Cosa intendiamo per Musicoterapia
Ben ritrovati con un nuovo corso sulla musicoterapia, io sono Stefano Sardelli e sono in compagnia di Lucio Gallo.
Entrambi siamo musicoterapisti e in questo nostro nuovo corso parleremo in modo più specifico dell’intervento con la musicoterapia. In questo nostro primo modulo del nuovo corso affronteremo il tema di “Che cos’è la musicoterapia” e partiremo da cenni storici e da alcune definizioni che si sono succedute nel corso del tempo.
“La musica è per l’anima quello che la ginnastica ricorda” così diceva Platone.
Occorre sapere inizialmente che la musica è sempre stata usata dall’essere umano, dall’uomo, per scopi benefici (ma poi vedremo anche non solo per quelli) ad esempio la musicoterapia come disciplina nasce in tempi in realtà abbastanza recenti ma storicamente appunto è sempre stata teorizzata dall’uomo.
Sono stati ritrovati degli antichi geroglifici in cui si descrive la gioia e benessere indotti dalla musica, dall’antica Grecia vediamo come il dio Apollo, dio della musica, sia anche dio della luce e della medicina. E proprio gli antichi greci consideravano terapeutico tutto ciò che portava benessere alla persona. Ecco perché la musicoterapia rientra per diritto nella concezione olistica cioè olos vedere tutto insieme l’individuo.
Oltre alla cultura greca si parla dell’uso della musica anche nella Bibbia dove si narra come David guarisca Re Saul dalla depressione utilizzando il suo dell’arpa; oppure anche del famoso cantante Farinelli (1740) quando fu chiamato al capezzale di re Filippo V per curare col canto la depressione del sovrano. Ci sono tanti altri riferimenti storici per l’utilizzo musicale a scopi terapeutici e li ritroviamo anche in altre culture (culture sciamaniche). Ora siamo in Italia e possiamo ricordare il fenomeno del tarantismo.
Passati questi cenni storici andiamo ad affrontare il passaggio che porta alla nascita vera e propria della musicoterapia. Il primo trattato sulla musicoterapia risale al 1748 ed è stato sottoscritto a Londra da un medico musicista londinese. Le prime tracce di musicoterapia nel nostro paese (l’Italia) si hanno, invece, a partire dalla metà del 1800. Nello stesso periodo risale al 1880, in un ospedale psichiatrico di Parigi, vengono organizzati dei concerti per i pazienti psichiatrici ottenendo risultati confortanti. Successivamente potremmo riassumere alcuni passaggi chiave che hanno poi portato alla nascita della musicoterapia vera e propria, disciplina che noi oggi conosciamo.
Fra questi passaggi i più importanti sono i seguenti:
- Nel 1919 si ha il primo corso di Musicoterapia presso la Columbia University.
- Nel 1944 nasce il primo corso quadriennale per specialisti al Michigan State College.
- Alcuni esperimenti, ancora più significativi, sono stati effettuati durante la guerra del Vietnam, nel momento in cui i reduci venivano assistiti dagli infermieri che si occupavano di loro e dei loro disturbi prevalentemente emotivi (legati all’esperienza traumatica vissuta) utilizzando dei canti. Per lo più erano canti che ricordavano la loro terra nativa. Canti che smuovevano alcuni situazioni interiori emotivamente e questo ha portato a dei miglioramenti nell’assistenza di questi reduci.
- Tempo dopo nel 1958 in Gran Bretagna, sulla scena musicoterapica, si affaccia Juliette Alvin che è la prima a fondare una società di musicoterapia.
- Qualche anno dopo (nel 1970) iniziano a nascere le prime associazioni di musicoterapia vera e propria anche nel nostro Paese.
Riuscire a definirla musicoterapia è un compito alquanto arduo.
Per essere un buon professionista in questo ambito, naturalmente, occorre anche dare molto di sé. Ma per dare una definizione più accademica (in questo ambito naturalmente) si può dire tranquillamente e citare naturalmente la Federazione mondiale di musicoterapia che risale, questa citazione, al 1996 e dice: “la musicoterapia è l’uso della musica e/o elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di uno psicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicaterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico”.
Il tema della definizione della musicoterapia è stato un tema molto dibattuto fra i vari professionisti. Per questo motivo le definizioni che incontriano e possiamo ricercare sulla musicoterapia sono numerosissime e spesso variano anche in funzione del modello musicoterapico intrapreso. Per praticità ne riportiamo alcune, oltre alla definizione ufficiale che abbiamo prima riportato.
Fra le principali ricordiamo quella di Kenneth Bruscia: “La musicoterapia è un processo sistematico di intervento dove il terapeuta aiuta il clienti a migliorare il proprio stato di salute, utilizzando le esperienze musicali e i rapporti che si sviluppano attraverso di esse come forze dinamiche di cambiamento“. Oltre a quella di Kenneth Bruscia abbiamo una definizione di Juliette Alvin (proprio la fondatrice della prima società britannica di musicoterapia). Secondo Juliette Alvin “la musicoterapia è l’uso controllato della musica nel trattamento, nella riabilitazione, nell’educazione e nella preparazione di bambini ed adulti che soffrono di disturbi fisici, mentali o emotivi“.
Juliette Alvin, inoltre, sosteneva che la musica avesse due poteri intrinseci:
- il potere catartico – favorisce l’espressione delle proprie emozioni
- e il potere aggregante che è motore delle relazioni sociali.
Da ultimo riportiamo un’altra definizione della musicoterapia di Rolando Benenzon (musicoterapista, medico e psichiatra argentino). “Se la musica è l’arte di armonizzare i suoni, allora la musicoterapia dovrebbe essere definita come l’arte di armonizzare i silenzi, al fine di favorire la comunicazione“. Rolando Benenzon è anche uno dei fondatori di uno dei modelli che vedremo nelle prossime lezioni, appunto il modello Benenzon. Definire la musicoterapia (come abbiamo capito) vuol dire abbracciare tante definizioni molto simili fra di loro. Perciò come si evince dalle definizioni stesse, l’utilizzo di questa disciplina può risultare molto ampio e complesso.
Tutte le definizioni e i modelli che vedremo di seguito hanno in comune due aspetti, che sono il fondamento della disciplina stessa:
1) la musica, il cui utilizzo ha finalità terapeutiche.
2) Le persone, che entrando in relazione con la musica, perseguono obiettivi terapeutici.
Vi ringraziamo per l’ascolto di questa prima lezione e ci risentiamo con la seconda lezione del modulo. Grazie.
Per Informazioni
Se vuoi richiedere informazioni sulle promozioni di uno o più corsi di formazione in catalogo, inviaci una richiesta. Una nostra consulente ti contatterà appena possibile. Grazie