Testo estratto dalla lezione 3:
SEMINARIO GRATUITO ONLINE – Educazione al benessere attraverso un approccio pedagogico
Cos’è l’educazione al benessere?
Innanzitutto possiamo dire che si differenzia dalla promozione del benessere. L’educazione al benessere è un qualcosa di più specifico. In particolare è “quell’insieme di opportunità di apprendimento costruite consapevolmente”. Più volte, anche nelle lezioni precedenti abbiamo parlato di costruzione di conoscenza, costruzione di sapere, non di trasmissione di conoscenza. Questa insieme di opportunità di apprendimento comprende anche alcune forme di comunicazione che vogliono favorire l’alfabetizzazione alla salute, compreso aumentare conoscenze e sviluppare le già citate life skills che poi vedremo successivamente. Tutto questo per contribuire alla salute sia della persona come individuo singolo, sia poi in generale della collettività.
Quindi cosa è necessario per l’educazione al benessere? Sì, comunicazione di informazioni, ma anche sviluppo delle abilità per la vita che vedremo appunto successivamente.
Cos’è quindi l’alfabetizzazione alla salute?
E’ “quell’insieme di abilità cognitive e sociali che danno alla persona due elementi importanti: motivazione e capacità”. Perché con questi due eventi la persona può accedere alle informazioni, ma anche comprenderle e utilizzarle proprio per promuovere e mantenere una buona salute. Quindi l’alfabetizzazione alla salute mi permette di raggiungere livelli di conoscenza più alti, mi permette di sviluppare le abilità necessarie e di avere maggiori fiducia in me stesso. Questi tre elementi sono necessari proprio per migliorare la mia salute, andando a modificare il mio stile di vita e le mie condizioni di vita in generale.
Le prassi educative agevolano i processi di sviluppo umano perché perseguono una condizione di felicità. Ritorna questo tema che avevamo già intrapreso una volta nella prima lezione, avevamo detto che quando parliamo di uno stato di benessere a livello massimo, possiamo intenderlo con l’essere felici, con lo stato di felicità. Bene, per la prima volta nel 2012 si parla di felicità nel Primo Rapporto mondiale sulla felicità stilato dalle Nazioni Unite, dove si dice che misurare lo sviluppo umano, non può essere fatto attraverso il prodotto interno lordo, come abbiamo già visto prima, non in termini economicisti l’avevamo visto anche con Sen, ma bisogna misurare lo sviluppo umano con forme più complesse di benessere, in particolare, combinare le opportunità di agire per sentirsi realizzato. L’opportunità educativa, e quindi ancora una volta ritorna il termine dell’educazione, ci fornisce proprio la giusta chiave per avvalerci delle risorse necessarie alla nostra vita.
Questo cosa significa?
Bisogno. Perché bisogno? Perché il bisogno non viene più visto come una mancanza, come veniva visto anche proprio in termini economicistici una mancanza quindi da colmare, ma il bisogno è il voler puntare al benessere, a quel senso di completezza, di pienezza, aspirare ad una vita migliore, più felice, dare senso alla propria vita e dare senso alla propria vita significa anche dar senso a me all’interno di qualcosa di più ampio della collettività, della comunità, quindi anche bisogno anche come senso di appartenenza. Tutto questo ci riconduce al termine di responsabilità che abbiamo già approfondito in passato: abbiamo detto che l’uomo deve essere libero e autonomo, ma anche responsabile, quindi sentirsi individuo libero, ma anche appartenente a una comunità.
Su tutto questo si basa il capability approach, questo “approccio di capacitazione” di cui abbiamo già accennato in precedenza. C’è una necessità, c’è una necessità di formare educatori perché questo ci consenta di intercettare i nuovi bisogni sociali all’interno di contesti, non tanto contesti formali come la scuola, dove c’è un po più di attenzione, ma in particolare nei contesti non formali e informali, perché qui che si necessita di interventi innovativi. Quindi va ancora una volta sottolineata la necessità l’importanza della formazione abbinata anche alla ricerca e poi all’intervento pratico. Tutto questo deve avvenire all’interno di una comunità intesa come luogo privilegiato sia per la prevenzione che poi per la promozione della salute e del benessere.
La Comunicazione della Commissione europea 2020 ci fornisce proprio delle strategie per andare a migliorare la formazione e l’istruzione che appunto favoriscono lo sviluppo umano attraverso alcuni elementi importanti come:
- l’innovazione,
- la creatività,
- la coesione sociale,
- la mobilità dei lavoratori,
- la circolazione di informazioni e di saperi,
- la creazione di nuova occupazione.
Quindi per realizzare tutto questo bisogna elevare la qualità dei saperi e delle competenze, quindi riorientare i sistemi formativi in un’ottica di lifelong learning.
