LA CRIMINOLOGIA URBANA
Da sempre le forze di polizia sono viste come quelle che arrestano i colpevoli dopo che un reato è stato commesso. In questa concezione, i reati vengono continuamente considerati come episodi sui quali investigare che si potevano considerare risolti nel momento in cui si compiva l’arresto.
Questo non è tuttavia l’unico modo in cui le forze di polizia possono operare. Tra gli addetti ai lavori c’è addirittura chi si stupisce del fatto che nessuno dell’opinione pubblica si sia mai lamentato, invocando un approccio più proattivo. Rincorrere i criminali è infatti troppo tardi, è un po’ come se, quando avviene un incidente aereo, ci si preoccupasse più di trovare qualcuno a cui dare la colpa invece di ragionare su quali procedure di sicurezza non hanno funzionato (e quindi vanno modificate) e/o quali caratteristiche tecniche del velivolo hanno concorso al disastro aereo (e quindi modificarle).
Ancora oggi, quando si discute del perché si commettono reati, si tende a parlare di problemi sociali (la povertà e/o la condizione famigliare) sui quali tuttavia non è possibile intervenire rapidamente. Non si riconosce invece che esistono cause più immediate sulle quali è spesso più facile intervenire. Non è quindi un’esagerazione dire che le risposte alla criminalità stanno tutte intorno a noi e aspettano di essere raccolte.
Per portare avanti questo approccio è importante diffondere le conoscenze introdotte dalla nascita di una nuova disciplina che, per il carattere innovativo e per la metodologia utilizzata, può essere chiamata scienza della criminalità (crime science).
Il concetto di scienza della criminalità riunisce tutti coloro che sono interessati a valutare ricerche metodologicamente solide e che vogliono conoscere come le cose cambiano. Coloro che si dedicano alla scienza della criminalità si pongono come obiettivo quello di individuare i modus operandi del crimine e l’impatto dell’ambiente sui reati per trovare quali strade intraprendere al fine di interrompere o evitare che il reato avvenga.