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Videolezione: Lo sviluppo del linguaggio 0-12 mesi. Cosa succede, cosa notare, cosa fare.

Testo estratto dalla lezione 1:

SEMINARIO GRATUITO ONLINE: Come favorire lo sviluppo del linguaggio nei primi 3 anni di vita del bambino

Come favorire lo Sviluppo del linguaggio nei primi tre anni di vita del bambino?

Come si acquisisce il linguaggio?

Fin dalla nascita il bambino produce segnali. Generalmente lo fa in modo inconsapevole. L’ambiente rinforza questi comportamenti attribuendo loro significato. Il primo successo comunicativo innalza questi segnali alla soglia della consapevolezza e quindi al controllo volontario. Il linguaggio si acquisisce quindi in modo inconscio e spontaneo.

Innanzitutto perché parlare di linguaggio nella fascia 0-12 mesi, quando potenzialmente il bambino potrebbe non produrre ancora nessuna parola o quasi?

Perché il linguaggio non è solo verbale. Le prime parole sono solo la punta dell’iceberg, al di sotto della quale troviamo i prerequisiti fondamentali per lo sviluppo del linguaggio.

I prerequisiti sono quelle abilità che i bambini devono sviluppare per poter iniziare a parlare. Questi sono:

  • intenzionalità comunicativa
  • contatto oculare
  • attenzione congiunta
  • rispetto dei turni
  • imitazione e utilizzo dei gesti.

Consigli generali per come parlare al tuo bambino

Innanzitutto, utilizza un linguaggio semplice e parla lentamente. Ti faccio un esempio: non dire “hai ancora voglia di giocare con le bolle oppure preferisci giocare un po’ con il puzzle?” Perché non ti seguirebbe. Preferisci una frase invece, come “ancora Bolle?” e attendi una sua risposta. Evita però le semplificazioni eccessive. Ad esempio, se vedi un cane non dire solo “bau bau“. Sarebbe meglio attribuire il nome corretto aggiungendo il termine conosciuto dal bambino. Ad esempio “il cane guarda, il cane fa bau bau”. Mantieni vivo il contatto dello sguardo e l’attenzione della mimica facciale, varia la prosodia. Giocare con il timbro e il volume della voce, usando la mimica e la postura, verrà percepito dal vostro bambino come un segnale di rassicurazione e comprensione. Enfatizzare specifiche parole attrae l’attenzione del bambino e aumenta la probabilità di imitazione. Ad ogni mamma viene istintivo parlare questo linguaggio quando si trova vicino al suo piccolo. È un linguaggio basato essenzialmente sulla semplicità e sulla componente affettiva. Quando le mamme lo usano, la loro voce assume una tonalità più alta del solito e un andamento quasi musicale.

Durante le prime settimane dalla nascita, il bambino preferisce la voce della sua mamma rispetto a una di una donna straniera; distingue la voce maschile da quella femminile ed è in grado di distinguere la lingua materna da un’altra straniera.

A sei mesi il bambino rivolge lo sguardo nella direzione di chi lo chiama, apprezza i suoni, gli strumenti musicali e reagisce a suoni familiari. E’ questo il momento, infatti adatto per usare oggetti sonori, ad esempio un tamburello, associando sempre il suono a sillabe semplici, ripetute seguendo il ritmo.

Verso i sette mesi il bambino produce sequenze di tipo sillabico: consonante vocale che si ripetono identiche e con organizzazione temporale ritmica simile a quella dell’adulto.

Verso gli undici mesi, invece, la lallazione diventa variegata, ovvero sequenze di sillabe che sono ora caratterizzate da cambiamenti di modo e luogo, di articolazione, di qualità vocale. La lallazione è un indice predittivo del successivo sviluppo linguistico. Questa relazione è stata dimostrata da diversi studi: è stato infatti dimostrato che i bambini che producono più sequenze sillabiche a dieci mesi avranno poi un lessico più ampio a 24 mesi. Inoltre, i bambini che incominciano a produrre suoni consonantici più precocemente e frequentemente rispetto ad altri altrettanto precocemente produrranno le prime parole.

Ripetete: quando produce dei suoni ripeteteli, come se fosse un dialogo. Create parole semplici con questi suoni. Ad esempio, se vostro figlio dice PA, voi dite Papà, pappa e aspettate un suo feedback. Date importanza al feedback che date voi al bambino sotto forma di risposte contingenti di tipo interattivo. Questo si verifica quando l’adulto imita le vocalizzazioni del bambino, andando a rinforzare queste vocalizzazioni che a loro volta stimolano nuove imitazioni da parte dell’adulto, innescando quindi un circolo virtuoso che porta a produzioni di tipo più maturo. Se invece pronuncia parole ma non lo fa correttamente, voi riproponete la parola corretta, magari in più contesti.

