delle “loot box”, ossia delle “scatole” con contenuti di gioco (skin, oggetti, premi ecc.) che il giocatore può acquistare (solitamente con soldi reali) senza, però, sapere esattamente cosa troverà al loro interno.
Giovani e ludopatia
A destare particolare allarme sono, soprattutto, i dati relativi al gioco d’azzardo tra i minori: da un’indagine nazionale condotta dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2018, è emerso che circa un terzo (29,2%) dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno, mentre un’indagine del 2014, promossa dall’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza e dalla Società Italiana Medici Pediatri aveva già evidenziato come circa 400 mila bambini tra i 7 e i 9 anni avesse già usato almeno una volta la propria paghetta per lotterie, scommesse sportive e bingo.
I dati dell’indagine del 2018 evidenziano, inoltre, come le tipologie di gioco d’azzardo più comuni tra gli adolescenti siano le lotterie istantanee o in tempo reale (21,1% degli adolescenti giocatori), le scommesse sportive (17,1%) e virtuali (8,1%), e le slot-machine (6,8%). Nonostante la crescente diffusione di app e scommesse online, inoltre, il gioco d’azzardo continuerebbe ad avvenire soprattutto presso tabaccai (46,7%), sale scommesse (41,1%) e bar (28,8%).
Nuove norme per contrastare il fenomeno
Per contrastare la diffusione del disturbo da gioco d’azzardo, anche e soprattutto tra giovani e giovanissimi, sono recentemente entrate in vigore in Trentino Alto Adige e in Lazio delle nuove norme regionali, che impongono alle sale da gioco di nuova apertura una distanza minima di 250 metri da siti sensibili come scuole, chiese, ospedali e bancomat. Inoltre, per tutte le sale da gioco (incluse quelle già in attività) è disposto:
- il distanziamento degli apparecchi per il gioco dal resto della struttura;
- la riduzione della frequenza delle giocate (una giocata ogni trenta secondi);
- l’interdizione dal gioco ai soggetti in stato di manifesta ubriachezza;
- l’istituzione di una pausa obbligatoria di cinque minuti per ogni trenta minuti ininterrotti di gioco.
Non si tratta, tuttavia, del primo intervento sul territorio nazionale con l’obiettivo di sensibilizzare e combattere contro il fenomeno della ludopatia.
Nel 2017, il disturbo da gioco d’azzardo è stato inserito nei cosiddetti “livelli essenziali di assistenza”, ossia l’insieme dei servizi erogati e garantiti dal sistema sanitario nazionale a tutti i cittadini, a dimostrazione della crescente rilevanza e diffusione di tale problematica.
Con il decreto legge n. 87 del 2018, inoltre, è stato disposto “il divieto assoluto di qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, indipendentemente dal mezzo utilizzato (radio, tv, stampa, internet etc: il nuovo testo parla di “canali informatici digitali e telematici, inclusi i social media”), comprese le manifestazioni sportive, culturali o artistiche” e, per tutelare i minori dai rischi del gioco d’azzardo, l’accesso a slot machine e videolottery è diventato consentito solo tramite tessera sanitaria, così da poter operare un maggiore controllo sul loro utilizzo.