Da qui l’importanza fondamentale della Pedagogia, proprio come luogo principale e come attore principale pronto a guidare i soggetti ad agire con competenza educativa in ogni tipo di contesto di vita. Quindi rendere le persone capaci, le persone capaci di agire in modo attivo, in modo propositivo, in modo creativo, in modo da promuovere ancora una volta la salute e lo sviluppo umano, tutte caratteristiche che favoriscono lo human development. Quindi, ricapitolando, lo human development, lo sviluppo umano è importante in un’educazione con capability approach, che significa avere libertà senza interferenze. Ma quando parliamo di sviluppo umano lo vediamo sempre in qualche modo contrapposto allo sviluppo economico. Cosa significa? Che molto spesso questi vanno l’uno contro l’altro perché per esempio facendo due semplici esempi. Lo sviluppo economico ovviamente punta alla maggioranza, quindi la scelta giusta è quella che accontenta la maggioranza delle persone, mentre lo sviluppo umano fa proprio il ragionamento opposto, cerca di tutelare le minoranze senza trascurarle, senza ignorarle. Oppure ancora, lo sviluppo economico vede il valore della persona nel suo reddito, nella sua produttività. Quindi se la persona ha un alto reddito e produce molto, è una persona con valore. Tutto al contrario invece lo sviluppo umano, che vede il valore della persona nella capacità di dare a tutti la possibilità di vivere la vita desiderata, da qui human capability. Quindi è necessario orientare ancora una volta istruzione e formazione verso lo sviluppo delle capabilities, perché le capabilities riescono ad accontentare entrambe le versioni sia lo sviluppo umano che lo sviluppo economico. Perché? Perché sì, le capabilities comportano la realizzazione personale dell’uomo, contemporaneamente l’uomo va a sviluppare anche tra tutte le sue competenze, anche le competenze lavorative. Le competenze lavorative sviluppate migliorano la produttività economica. Di conseguenza si sviluppa non solo l’uomo ma anche l’economia. Quindi l’uomo che partecipa in modo attivo, utile ed efficace alle decisioni del lavoro comporta lo human development, quindi lo sviluppo umano non è racchiuso alla singola persona ma anche alla collettività al mondo culturale, sociale e quindi anche lavorativo.
Cosa può fare la Pedagogia?
Ispirandoci alla pedagogia di Freire e al fatto che Freire diceva dava importanza alla necessità di esercitare quotidianamente le pratiche educative del confronto, del dialogo e dell’esperienza, possiamo dire che il ruolo della Pedagogia sta proprio nel fatto, sta proprio in questo, cioè nel fatto di esercitare continuamente il confronto, il dialogo, basarsi sull’esperienza, far sì che possiamo sviluppare un pensiero critico, perché questo ci aiuta a controllare coscientemente la nostra vita.
Cosa significa sviluppare il pensiero critico?
Piuttosto che dare, per esempio una risposta corretta a nostri ai nostri giovani poniamoci di fronte a degli interrogativi, di modo che loro imparino a saper fare le giuste domande, a interrogarsi, a fare ipotesi, questo sviluppa il loro pensiero critico.
Vediamo quindi come la Pedagogia può far diventare l’istruzione una pratica di libertà, perché fondamentalmente è questo che ci dice Freire, ci dice facciamo sì che l’istruzione non sia una trasmissione di conoscenza, ma una pratica di libertà, dove ognuno autonomamente, liberamente ma anche responsabilmente, possa costruire la propria conoscenza.
Le tre funzioni della Pedagogia sono quindi:
- rendere gli studenti partecipi al processo di costruzione della propria conoscenza.
- rendere l’apprendimento significativo, quindi collegato agli aspetti della vita che gli studenti considerano rilevanti.
- e infine, motivare gli studenti a mettere in pratica i propri pensieri e imparare a trasformarli in azioni.
Qual è lo scopo di queste funzioni?
Mettere insieme sviluppo umano e giustizia sociale e morale.
Rendere gli studenti partecipi al processo di costruzione della propria conoscenza significa proprio non dare la soluzione, ma far sì che loro si costruiscano la propria conoscenza.
Rendere l’apprendimento significativo significa che l’apprendimento non deve essere a sé stante, ma deve essere legato all’esperienza, quindi agli aspetti della vita e a tutte le cose che gli studenti reputano rilevanti, importanti come obiettivi da raggiungere nella loro esistenza.
Motivare gli studenti a mettere in pratica i pensieri significa che non basta avere un pensiero, ma bisogna far sì che questo si trasformi, che il pensiero si trasformi in azione, metterlo in pratica.
Quindi tutto questo mette insieme lo sviluppo umano con la giustizia sociale. Ancora una volta ritorniamo su questo tema. Lo sviluppo umano è legato ovviamente poi anche al contesto sociale e giustizia sociale significa far sì che tutti indistintamente, abbiano le stesse opportunità, che possano sviluppare le stesse capacità e che abbiano le stesse opportunità di azione, quindi uguaglianza sociale.