Un’altra tappa importante dello sviluppo in questo periodo corrisponde la comparsa intorno agli 8-9 mesi di vita, dell’attenzione condivisa, in cui il bambino condivide con il partner l’attenzione su un oggetto o un evento dell’ambiente che viene a costituirsi come argomento della conversazione. Condividete: se il bambino non parla ancora, fate dei versetti con la voce per accompagnare i gesti. Ad esempio per chiedere a vostro figlio di darvi qualcosa che ha in mano porgete la vostra mano aperta, guardatelo negli occhi e quando ricambia lo sguardo dite “Da” oppure “Dammi”. Giocate a scambiarvi gli oggetti con questo meccanismo, in modo che lui provi ad imitarvi per richiedervi l’oggetto. Coinvolgete, se potete, un adulto per permettere al bambino di osservarvi e invitarvi.

Tra i 9-12 mesi il bambino usa i gesti deittici: esprimendo un’intenzione comunicativa si riferisce ad un oggetto che si trova nel contesto. Li usa per fare richieste o per attirare l’attenzione e condividere con l’adulto l’interesse per un evento esterno. Per comunicare, infatti, il bambino utilizza diversi strumenti quali lo sguardo, i vocalizzi, i gesti.

I gesti referenziali, invece, che compaiono verso gli 11 mesi, esprimono un’intenzione comunicativa e il loro significato non varia sulla base del contesto, ad esempio, quando scuote la testa per dire no. Secondo alcuni autori, attiva uno scambio sociale verbale tra adulto e bambino, in quanto quando quest’ultimo indica quindi il bambino, l’adulto risponde con un commento o con il nome dell’oggetto, facendo sì che il bambino abbia maggiori possibilità per creare un’associazione tra oggetto e parola.

Il bambino inizia a comunicare intenzionalmente verso la fine del primo anno di vita quando comprende il valore dei propri comportamenti e li utilizza per i propri obiettivi. E’ questo proprio il periodo in cui compaiono le prime parole intorno ai 12 mesi le quali, gradualmente, prendono il posto dei gesti quando il bambino deve denominare qualcosa.

Leggete. Leggete dei libri al vostro bambino tutti i giorni, lodatelo quando emette vocalizzi e sembra che stia leggendo con voi, chiedetegli di aiutarvi e girare le pagine del libro. Mentre leggete potete indicare nelle illustrazioni gli elementi che nominate finché diventerà un gioco per il vostro bambino anticiparvi nell’indicazione delle figure e potrete farlo a turno. Ponetevi sempre di fronte al bambino e assecondate il suo interesse. Lasciate che tocchi il libro. Nei primi 12 mesi di vita, infatti, i libri più indicati sono quelli sensoriali. Leggete anche se il vostro bambino non parla ancora. Verso i 9 mesi, infatti, comprende all’incirca 30 parole se adeguatamente stimolato e non necessariamente deve produrle. Favorite sempre l’utilizzo dei gesti, accompagnandoli sistematicamente a semplici parole.

Quando parlare. Non c’è una regola. Parlate sempre il vostro bambino, commentate ciò che sta facendo lui e ciò che state facendo voi. Create una vostra routine. Ad esempio cantate le canzoncine prima di cena e leggete i libri prima di andare a dormire. Condividete l’interesse del bambino e dedicate di tempo e attenzione tutti i giorni. Inizia fin da subito a rispettare l’alternanza dei turni, ovvero se il tuo bambino vocalizza, tu ascolta, poi parli tu e infine aspetti le sue vocalizzazioni, così che si instauri un dialogo tra voi due. In questo modo il bambino avrà la percezione che le vocalizzazioni siano vere e proprie conversazioni.

Giocate. Proponete giochi che facilitino i movimenti preparatori del linguaggio, ad esempio soffiare, fare le pernacchie, leccare le labbra, imitare il galoppo del cavallo, eccetera. Il gioco è lo strumento principale per promuovere lo sviluppo cerebrale. Giocate con i blocchi, con gli impianti, con gli incastri, con tutti i giocattoli che incoraggino il vostro bambino a usare le mani. Verso i 6 mesi il bambino afferra piccoli oggetti con tutta la mano; verso gli 8 lo fa con il pollice medio e l’indice, fino ad arrivare a poter compiere movimenti fini verso i 12 mesi con indice e pollice. Questa abilità sarà fondamentale per poter manipolare piccoli oggetti, vestirsi, disegnare, ritagliare, eccetera, quindi, in generale, per acquisire più autonomia. Fate giochi creativi. Fatelo sperimentare con tutti e cinque i sensi, soprattutto verso i 4-6 mesi, il periodo in cui si interessa maggiormente al cibo degli adulti. Potrete proporre, ad esempio, attività come impastare l’impasto per la pizza insieme.

Lodate. Evitate il più possibile i comportamenti direttivi. Molto spesso questi inibiscono il bambino e lo innervosiscono, con il risultato di perdere la sua attenzione e la sua motivazione ad interagire. Trascorrete molto più tempo a rinforzare e lodare comportamenti corretti piuttosto che a punire comportamenti scorretti e ricordate di specificare per cosa state lodando il vostro bambino perché un complimento generale non aiuterà a rafforzare nello specifico l’azione corretta che ha compiuto.

Infine, ricorda che rivolgerti ad uno specialista non significa necessariamente che ci sia un problema, anzi, spesso la prevenzione è un’occasione per potenziare o anticipare abilità future.

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